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Giudizio su "vìdemi"

Inviato: mar, 28 ott 2014 8:06
di GFR
Vorrei la vostra opinione‚ se sia corretto in primo luogo e poi se non suoni come un arcaismo inaccettabile il ricorso a vìdemi in luogo di mi vide. Il contesto da considerare è una composizione poetica tradizionale‚ diciamo un sonetto‚ ma con temi attuali nel suo svolgimento.
Riga d’esempio: lei ancor ridente videmi e parlò.
Grazie a chi vorrà intervenire.

Inviato: mar, 28 ott 2014 9:10
di Ferdinand Bardamu
L’enclisi con i modi verbali che non siano il gerundio, il participio, l’infinito e l’imperativo non è piú comune, non applicandosi piú, in italiano moderno, la legge di Tobler-Mussafia.

Secondo questa legge, vi erano casi in cui l’enclisi era obbligatoria (all’inizio assoluto di frase, all’inizio di una frase coordinata per asindeto, dopo un vocativo), e casi in cui era facoltativa (tutti gli altri).

Va da sé che in poesia c’è una maggiore libertà, quindi ci si può servire dell’enclisi ogni volta che sia opportuno per ragioni metriche. Videmi, nel suo caso, si rende necessario per far cadere l’accento dell’endecasillabo sulla sesta sillaba.

Ci sarebbe poi da parlare del linguaggio poetico e di com’è cambiato nel corso delle epoche, ma l’argomento supera di molto le mie conoscenze.

Re: Giudizio su "vìdemi"

Inviato: mar, 28 ott 2014 13:39
di Animo Grato
GFR ha scritto:Il contesto da considerare è una composizione poetica tradizionale‚ diciamo un sonetto
Come ha già scritto il mio predecessore, in quel contesto può concedersi molte licenze. E non dimentichiamo i celebri "pentirommi" e "volgerommi".

Re: Giudizio su "vìdemi"

Inviato: mar, 28 ott 2014 14:39
di Scilens
Animo Grato ha scritto:"pentirommi" e "volgerommi".
passerosolitarismi?

Inviato: mar, 28 ott 2014 18:37
di GFR
Questa mattina l'accento sulla sesta sillaba con videmi mi sembrava una grande idea. Adesso (ma non sentitevi in colpa :) ) l'entusiasmo è sbollito. Certo domattina potrei uscire in frac e cappello a cilindro, ma risulterei un po' datato, in effetti. Grazie di nuovo.