Verbo di giudizio in subordinata concessiva
Moderatore: Cruscanti
Verbo di giudizio in subordinata concessiva
Consideriamo la frase «Tizio afferma che il suo nuovo lavoro è migliore del precedente». Se la inserisco in una subordinata concessiva: «Malgrado Tizio affermi che il suo nuovo lavoro è migliore del precedente, io lo vedo tornare a casa sempre più irritato», è corretto mantenere l'indicativo dovuto al verbo di giudizio "affermare" oppure l'incoerenza introdotta dalla concessiva (e il fatto che lo stesso verbo di giudizio sia presente al congiuntivo) impongono il congiuntivo anche nella dichiarativa?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Animo Grato
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Io manterrei l'indicativo. Lo scrivo anche per rompere il ghiaccio in questo filone, perché c'è - mi pare - una certa reticenza ad esporsi su argomenti come questo (la concordanza dei tempi in proposizioni dipendenti di secondo, terzo, quarto... grado, specie quando uno "snodo" è "vincolato" da un uso più o meno consolidato). Ho notato che anche le grammatiche sono abbastanza evasive al riguardo.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
- Ferdinand Bardamu
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
(Ragiono a voce alta.) La domanda, dunque, è: qual è il modo del verbo di una subordinata dipendente di secondo (terzo, quarto…) retta da una proposizione con verbo al congiuntivo? Anzi, il caso qui è piú specifico, perché siamo di fronte a una subordinata completiva retta da un verbum dicendi.
I verba dicendi reggono subordinate completive oggettive all’indicativo, per una ragione semantica cogente: ciò che si dice non si può veramente disdire, per il principio metastasiano della voce dal sen fuggita. In altre parole, un’affermazione è qualcosa di oggettivo.
A mio parere, la scelta del modo non cambia nemmeno se la proposizione oggettiva è retta da un verbo inserito in un’altra proposizione che richiede obbligatoriamente il congiuntivo.
I verba dicendi reggono subordinate completive oggettive all’indicativo, per una ragione semantica cogente: ciò che si dice non si può veramente disdire, per il principio metastasiano della voce dal sen fuggita. In altre parole, un’affermazione è qualcosa di oggettivo.
A mio parere, la scelta del modo non cambia nemmeno se la proposizione oggettiva è retta da un verbo inserito in un’altra proposizione che richiede obbligatoriamente il congiuntivo.
Anch'io sono del parere che, nel caso in esame, si debba mantenere l'indicativo. Tizio dice una cosa, ma secondo me (=soggettivamente) non è così. Il valore dell'affermazione di Tizio non viene inficiato dalle mie perplessità (potrebbe essere irritato per altri motivi).
Questa l'ho trovata in Rete: «Nonostante la norma dica che il 50% dei proventi delle contravvenzioni vada destinato alla sicurezza stradale[,] questo accade raramente». Qui secondo me il congiuntivo è indicato, perché c'è una netta opposizione fra ciò che dovrebbe avvenire e quel che in realtà (=oggettivamente) si verifica.
E poi c'è una terza possibilità: il condizionale, che da solo basterebbe a esprimere un dissenso rispetto al contenuto dell'enunciato: «Tizio afferma che il suo nuovo lavoro sarebbe migliore del precedente»; in questo caso ovviamente rimane tale e quale nella subordinata di secondo grado: «Malgrado Tizio affermi che il suo nuovo lavoro sarebbe migliore del precedente...».
Questa l'ho trovata in Rete: «Nonostante la norma dica che il 50% dei proventi delle contravvenzioni vada destinato alla sicurezza stradale[,] questo accade raramente». Qui secondo me il congiuntivo è indicato, perché c'è una netta opposizione fra ciò che dovrebbe avvenire e quel che in realtà (=oggettivamente) si verifica.
E poi c'è una terza possibilità: il condizionale, che da solo basterebbe a esprimere un dissenso rispetto al contenuto dell'enunciato: «Tizio afferma che il suo nuovo lavoro sarebbe migliore del precedente»; in questo caso ovviamente rimane tale e quale nella subordinata di secondo grado: «Malgrado Tizio affermi che il suo nuovo lavoro sarebbe migliore del precedente...».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Non sono completamente d'accordo. L'affermazione intesa come mero atto verbale, una volta che questo sia stato compiuto, è sicuramente oggettiva, ché indietro non si può tornare: quel che s'è detto s'è detto, è sotto gli occhi (...gli orecchiFerdinand Bardamu ha scritto:In altre parole, un’affermazione è qualcosa di oggettivo.

- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Ho fatto una verifica nella base di dati di Google Libri.
- … non è necessario che essi espressamente affermino che cotal punto appartiene alla dottrina rivelata… [Giovanni Antonio Bianchi, Della potestà e della politia della Chiesa, 1745]
- se io mi persuada che quella parte è la vera, quantunque gli altri comunemente mi affermino che non è… [Paolo Segneri, Lettera su la materia del probabile, 1773]
- … sembrami di vedere, che tutti e tre affermino, che il Santo entrasse nell’ordine de’ Minori prima d’esser promosso al Vescovado. [Lettere di Damiano Fillareti all’amico minorita, 1766]
- È difficile che gli intervistati affermino che gli altri si sono comportati immoralmente facendo uso di droghe. È ancor più improbabile che affermino che altre persone meritino di essere punite… [Laicità, valori e diritto penale, a cura di A. Cadoppi, 2010]
- È necessario che essi […] affermino che non è neppure della sua stessa sostanza… [Massimo il Confessore, Umanità e divinità di Cristo, 1990]
- … benché i gandhiani affermino che Gandhi sia stato l’uomo più non violento di sempre… [Osho, Il tempo che non conosce tempo, 2014]
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