Qualche problema sorge però alla voce aziendalese: la lingua dei meeting, dove l'autore definisce il mondo aziendale «[...] una fucina di termini d'origine inglese, alcuni insostituibili, altri davvero inutili.» Tra i forestierismi sacrosanti e intoccabili mette (ne riporto solo alcuni) marketing, look, briefing, buyer e brand; tra quelli inutili teamleader, feedback, seller, mission e vision. Le motivazioni portate a sostegno di questi suoi giudizi sono piuttosto arbitrarie; alcune quasi ridicole, altre condivisibili: «Il manager avrà sempre un look da manager. Traduzione: un aspetto da dirigente. Si capisce a occhio nudo che non regge: aspetto [...] è parola astratta e porta con sé un tono di esteriorità: è ciò che gli altri vedono. Look, invece, avvicina maggiormente all'idea che l'aspetto è un modo di comunicare: è ciò che tu vuoi far vedere.»; e ancora: «Tra gli ultimi strilli della moda aziendalese troviamo la mission, per contornare di un alone epico il semplice concetto di obiettivo e la vision che in italiano, se vogliamo mantenere i piedi sulla terra, si dice punto di vista.»
Questa piccola e imperfetta opera sarà probabilmente scaricata da qualche migliaia di persone, convinte d'aver trovato una comoda e forse affidabile soluzione ai tanti dubbi quotidiani riguardo all'uso della lingua italiana.
Un'applicazione del genere [magari consultabile fuori linea] potrebbe essere realizzata anche, ma con ben altri risultati, dagli utenti piú preparati di Cruscate e offerta, gratuitamente o per una cifra ragionevole, ai tantissimi studenti e curiosi della lingua che non conoscono questo fòro o che preferiscono (per pigrizia, ahimè, ma pure per praticità) avere a disposizione una risorsa che non richieda la connessione in rete. Pensate a quanti ascolterebbero i vostri autorevoli (e amorevoli) consigli. Che ne dite, è una cosa fattibile o sogno?

Un caro saluto.
