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«Ingucchiare»
Inviato: mer, 15 gen 2014 11:51
di Ferdinand Bardamu
In Storia economica dell’Europa pre-industriale di Carlo Maria Cipolla leggo (editrice «Il Mulino», Bologna, 1975, p. 107, sottolineatura mia):
… non solo le donne attendevano a filare, tessere, ingucchiar perle o a far di pizzo, ma molte volte attendevano ai commerci o alle manifatture…
Non sono riuscito da nessuna parte a trovare il verbo ingucchiare. Il significato si può intuire («infilare» e sim.), ma non so se si tratta di un refuso oppure di un verbo d’uso rarissimo.
Inviato: mer, 15 gen 2014 15:00
di Animo Grato
Il più popolare motore di ricerca della Rete dà solo due risultati per
ingucchiare: il primo rimanda proprio a questo filone aperto da Ferdinand Bardamu (congratulazioni, ormai è una celebrità!); il secondo a
questa pagina, dove appare un virgolettato
ingucchiare che difficilmente può avere che fare con ago e filo - qualunque cosa voglia dire, e non azzardo ipotesi. Potrebbe provare a contattare questa Marcella e chiedere lumi.
Inviato: mer, 15 gen 2014 15:25
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:Il più popolare motore di ricerca della Rete dà solo due risultati per ingucchiare: il primo rimanda proprio a questo filone aperto da Ferdinand Bardamu (congratulazioni, ormai è una celebrità!)
Eh eh eh, per questo ci dobbiamo congratulare con noi stessi, se Google ci considera cosí tanto da indicizzarci nel giro di poche ore.
Animo Grato ha scritto:Il secondo a
questa pagina, dove appare un virgolettato
ingucchiare che difficilmente può avere che fare con ago e filo - qualunque cosa voglia dire, e non azzardo ipotesi. Potrebbe provare a contattare questa Marcella e chiedere lumi.
L’avevo visto anch’io. Forse è connesso con
agucchiare, con una derivazione non molto trasparente. Proverò a consultare un’edizione piú recente.
AGGIORNAMENTO
In
questo diario virtuale si riportano molti termini dialettali (d’una varietà del veneto), tra i quali
inguciar, nell’accezione, mi pare, di ‹infilare (il fil di ferro)›. Del resto, nel mio dialetto
ago è
úcia e altrove è proprio
gúcia (da *
ACUCŬLA, cfr.
agucchia). Sospetto che si tratti di un regionalismo, giacché, nel passo citato, si parla della Repubblica di Venezia.
Inviato: mer, 15 gen 2014 16:00
di Animo Grato
Ferdinand Bardamu ha scritto:Proverò a consultare un’edizione piú recente.
Secondo me può sperare in una migliore fortuna consultando un'edizione più vetusta, non più recente: ha tutta l'aria di un verbo estinto (come del resto è estinta l'arte della piccola sartoria domestica a cui pare riferirsi il passo da Lei citato), una voce sloggiata dai dizionari (se mai c'è entrata) per fare spazio a
formattare, cinepanettone, femminicidio...
Inviato: mer, 15 gen 2014 16:10
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:ha tutta l'aria di un verbo estinto (come del resto è estinta l'arte della piccola sartoria domestica a cui pare riferirsi il passo da Lei citato)
È molto probabile che sia cosí, cioè che sia scomparsa la parola insieme al designato. Mi pare di capire che
ingucchiare sia il dialettale
inguciàr, parzialmente rifatto su
agucchiare.
Cipolla l’ha forse ripreso dalla
Storia della popolazione di Venezia di Daniele Baltrami, opera cui rimanda in nota. Sarebbe stato opportuno però mettere la parola fra virgolette oppure in corsivo.
Inviato: mer, 15 gen 2014 17:24
di Fausto Raso
In Rete ho trovato
questo.
Inviato: mer, 15 gen 2014 17:58
di u merlu rucà
Penso anch'io che si tratti di un regionalismo. Forse in qualche dialetto esiste la forma
inguciar.
LEI