Uso assoluto di «stupire»
Moderatore: Cruscanti
Uso assoluto di «stupire»
Alla luce di ciò che mi è capitato di leggere tempo fa, nello specifico un articolo nel quale si sottolineava l'uso improprio del verbo stupire, adoperato da taluni parlanti transitivamente (tra l'altro penso che l'autore del suddetto trafiletto bazzichi questi paraggi), mi è sorto un dubbio. Per quanto concerne i tempi semplici non ci son problemi (ad esempio: stupisco/stupivo/stupii dinanzi a cotanta superficialità). Qual è invece l'ausiliare dei tempi composti? Avere o essere? Ho stupito o sono stupito? Avevo stupito o ero stupito? Ebbi stupito o fui stupito?
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5091
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
L’uso assoluto di stupire come intransitivo è marcato come non comune dal Treccani; donde l’incertezza nella scelta dell’ausiliare, che — come conferma lo stesso Treccani — è essere. Un esempio letterario:
Lo stesso libraio fu stupito del contegno del gatto che con tutti gli altri si comportava bene. (La coscienza di Zeno, Italo Svevo)
Una curiosità: perché, nell’articolo che ha letto, si considerava improprio l’uso transitivo di stupire?
Lo stesso libraio fu stupito del contegno del gatto che con tutti gli altri si comportava bene. (La coscienza di Zeno, Italo Svevo)
Una curiosità: perché, nell’articolo che ha letto, si considerava improprio l’uso transitivo di stupire?
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5091
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Vi ringrazio per i vostri contributi Appurata la forma transitiva, per quel che concerne invece il riflessivo stupirsi che cosa pensate? Più che lecita anche tale forma? Il "fu stupito" di Svevo mi fuorvia: esso è da intendersi come un trapassato remoto? Se provassi ad aggiungere un ipotetico riflessivo "si" ("Si fu stupito ecc" ), avvertirei una stonatura, una disarmonia. Come se stupire avesse già insita in sé stesso una sorta di riflessività tale da far sì che l'aggiunta dei clitici risulti cacofonica. Ovviamente le mie non sono affermazioni. Chiedo ché non so.
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Premesso che anch'io avanzo ipotesi, l'esempio di Svevo può dar luogo a una certa ambiguità: potrebbe essere un predicato verbale (interpretato tutto "all'interno" della coniugazione di stupire) o un predicato nominale - visto che stupito è "frequente anche come agg." (Treccani). Anzi, dato che quando stupire ha significato intransitivo è più comune la forma" intransitiva pronominale" (il caro vecchio "riflessivo"), l'interpretazione "moderna" più immediata sarebbe senz'altro la seconda.
Per i dubbi che si accumulano a valanga quando si entra in questo genere di speculazioni, provi a sostituire stupire col meno controverso meravigliare: fu meravigliato/fu stupito corrisponde a si meravigliò/si stupì; si fu meravigliato/si fu stupito è agrammaticale se usato come sostituto di questi due, ma pienamente legittimo per esprimere l'anteriorità (dopo che si fu meravigliato della magnificenza dell'anticamera, lo condussero in una sala ancora più splendida).
Per i dubbi che si accumulano a valanga quando si entra in questo genere di speculazioni, provi a sostituire stupire col meno controverso meravigliare: fu meravigliato/fu stupito corrisponde a si meravigliò/si stupì; si fu meravigliato/si fu stupito è agrammaticale se usato come sostituto di questi due, ma pienamente legittimo per esprimere l'anteriorità (dopo che si fu meravigliato della magnificenza dell'anticamera, lo condussero in una sala ancora più splendida).
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Chiamato in causa, affido la mia "difesa" al linguista Leo Pestelli, Parlare italiano, ed. Feltrinelli, pag. 190.Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare. Penso che Fausto Raso concordi; e gli altri?Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui.
La ringrazio Animo Grato
Dunque lo "stupito" di Svevo funge da aggettivo? Trattasi di predicato nominale? Il Treccani dice sì che "stupito" è frequente anche come aggettivo ma lo inserisce nella seconda accezione e cioè nell'uso transitivo di "stupire"
Ad ogni modo, nonostante io non disponga di quella competenza che contraddistingue la maggior parte degli utenti di questo foro e non possa perciò sapere di chi sia la ragione (di Ferdinand e di Animo Grato o di Fausto Raso?), gradirei altresì sentire l'opinione di quest'ultimo e sapere quale sia l'ausiliare di stupire, dato che il dubbio originario verteva e tutt'ora verte su questo.
Dunque lo "stupito" di Svevo funge da aggettivo? Trattasi di predicato nominale? Il Treccani dice sì che "stupito" è frequente anche come aggettivo ma lo inserisce nella seconda accezione e cioè nell'uso transitivo di "stupire"
Ad ogni modo, nonostante io non disponga di quella competenza che contraddistingue la maggior parte degli utenti di questo foro e non possa perciò sapere di chi sia la ragione (di Ferdinand e di Animo Grato o di Fausto Raso?), gradirei altresì sentire l'opinione di quest'ultimo e sapere quale sia l'ausiliare di stupire, dato che il dubbio originario verteva e tutt'ora verte su questo.
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Concordo.Novizio ha scritto:Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare. Penso che Fausto Raso concordi; e gli altri?Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
L'ausiliare di stupire è "essere", e non ci sono dubbi. Quando è usato transitivamente (e impropriamente, perché resto della mia idea) l'ausiliare è, ovviamente, "avere".Ivan92 ha scritto:La ringrazio Animo Grato
Dunque lo "stupito" di Svevo funge da aggettivo? Trattasi di predicato nominale? Il Treccani dice sì che "stupito" è frequente anche come aggettivo ma lo inserisce nella seconda accezione e cioè nell'uso transitivo di "stupire"
Ad ogni modo, nonostante io non disponga di quella competenza che contraddistingue la maggior parte degli utenti di questo foro e non possa perciò sapere di chi sia la ragione (di Ferdinand e di Animo Grato o di Fausto Raso?), gradirei altresì sentire l'opinione di quest'ultimo e sapere quale sia l'ausiliare di stupire, dato che il dubbio originario verteva e tutt'ora verte su questo.
Mi permetto farle notare, inoltre, che l'avverbi tuttora non si apostrofa.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
A mio avviso, il "fu stupito" di Svevo è da interpretare come voce verbale adoperata assolutamente.Ivan92 ha scritto:Secondo lei il "fu stupito" di Svevo com'è da intendersi allora? Come sinonimo di "si stupì" o come voce verbale usata intransitivamente ed in senso assoluto?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Se è così (se, dunque, rimaniamo all'interno della pura e semplice coniugazione del verbo), siamo in presenza di un trapassato remoto. Devo dire che faccio fatica a ravvisare, nell'esempio proposto, quell'anteriorità che sarebbe richiesta dall'impiego di questo tempo verbale.
Per me e per il Treccani (in quest'ordine ) si possono usare entrambi tanto transitivamente quanto intransitivamente.Novizio ha scritto:Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 1 ospite