«Resiliente» / «Resilienza»

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Zabob
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«Resiliente» / «Resilienza»

Intervento di Zabob »

Noti ai dizionari italiani in linea solo in relazione a certe proprietà dei materiali, Wikipedia testimonia invece un vasto ampliamento per così dire in senso figurato dell'uso di questi vocaboli, senza dubbio sull'impronta dell'ingl. resilient: tanto che non è raro ormai sentir dire di una persona che è "resiliente".
Ultima modifica di Zabob in data gio, 25 dic 2014 17:09, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ma c'è un termine alternativo, almeno in psicologia?
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Carnby ha scritto:Ma c'è un termine alternativo, almeno in psicologia?
Da quanto segue (tratto da: Elena Malaguti, Educarsi alla resilienza. Come affrontare crisi e difficoltà e migliorarsi, 2005, pag. 10) se ne dedurrebbe che è un neologismo in ambito psicologico (forse non aveva un altro nome prima poiché il concetto non era stato adeguatamente sviluppato):
La parola resilienza esisteva nel campo della fisica, a designare la capacità di un metallo di riprendere la propria forma dopo aver ricevuto un colpo non abbastanza forte da provocarne la rottura. Negli anni Ottanta Albert Solnit ed Emmy Werner sfruttarono quel concetto in senso figurato, confezionando una metafora che aiutò a sviluppare la nozione secondo cui dopo un trauma passibile di provocare un'«agonia psichica» (Ferenczi, 1934), la persona ferita nell'anima può ritornare alla vita.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Zabob
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Recente articolo della Crusca al riguardo.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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