Io per primo sono testimone dell'attenzione che molti di voi hanno sempre prestato alle mie domande non certamente "illuminate".
Il problema è che, quando vi gettate a capofitto in una discussione che vi "prende", scatta la vostra natura di studiosi e di appassionati, per cui è logico ed umano che ognuno sostenga i suoi argomenti con le armi che ha a disposizione.
E' più che comprensibile e mi meraviglierei del contrario.
Caro bubu7, lei mi dice che quando non si capisce qualcosa basta chiedere delucidazioni, ma se un qualsiasi lettore del forum pone una domanda e ne nasce una discussione perché, come dice il buon Marco, l'argomento può essere interessante, quando si va avanti con il confronto, molto spesso viene fuori qualcosa del genere, (copia/incolla preso a caso):
Ecco, bubu, questo è un intervento che non è fra i più complicati, ma leggendolo, chi ha fatto la domanda iniziale cosa dovrebbe farsi spiegare? Dovrebbe farsi spiegare tutto il testo parola per parola, no? E' chiaro che, a questo punto, ritenga più opportuno rinunciare.…Non è chiaro (da un punto di vista prettamente fonologico, non ovviamente della frequenza d’uso/disponibilità) come mai parole quali abstract, compact [disc], maître non rientrerebbero nel sistema, mentre sport e film sí. Si tratta, nel caso di ct, rt e lm, di nessi [generalmente considerati] eterosillabici, che [rimanendo all’interno del «secondo» sistema] compaiono solo in corpo di parola (ct anche all’inizio), mentre tr è tautosillabico e compare a inizio e in corpo di parola; ct ricorre solo in parole dotte, mentre rt, lm e tr in parole sia dotte sia popolari. Rimane il fatto che l’introduzione di rt e lm in un «[terzo] sistema fonologico» dev’essere giustificata né piú né meno di quella di ct e tr (…e infatti D’Achille 2003 non distingue piú fra le varie code ramificate).
[…]
Ma soprattutto il «terzo» del Devoto non «fa sistema» perché non è [fonomorfologicamente] «produttivo», ché tutti i suffissi produttivi oggi in italiano (segnatamente, le desinenze verbali) rientrano nel secondo, a parte, se proprio si vuole, l’s del plurale degli anglismi non adattati, ma quest’uso è [ancora] minoritario e sconsigliato dai grammatici (cfr., e.g., Serianni 1989, §III.131: tra i dizionari moderni solo il DISC lo ammette esplicitamente, ma sempre come seconda variante [Sabatini & Coletti 2002]), e soprattutto, «perché si possa parlare di effettivo p[restito <fono>morfologico] occorrerebbe che la s si affiggesse anche a parole indigene: eventualità del tutto inverosimile» (Serianni 1989, pp. 747–8, s.v. prestito). È sostanzialmente un sistema [fonomorfologicamente, non lessicalmente] «chiuso» (altro che «aperto»!): ad esso appartengono solo alcune parole «portate di peso» nella nostra lingua e nessun’altra, nemmeno quelle da esse derivate…
La mia non è assolutamente una polemica, anche se da buon toscano non la disdegno certamente, ma un ulteriore tentativo di spiegare la mia richiesta, che però ora, a mente fredda, ritengo essere stata, tutto sommato, inopportuna.
Ringrazio ancora una volta tutti quanti per l'attenzione e la cortesia dimostratemi e colgo l'occasione per porgervi i miei più cordiali saluti.
Con simpatia.
P.S.
A proposito di domande...Secondo voi, qual'è la letteratura più grande?