Congiunzioni correlative «sia… che»
Moderatore: Cruscanti
Congiunzioni correlative «sia… che»
1) Comunico la mia disponibilità per l'accettazione sia dell'incarico che della proposta
2) Comunico la mia disponibilità sia per l'accettazione dell'incarico che della proposta
Le due frasi sono entrambe corrette? O è ammessa solo la seconda? Grazie a chi vorrà intervenire.
2) Comunico la mia disponibilità sia per l'accettazione dell'incarico che della proposta
Le due frasi sono entrambe corrette? O è ammessa solo la seconda? Grazie a chi vorrà intervenire.
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- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
In sostanza, vengono accettati incarico e proposta (1), oppure si è disponibili ad accettare (l'incarico) e disponibili alla proposta (2, ma allora "la disponibilità... della proposta" non funziona molto) ?
La cosa migliore è analizzare i singoli componenti e il senso che assumono (o dovrebbero assumere) nella frase.
Secondo me, ha senso la prima frase, cioè "sono disponibile ad accettare tutte e due le cose (incarico e proposta).
La seconda vorrebbe dire una cosa diversa, cioè che sono disponibile ad accettare e "disponibile della proposta"... ammesso che voglia dire qualcosa...
La cosa migliore è analizzare i singoli componenti e il senso che assumono (o dovrebbero assumere) nella frase.
Secondo me, ha senso la prima frase, cioè "sono disponibile ad accettare tutte e due le cose (incarico e proposta).
La seconda vorrebbe dire una cosa diversa, cioè che sono disponibile ad accettare e "disponibile della proposta"... ammesso che voglia dire qualcosa...
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
In ogni caso, è meglio adoperare la formula "sia... sia..." al posto di "sia... che..." Ripropongo il collegamento già fornito da Infarinato in un filone qui accanto.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Considerazione generale (ripetiamo, ripetiamo...): in buon italiano è meglio evitare sia... che... e attenersi a sia... sia... (e non è una regola fantasma). 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Personale impressione: se dovessi dire qual è la sfumatura che fa preferire il deprecato sia... che... al posto di sia... sia..., mi pare la seguente: si usa sia in correlazione con che quando gli elementi in gioco nella frase, per così dire, esauriscono il campione; si adopera invece sia... sia... quando sono date altre possibilità non attinentl al discorso.
Esemplifico: posso dire «l'aumento della disoccupazione in Italia ha investito sia gli uomini che le donne» (tertium non datur); «per tinteggiare questa parete vedo bene sia un rosa confetto sia un verde pastello» (esistono infiniti altri colori e sfumature che trovo meno indicati ma mi riservo di valutare; e tuttavia direi «vedo bene sia il il rosa confetto che il verde pastello», se ho già fatto una scrematura e rimango indeciso fra queste due tonalità).
Esemplifico: posso dire «l'aumento della disoccupazione in Italia ha investito sia gli uomini che le donne» (tertium non datur); «per tinteggiare questa parete vedo bene sia un rosa confetto sia un verde pastello» (esistono infiniti altri colori e sfumature che trovo meno indicati ma mi riservo di valutare; e tuttavia direi «vedo bene sia il il rosa confetto che il verde pastello», se ho già fatto una scrematura e rimango indeciso fra queste due tonalità).
Ultima modifica di Zabob in data sab, 27 dic 2014 10:48, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Oggi è ammesso tutto, non ci sono piú regole (che cosa significa?), ma se esistono ancora persone interessate al buon italiano, un consiglio: evitate sia... che. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
D'accordo, però qui i nativi «toscofoni» lo usano a tutto spiano.Marco1971 ha scritto:evitate sia... che.
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