woodyfromm ha scritto:esistono dei limiti temporali nel periodo ipotetico della possibilità e in quello dell’irrealtà?
Incominciamo col dire che l’abbinamento scolastico di una specifica concordanza di modi e tempi con uno specifico tipo di periodo ipotetico non è sempre corretto.
Per esempio, l’unione di congiuntivo imperfetto nella pròtasi e condizionale semplice nell’apòdosi è tradizionalmente associata al periodo ipotetico della possibilità. Ma, a ben vedere, potrebbe dar luogo anche a un’interpretazione controfattuale. Una frase come «se piovesse, uscirei con l’ombrello» potrebbe essere interpretata come un controfattuale, se fosse pronunciata in tono polemico verso chi c’invita a prendere l’ombrello quando il sole splende. La possibilità della falsità diventa certezza dopo un confronto col contesto estralinguistico.
Allo stesso modo, nemmeno la comparsa dei contrassegni del periodo ipotetico dell’irrealtà (congiuntivo piucchepperfetto nella pròtasi e condizionale composto nell’apòdosi) è una condizione sufficiente perché si abbia controfattualità. Es. «Se avessero fatto un incidente, vedremmo la notizia al telegiornale»: cioè ‹non sappiamo se hanno fatto un incidente o no; se è cosí, saremo informati dal tiggí›; oppure, in una condizionale concessiva, «Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono», nella quale nulla si dice circa la falsità dell’ipotesi, ché Enrico può essere a casa o no.
Neanche la presenza simultanea di congiuntivo piucchepperfetto e condizionale composto dà la garanzia d’un’interpretazione controfattuale. Prendiamo una sequenza di periodi ipotetici come questa: «Se avesse preso il treno alle 3, sarebbe stato qui alle 9; se avesse preso il treno alle 5, sarebbe stato qui alle 11; ora sono le 13, perciò dovremmo comunque trovarlo in albergo». Il parlante non intende affatto esprimere una certezza circa la falsità (irrealtà) dei contenuti proposizionali di apòdosi e pròtasi; al contrario, formula soltanto ipotesi sul passato.
Fatta questa premessa (lunga, del che mi scuso), vengo alla Sua domanda. La combinazione congiuntivo perfetto + condizionale semplice è usata in riferimento al momento dell’enunciazione (es. «se lo sapessi, te lo direi») e al futuro (es. «se venissi alla festa, ti divertiresti»). La combinazione congiuntivo piuccheperfetto + condizionale composto è usata per fare ipotesi in riferimento al passato. Non sono comunque certo dell’uso della prima combinazione: potrebbero esserci casi che sfuggono a questa categorizzazione.
woodyfromm ha scritto:In
Se domani volessi andarmene
il ‘se’ equivale al ‘quando’ adoperabile nelle ipotetiche temporali?
Riporto quel che dice la GGIC (vol. II, pp. 457-458):
Quando l’accadimento della frase dipendente precede quello della principale ed è concluso prima di questo, il quando futuro-condizionale può essere seguito da un congiuntivo imperfetto o piucchep[p]
erfetto, le cui funzioni sono analoghe a quelle rispettivamente di un futuro semplice o composto in quando finirai / avrai finito di lavorare verrò a trovarti:
(197) a. Quando lei si stufasse / stuferà di te, a chi si rivolgerà?
b. Quando lei si fosse stufata / sarà stufata ecc.