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Uso assoluto di «stupire»

Inviato: dom, 09 feb 2014 19:32
di Ivan92
Alla luce di ciò che mi è capitato di leggere tempo fa, nello specifico un articolo nel quale si sottolineava l'uso improprio del verbo stupire, adoperato da taluni parlanti transitivamente (tra l'altro penso che l'autore del suddetto trafiletto bazzichi questi paraggi), mi è sorto un dubbio. Per quanto concerne i tempi semplici non ci son problemi (ad esempio: stupisco/stupivo/stupii dinanzi a cotanta superficialità). Qual è invece l'ausiliare dei tempi composti? Avere o essere? Ho stupito o sono stupito? Avevo stupito o ero stupito? Ebbi stupito o fui stupito?

Inviato: lun, 10 feb 2014 0:33
di Ferdinand Bardamu
L’uso assoluto di stupire come intransitivo è marcato come non comune dal Treccani; donde l’incertezza nella scelta dell’ausiliare, che — come conferma lo stesso Treccani — è essere. Un esempio letterario:

Lo stesso libraio fu stupito del contegno del gatto che con tutti gli altri si comportava bene. (La coscienza di Zeno, Italo Svevo)

Una curiosità: perché, nell’articolo che ha letto, si considerava improprio l’uso transitivo di stupire?

Inviato: lun, 10 feb 2014 2:50
di Ivan92
http://www.ilpolitico.it/2008/12/15/387/

Lo legga e mi dica che che cosa ne pensa :)

Inviato: lun, 10 feb 2014 13:53
di Animo Grato
Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui. :wink:

Inviato: lun, 10 feb 2014 15:21
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha espresso perfettamente quel che penso anch’io.

Inviato: lun, 10 feb 2014 15:56
di Ivan92
Vi ringrazio per i vostri contributi :) Appurata la forma transitiva, per quel che concerne invece il riflessivo stupirsi che cosa pensate? Più che lecita anche tale forma? Il "fu stupito" di Svevo mi fuorvia: esso è da intendersi come un trapassato remoto? Se provassi ad aggiungere un ipotetico riflessivo "si" ("Si fu stupito ecc" ), avvertirei una stonatura, una disarmonia. Come se stupire avesse già insita in sé stesso una sorta di riflessività tale da far sì che l'aggiunta dei clitici risulti cacofonica. Ovviamente le mie non sono affermazioni. Chiedo ché non so. :)

Inviato: lun, 10 feb 2014 19:42
di Animo Grato
Premesso che anch'io avanzo ipotesi, l'esempio di Svevo può dar luogo a una certa ambiguità: potrebbe essere un predicato verbale (interpretato tutto "all'interno" della coniugazione di stupire) o un predicato nominale - visto che stupito è "frequente anche come agg." (Treccani). Anzi, dato che quando stupire ha significato intransitivo è più comune la forma" intransitiva pronominale" (il caro vecchio "riflessivo"), l'interpretazione "moderna" più immediata sarebbe senz'altro la seconda.
Per i dubbi che si accumulano a valanga quando si entra in questo genere di speculazioni, provi a sostituire stupire col meno controverso meravigliare: fu meravigliato/fu stupito corrisponde a si meravigliò/si stupì; si fu meravigliato/si fu stupito è agrammaticale se usato come sostituto di questi due, ma pienamente legittimo per esprimere l'anteriorità (dopo che si fu meravigliato della magnificenza dell'anticamera, lo condussero in una sala ancora più splendida).

Inviato: mar, 11 feb 2014 1:26
di Fausto Raso
Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui. :wink:
Chiamato in causa, affido la mia "difesa" al linguista Leo Pestelli, Parlare italiano, ed. Feltrinelli, pag. 190.

Inviato: mar, 11 feb 2014 10:04
di Novizio
Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui. :wink:
Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare. Penso che Fausto Raso concordi; e gli altri?

Inviato: mar, 11 feb 2014 11:32
di Ivan92
La ringrazio Animo Grato :)

Dunque lo "stupito" di Svevo funge da aggettivo? Trattasi di predicato nominale? Il Treccani dice sì che "stupito" è frequente anche come aggettivo ma lo inserisce nella seconda accezione e cioè nell'uso transitivo di "stupire"

Ad ogni modo, nonostante io non disponga di quella competenza che contraddistingue la maggior parte degli utenti di questo foro e non possa perciò sapere di chi sia la ragione (di Ferdinand e di Animo Grato o di Fausto Raso?), gradirei altresì sentire l'opinione di quest'ultimo e sapere quale sia l'ausiliare di stupire, dato che il dubbio originario verteva e tutt'ora verte su questo.

Inviato: mar, 11 feb 2014 11:51
di Fausto Raso
Novizio ha scritto:
Animo Grato ha scritto:Mi dispiace, ma non sono d'accordo con Fausto Raso: l'uso transitivo di stupire è comunissimo nella lingua viva, attestato dal tradizionalista Treccani, testimoniato in autori come Svevo (si veda l'esempio sopra riportato) e soprattutto impiegato qui. :wink:
Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare. Penso che Fausto Raso concordi; e gli altri?
Concordo.

Inviato: mar, 11 feb 2014 13:37
di Fausto Raso
Ivan92 ha scritto:La ringrazio Animo Grato :)

Dunque lo "stupito" di Svevo funge da aggettivo? Trattasi di predicato nominale? Il Treccani dice sì che "stupito" è frequente anche come aggettivo ma lo inserisce nella seconda accezione e cioè nell'uso transitivo di "stupire"

Ad ogni modo, nonostante io non disponga di quella competenza che contraddistingue la maggior parte degli utenti di questo foro e non possa perciò sapere di chi sia la ragione (di Ferdinand e di Animo Grato o di Fausto Raso?), gradirei altresì sentire l'opinione di quest'ultimo e sapere quale sia l'ausiliare di stupire, dato che il dubbio originario verteva e tutt'ora verte su questo.
L'ausiliare di stupire è "essere", e non ci sono dubbi. Quando è usato transitivamente (e impropriamente, perché resto della mia idea) l'ausiliare è, ovviamente, "avere".
Mi permetto farle notare, inoltre, che l'avverbi tuttora non si apostrofa.

Inviato: mar, 11 feb 2014 13:52
di Ivan92
La ringrazio Fausto Raso, soprattutto per il solecismo fattomi notare :)

Secondo lei il "fu stupito" di Svevo com'è da intendersi allora? Come sinonimo di "si stupì" o come voce verbale usata intransitivamente ed in senso assoluto?

Inviato: mar, 11 feb 2014 14:01
di Fausto Raso
Ivan92 ha scritto:Secondo lei il "fu stupito" di Svevo com'è da intendersi allora? Come sinonimo di "si stupì" o come voce verbale usata intransitivamente ed in senso assoluto?
A mio avviso, il "fu stupito" di Svevo è da interpretare come voce verbale adoperata assolutamente.

Inviato: mar, 11 feb 2014 14:57
di Animo Grato
Se è così (se, dunque, rimaniamo all'interno della pura e semplice coniugazione del verbo), siamo in presenza di un trapassato remoto. Devo dire che faccio fatica a ravvisare, nell'esempio proposto, quell'anteriorità che sarebbe richiesta dall'impiego di questo tempo verbale.
Novizio ha scritto:Il discorso su stupire mi ricorda quello su cominciare/iniziare. S’era detto, da qualche parte in questa piazza, che iniziare − in buona lingua − è sempre transitivo, mentre per l’uso assoluto è bene ricorrere a cominciare.
Per me e per il Treccani (in quest'ordine 8) ) si possono usare entrambi tanto transitivamente quanto intransitivamente.