Perché non è possibile, con i dialetti, mettere tutte le varianti, non si finirebbe più. L'importante, in un quadro generale, è il tipo. Se si trattasse solo delle denominazioni del Salento, allora avrebbe senso riportare le varianti.
Mi mettono in allarme quel sc- e quella D, di sciardiniscu, che mi riportano più alla Sardegna che ai sararceni, sempre stati senza D e mai SCIaraceni.
Per questo chiedevo, per il senso, più che per le eventuali forme parallele.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Avevo frainteso. Per quanto riguarda l'etimo ho scritto forse da saracinesco, in effetti ho qualche dubbio anch'io. Potrebbe trattarsi di qualche incrocio o influenza di un altro termine.
Scilens ha scritto:Mi mettono in allarme quel sc- e quella D, di sciardiniscu, che mi riportano più alla Sardegna che ai sararceni, sempre stati senza D e mai SCIaraceni.
A quanto pare (p. 61, in fondo), né sardo né saraceno, ma «albanese».
Anch'io, nel frattempo, ho scovato l'albanese. Però mi sembra un po' difficile un prestito, per il nome di un frutto diffusissimo, da una lingua con zero prestigio...
u merlu rucà ha scritto:Sarebbe ora che si aggiornassero.
Mah, ultimamente cocomero ha conosciuto nuova fortuna a causa dell'importanza del romano/romanesco a livello nazionale.
u merlu rucà ha scritto:Anche gli ambulanti napoletani in Liguria urlano: "angurie belle" e non "cocomeri belli"...
Ma non hanno mai detto cocomeri belli... semmai melloni belli... (o, ligurizzando, patècche belle).
Scilens ha scritto:Eppure in tutto il Mediterraneo una sequenza sc-rd-n è inconfondibile. Ammetterà che shalqi è distante un bel po'.
Bisogna tener conto anche della prossimità geografica, del fatto che in quei dialetti esiste [ɖ], del fatto che (forse) la Sardegna è troppo arida per i cocomeri ecc.
Molti vanno in Sardegna d'agosto e pensano che sia arida. Se gli stessi venissero in Toscana d'agosto crederebbero che fosse arida. Invece la Sardegna i cocomeri li esporta ed è ricchissima d'acqua.
Il cocomero è un frutto africano, ma mi parrebbe strano che fosse arrivato in Puglia per mezzo dei navigatori Sardi, perché questo fatto, se dimostrato o dimostrabile, risalirebbe ad epoche così antiche da non poterne serbare il ricordo, cred'io. Si sarebbe prima della guerra Troia.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
u merlu rucà ha scritto:Anch'io, nel frattempo, ho scovato l'albanese. Però mi sembra un po' difficile un prestito, per il nome di un frutto diffusissimo, da una lingua con zero prestigio...
Dopo la conquista dell'Albania ortodossa da parte degli ottomani musulmani molti albanesi emigrarono nel Regnum siciliae citrapharum (chiamato volgarmente Regno di Napoli, denominazione che poi portò alla nascita del termine napoletano per la lingua napoletana, parlata nel regno di Napoli) e si insediarono pacificamente in un territorio che si estendeva dalla Lucania alla Calabria includendo pure la Puglia, in più si insediarono pure in Sicilia . Quindi, non mi pare difficile immaginare una influenza albanese nella lingua napoletana e siciliana e nei dialetti di questultime.
Mi dispiace contraddire, ma i napoletani che sento io, nella Liguria occidentale, dicono proprio angurie. Anche se anguria non è il tipo ligure, nel settentrione è capito da tutti, cosa che non avviene con cocomero o altri sinonimi...