Premessa, e senza offendere nessuno, ma solo nell'intento di indicare procedure corrette e condivise dalla "scienza ufficiale":
Quando si cercano fonti a sostegno delle proprie ipotesi/teorie/affermazioni, meglio non affidarsi alla prima cosa che salta fuori dalla rete, purché ci dia ragione. Esistono siti "certificati" su cui cercare le risposte: a seconda delle discipline, musei, università, siti di categoria; oltre a questi, tutti quei siti (foro, sito divulgativo) in cui chi scrive indichi chiaramente la bibliografia, in modo che, da questo spunto, si possa andare ad approfondire e verificare che quanto citato sulla rete corrisponda effettivamente alle nostre esigenze.
Detto questo, sinceramente, il sito di una quinta elementare che racconta con parole sue ciò che pensa di aver capito delle Scienze della Terra può essere una lodevole iniziativa che stimola i ragazzi a studiare, ma non può certo essere usato come "bibbia". Torniamo a noi.
Il
bedrock è letteralmente il substrato (non sostrato...
substrato è il termine in uso nella geologia italiana).
Il termine attualmente risente di una certa ambiguità.
In origine, e spesso ancora, è usato per indicare qualsiasi roccia solida, compatta, "rocciosa" insomma. Esso però implica una contrapposizione, il sottostante
vs. una qualche copertura che gli sta sopra, in genere fatta di materiali incoerenti.
Quindi, in un linguaggio più aggiornato e attento, non mi verrebbe da usarlo automaticamente come sinonimo di "roccia coerente", bensì come sinonimo di "roccia che soggiace a un'altra", indipendentemente dal suo grado di coerenza (es.: una spiaggia sabbiosa può essere il substrato di una solida colata di lava che vi si raffreddi sopra).
È in questa accezione ad esempio che viene usato nei nuovi fogli geologici ufficiali 77-Clusone e 78-Breno (fra gli ultimi usciti e quindi che riflettono le posizioni più recenti).
http://www.isprambiente.gov.it/Media/ca ... lusone.pdf
http://www.isprambiente.gov.it/Media/ca ... _Breno.pdf
"Roccia madre" traduce di solito il concetto di "roccia da cui proviene una mineralizzazione a idrocarburi".
Invece, la roccia disgregata e variamente alterata in superficie sino a trasformarsi in suolo (il terriccio, che però è un'entità geologica complessa, con una transizione graduale dalla roccia integra allo strato organico superficiale), viene indicata - dagli addetti ai lavori, e proprio per evitare fraintendimenti - come "
parent material", equivalente a senso a "roccia madre"; poiché però questo termine ha già il significato sopra detto, si evita di usarlo in un'altra accezione (i processi fisico-chimici di genesi di un idrocarburo e quelli di un suolo sono radicalmente differenti).
Per evitare questo inghippo, dovendo tradurre, si usa spesso "substrato da cui il suolo origina" (evidenziando quindi la stretta relazione fra i due, mentre su di un substrato generico può appoggiare anche un deposito alloctono).
Il caso dell'immagine del collegamento mostra in effetti questo caso: un substrato che passa a roccia frammentata e alterata, e quindi fa transizione al suo proprio suolo.
In termine tecnico, la parte frammentata e alterata, che non è più substrato di origine, e non è ancora suolo, è chiamata "regolite" (non chiedetemi su due piedi da dove origini il termine...).
"Roccia in posto" è impreciso, perché c'è roccia solida sotterranea che non è in posto (grandi corpi di frana, ad esempio, venuti giù senza disarticolare la compagine rocciosa), mentre non tutte le "rocce in posto" sono solide e compatte (anche le sabbie sono rocce...).
"Roccia fresca" - a parte che sa da pescivendoli - è altrettanto impreciso, perché non è detto che la roccia sottostante sia effettivamente "non alterata", anche se appare ancora solida. "Fresco" comunque può essere un termine colloquiale con cui "ci capiamo", ma in genere si evita in comunicazioni un po' più serie, anche orali.
Conclusa questa carrellata, e visto che non siamo in un'enciclopedia ma in un videogioco, io userei "
substrato" e basta, perché è quello che evidenzia maggiormente - mi par di capire - le caratteristiche utili ai fini del gioco, ovvero la percezione che ne deve avere il giocatore.
"Substrato" è ciò che sta "sotto" qualcosa: sotto allo scenario degli avvenimenti, sotto i giocatori virtuali che si agitano sullo schermo, sotto la possibilità di visibilità diretta.
Insomma, è la Terra su cui tutto appoggia.
"Roccia del substrato" invece mi sembra ridondante - esiste anche un "substrato" che non sia di roccia? - oppure introduce una distinzione con un'altra tipologia di roccia che al substrato non appartiene (es.: roccia non in posto, corpi di frana, detrito superficiale etc.): sarebbe valido quindi in un videogioco geologico, in cui i giocatori si dovessero destreggiare fra rocce di diversi ambiti.
...chebellochebellochebello!!!!!

un filone linguistico in cui torna utile il mio mestiere!!!!!