Pagina 1 di 5

Quali pronunce errate non riuscite a correggere?

Inviato: dom, 16 nov 2014 0:39
di Ivan92
M'è venuto l'uzzolo d'aprire il seguente filone, ché son curioso di sapere quali ostacoli incontriate —ammesso che ve ne siano— allorché v'accingiate a pronunziar correttamente una parola. E per ostacoli intendo le reali difficoltà articolatorie che un parlante ha nel realizzare un determinato fono, quando questo sia preceduto o seguito da altri foni. Per esempio, le sequenze /-(n)s-, -(l)s-, -(r)s-/ son ripidi acclivi per il sottoscritto! Trasformare /a'ʒɛnda/ in /aˈʤɛnda/ o /kuˈrjozo/ in /ku'rjoso/, ancorché non semplice, ché devo comunque fare i conti colle abitudini linguistiche del luogo, è un gioco da ragazzi. Ma in ansia, nel senso, insomma, m'accorgo che devo sforzarmi non poco per non rendere affricate quelle s. La sequenza piú ostica per me è /-(n)s-/: devo addirittura rallentare il ritmo dell'eloquio se voglio che esca una sibilante. E voi? Quali difficoltà incontrate nel pronunciare una parola in italiano corretto? :)

Inviato: dom, 16 nov 2014 10:53
di Ferdinand Bardamu
Lasciando perdere la cadenza, che mi riesce difficile mascherare, ci sono un sacco di pronunce che non mi vengono spontanee. La [s] intervocalica la riesco a dire solo con uno sforzo (e finché abiterò sopra il Rubicone sarà sempre cosí). Pure la [l] tra vocali qualche volta mi dà difficoltà, perché, seguendo l’inflessione nativa, tendo a lenirla. Non parliamo nemmeno delle cogeminazioni…

Inviato: dom, 16 nov 2014 14:12
di Carnby
Il problema maggiore che incontro è evitare la deaffricazione in socio, ragione (ma per la sonora ho qualche difficoltà in meno).

Inviato: dom, 16 nov 2014 16:47
di Ivan92
Gentile Ferdinand, son curioso di sapere come si lenisce una [l], questo essendo un fenomeno non presente dalle mie parti. Potrebbe farmi qualche esempio?

Riguardo alla deaffricazione, ne so qualcosa anch'io! Soltanto che non trovo difficoltà alcuna nel passare da /'sɔʃo/ a /'sɔʧo/ e da /ra'ʒone/ a /ra'ʤone/. Difficoltà che invece riscontro se devo trasformare /nel'tsɛntso/ in /nel'sɛnso/.

Inviato: dom, 16 nov 2014 18:51
di Ferdinand Bardamu
Ivan92 ha scritto:Gentile Ferdinand, son curioso di sapere come si lenisce una [l], questo essendo un fenomeno non presente dalle mie parti. Potrebbe farmi qualche esempio?
Le dovrei registrare qualcosa io stesso, ma mi vergogno. Il fenomeno è detto anche, volgarmente, «elle evanescente». In altre varianti, è cosí intenso da rendere la consonante quasi una vocale: si sentono allora cose come «El popoeo» per «Il popolo» (la mia resa grafica è molto rozza, ma spero di aver reso l’idea).

Inviato: dom, 16 nov 2014 19:33
di Scilens
Se fosse il suono che immagino, si potrebbe ottenere dicendo la elle nel modo consueto ma aprendo e allargando gli angoli della bocca.

Inviato: dom, 16 nov 2014 20:14
di Ferdinand Bardamu
Ho trovato un esempio (un po’ volgare, ma vi assicuro che c’è di peggio), tratto da una miniserie televisiva sul criminale Felice Maniero. All’inizio potete sentire «A ƚa bueƚa de to soreƚa gheto portà [=hai portato]… ?» («bueƚa» dovrebbe corrispondere, nel grado di offesa, al toscano budello di tu’ ma’). L’evanescenza della mia elle è meno intensa, ma il fenomeno è il medesimo.

Inviato: dom, 16 nov 2014 21:06
di Animo Grato
Ferdinand Bardamu ha scritto:Ho trovato un esempio...
Ah, quindi quello che si sente... è che non si sente niente! :lol:
Alla luce di questa rivelazione, credo di essermi già imbattuto in questa fantomatica elle evanescente, allorché, in un estemporaneo convegno di fisiognomici, fu enunciato l'immortale principio «rossa de cavei», con quel che segue. :wink:

Inviato: dom, 16 nov 2014 21:17
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:Alla luce di questa rivelazione, credo di essermi già imbattuto in questa fantomatica elle evanescente, allorché, in un estemporaneo convegno di fisiognomici, fu enunciato l'immortale principio «rossa de cavei», con quel che segue.
No, in realtà non è la stessa cosa. Cavei [=capelli] al singolare fa caveio. Oxei [=uccelli, cosí potete immaginare come finisce quella raffinata massima :lol:] è l’unica forma del plurale anche per i veronesi dell’alta, che non hanno la elle evanescente e al singolare dicono oxelo. (La ‹x› sta per [z].)

Però siamo un pochettino fuori tema, perciò fermiamoci qui o apriamo un filone a parte. ;)

Inviato: dom, 16 nov 2014 21:31
di Zabob
Forse può aiutare la "gondoła" di questa canzone?

Inviato: dom, 16 nov 2014 21:44
di Ferdinand Bardamu
Zabob ha scritto:Forse può aiutare la "gondoła" di questa canzone?
Esempio calzante.

Inviato: mar, 18 nov 2014 1:20
di valerio_vanni
Ivan92 ha scritto: Difficoltà che invece riscontro se devo trasformare /nel'tsɛntso/ in /nel'sɛnso/.
Una persona che conosco (delle Marche) ha a volte dubbi su quale lettera scrivere, tra "s" e "z". Ho capito che il problema sorge solo tra "n" e "i": "senso" non darebbe dubbi, ma "tensione" e "dimensione" sì.

La mia proposta è stata "prova a dirla, e senti cosa ci metti" ma non ha aiutato perché la realizzazione fonetica è coerente col dubbio di scrittura (una sorta di affricata indebolita).

Inviato: mar, 18 nov 2014 9:02
di PersOnLine
Se allarghiamo il discorso ai difetti [che Canepari - credo - definirebbe ortologici] di pronuncia, tralasciando al mia r alla francese (nel mio caso congenita), io tendo a lateralizzare tutte le z verso destra.

se ho ben capito

Inviato: mar, 18 nov 2014 11:47
di rossosolodisera
Se ho ben capito si riferisce ad errori che ammettiamo di compiere. Personalmente nel parlato sbaglio gli accenti: pùdica, diàtriba. Il discorso della s sonora e sorda invece l'ho imparato qui e sinceramente l'errore lo ritengo più un fatto genetico, pertanto non me ne sento in colpa.

Re: se ho ben capito

Inviato: mar, 18 nov 2014 12:04
di Ferdinand Bardamu
rossosolodisera ha scritto:Personalmente nel parlato sbaglio gli accenti: […] diàtriba.
Si rassicuri: diàtriba è l’accentazione preferibile.