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«(Non) vorrei che» + congiuntivo + ??

Inviato: mar, 17 dic 2013 11:58
di Ivan92
Ho dei seri problemi con le seguenti frasi:

"Vorrei che gli amici non pensassero che io sia/fossi una persona malvagia"

"Non vorrei che la gente dicesse cose che potessero/potrebbero ferirti"

"Non vorrei che tu fossi una persona che s'impressiona/s'impressioni/s'impressionasse facilmente"

Chiedo venia in anticipo per la mia inestinguibile ignoranza :D

Inviato: mar, 17 dic 2013 20:30
di malapartiano
Io, modestamente, nel parlar comune, direi così:

"Vorrei che gli amici non pensassero che io sono/sia una persona malvagia"

"Non vorrei che la gente dicesse cose che potrebbero ferirti"

"NOn vorrei che tu fossi una persona che s'impressiona facilmente"

Inviato: mar, 17 dic 2013 22:16
di Ivan92
Ti ringrazio vivamente per il tuo contributo! :D
Attendo comunque risposte da altri utenti!

Inviato: mer, 18 dic 2013 4:48
di Luca86
Sono perfettamente d'accordo con malapartiano (a proposito, benvenuto! :)): volgendo le frasi da lei proposte al presente, filano lisce come l'olio – per me, almeno.

Vorrei che gli amici non pensassero che io sono/sia una persona malvagia → Spero che gli amici non pensino che io sono/sia una persona malvagia.

Non vorrei che la gente dicesse cose che potrebbero ferirti → Non voglio che la gente dica cose che potrebbero ferirti.

Non vorrei che tu fossi una persona che s'impressiona facilmente → Spero che tu non sia una persona che s'impressiona facilmente.

Io la penso così. Lascio ad altri più preparati di me il compito di spiegare le varie faccende grammaticali.

Inviato: mer, 18 dic 2013 10:38
di PersOnLine
Sono sempre difficili, per me, da valutare frasi astratte o prive di contesto, ad esempio, la seconda va bene se solo se si premette qualcosa tipo:
[Attento a chiedere in giro come la pensano:] non vorrei che la gente (tii) dicesse cose che potrebbero ferirti.

Inviato: mer, 18 dic 2013 23:47
di Ivan92
Per quanto riguarda la prima e la terza frase chiedo e mi chiedo: la differenza tra l'uso dell'indicativo o del congiuntivo presente è solamente stilistica?

Per quanto riguarda la seconda, invece, non ero (e tutt'ora non sono) sicuro dell'utilizzo di quel condizionale presente dato che avevo interpretato la frase come fosse una proposizione relativa dipendente da un periodo ipotetico di secondo tipo. Di qui il sorgere del dubbio. Ad orecchio direi condizionale; ma mi ricordo di un intervento di Ferdinand Bardamu in un filone aperto da me medesimo, il quale asseriva che, al fine di attenuare la certezza di una proposizione relativa, occorre il congiuntivo. Mi ritrovo dunque in uno stato di confusione mentale! :)

Inviato: ven, 20 dic 2013 3:29
di Scilens
Alla prima domanda si può rispondere affermativamente, l'uso del verbo dipende da ciò che s'ha in mente di dire.

Alla seconda sua domanda rispondo che quel messaggio e quelli collegati son riusciti a creare più confusione che chiarimenti. Usi pure il condizionale e si troverà bene.

Inviato: ven, 20 dic 2013 10:28
di Ferdinand Bardamu
Ivan92 ha scritto:Per quanto riguarda la seconda, invece, non ero (e tutt'ora non sono) sicuro dell'utilizzo di quel condizionale presente dato che avevo interpretato la frase come fosse una proposizione relativa dipendente da un periodo ipotetico di secondo tipo. Di qui il sorgere del dubbio. Ad orecchio direi condizionale; ma mi ricordo di un intervento di Ferdinand Bardamu in un filone aperto da me medesimo, il quale asseriva che, al fine di attenuare la certezza di una proposizione relativa, occorre il congiuntivo. Mi ritrovo dunque in uno stato di confusione mentale! :)
In quel filone parlavamo però di un condizionale composto in una relativa dipendente da un periodo ipotetico. Il condizionale composto è adoperato come futuro nel passato, e in quella frase non poteva stare per i motivi che abbiamo spiegato.

Nell’esempio che ha portato qui, direi che sono possibili entrambi tempi, cioè sia il congiuntivo imperfetto sia il condizionale semplice. Riporto dalla voce «Condizionale» dell’Enciclopedia dell’Italiano della Treccani:

Il condizionale appare anche nelle dipendenti relative (restrittive e appositive) e circostanziali, in particolare nelle causali, consecutive, temporali, comparative, incidentali o parentetiche, limitative e concessive

Nel nostro caso, il condizionale appare in una relativa restrittiva. Qual è la differenza tra congiuntivo e condizionale? Qui siamo nel terreno delle sfumature, mi pare di poter dire. Il condizionale indica la potenzialità dell’azione descritta (potremmo parafrasare: «una cosa che, potenzialmente, ti ferirà»); il congiuntivo esprime invece una maggiore partecipazione soggettiva e dà un’ulteriore sfumatura d’incertezza (valore dubitativo).

Quanto all’ultima frase:
Non vorrei che tu fossi una persona che s'impressiona/s'impressioni/s'impressionasse facilmente
ritengo possibile solo l’indicativo. Il sintagma «una persona che s’impressiona facilmente» appartiene infatti a un predicato nominale: individua una categoria di persone. L’incertezza qui è già espressa dalla sovraordinata, necessariamente al congiuntivo, a sua volta retta da un condizionale. Non c’è bisogno, insomma, di fare eco al congiuntivo della reggente.

Se non sono chiaro, ed è molto facile che sia cosí, invito tutti a chiedermi chiarimenti (che sono utili anche a me :)).

Inviato: ven, 20 dic 2013 12:58
di Ivan92
Tutto molto chiaro, la ringrazio vivamente!!! :)

L'unica cosa che non ho ben chiara è l'accezione di "relativa restrittiva".

Relative restrittive

Inviato: ven, 20 dic 2013 13:21
di Infarinato
Ivan92 ha scritto:L'unica cosa che non ho ben chiara è l'accezione di "relativa restrittiva".
Proposizioni relative. ;)

Inviato: ven, 20 dic 2013 14:07
di Scilens
Ferdinand Bardamu ha scritto:Se non sono chiaro, ed è molto facile che sia cosí, invito tutti a chiedermi chiarimenti (che sono utili anche a me :)).
Caro Ferdinand, ero incerto se scriverle in privato per dirle che non volevo mettere in dubbio la sua chiarezza di esposizione, mi sono espresso troppo brevemente e dunque male. Nelle precedenti discussioni con riferimento al famoso filone di Marco s'è parlato più delle eccezioni che della normalità, perché anche nella letteratura sono molto pochi gli esempi di congiuntivo imperfetto seguito dal congiuntivo presente. Per me, nonostante siano fatti da scrittori importanti, sono errori ai quali è stata cercata una giustificazione stilistica come se fossero licenze, mentre per lei e per Marco hanno pieno diritto di esistere in Italiano. La confusione alla quale mi riferivo è questa, cioè il far pensare che siano costruzioni liberamente usabili comunemente, mentre sono molto marginali, comunque le si considerino.
Si tratta in fondo solo di opinioni e d'altronde esser daccordo su tutto sarebbe noioso. Il problema sorgerebbe qualora queste forme (come "vorrei -> che sia" invece di "vorrei -> che fosse") venissero usate in un tema e considerate, come credo, errori.

:)

Re: Relative restrittive

Inviato: ven, 20 dic 2013 14:29
di Ivan92
Infarinato ha scritto:
Ivan92 ha scritto:L'unica cosa che non ho ben chiara è l'accezione di "relativa restrittiva".
Proposizioni relative. ;)
La ringrazio! :D

Inviato: ven, 20 dic 2013 15:02
di Ferdinand Bardamu
Scilens ha scritto:Caro Ferdinand, ero incerto se scriverle in privato per dirle che non volevo mettere in dubbio la sua chiarezza di esposizione, mi sono espresso troppo brevemente e dunque male. Nelle precedenti discussioni con riferimento al famoso filone di Marco s'è parlato più delle eccezioni che della normalità, perché anche nella letteratura sono molto pochi gli esempi di congiuntivo imperfetto seguito dal congiuntivo presente. Per me, nonostante siano fatti da scrittori importanti, sono errori ai quali è stata cercata una giustificazione stilistica come se fossero licenze, mentre per lei e per Marco hanno pieno diritto di esistere in Italiano. La confusione alla quale mi riferivo è questa, cioè il far pensare che siano costruzioni liberamente usabili comunemente, mentre sono molto marginali, comunque le si considerino.
Temo però che Ivan92 facesse riferimento a un altro filone.

In ogni caso, è sbrigativo liquidare il tutto come una controversia d’opinioni. Il congiuntivo presente, benché in tali costrutti non sia cosí diffuso, svolge una precisa funzione. E non si tratta d’un uso solo letterario o antiquato, pertanto non riproponibile in una lingua neutra, né d’una giustificazione a posteriori: è una possibilità che la lingua offre, semplicemente.

Se lei decide d’attenersi all’uso preponderante, sicuramente non sbaglia. È sbagliato pensare, invece, che tutto ciò che non rientri nell’italiano, per cosí dire, scolastico sia da considerare «marginale» o, addirittura, un errore.

Inviato: ven, 20 dic 2013 16:59
di Ivan92
Per entrare nella discussione che vede come protagonisti Lei e Scilens:
Es:
"Sarebbe preferibile che mi desse degli antibiotici che non siano/fossero sotto forma di compresse"

Non ci sarebbero dunque nette differenze, se si decidesse di preferire il presente all'imperfetto..

Inviato: ven, 20 dic 2013 18:19
di Ferdinand Bardamu
Parliamo di due esempi diversi: lei qui ha riproposto una relativa restrittiva, Scilens e io discutevamo di una completiva volitiva retta da un condizionale.

Comunque, l’alternanza tra congiuntivo presente e imperfetto indica un diverso grado di certezza che l’oggetto desiderato esista. Il congiuntivo qui ha infatti una funzione volitiva: esprime dunque una volontà o un desiderio con riferimento a un sintagma nominale che dovrebbe avere le caratteristiche descritte dalla relativa.