«Ladylike»
Inviato: mer, 19 nov 2014 15:55
Primizie di stagione: nei prossimi giorni è destinata a fare molto rumore un'intervista concessa da una nota politica italiana, europea e - forse - veneta (in ordine cronologico di poltrone occupate). Limitandomi all'analisi della forma e rifuggendo da inutili commenti sui contenuti (come impone il secondo articolo del Decalogo del Buon Cruscone), noto, colla soddisfazione del ricercatore, che l'illustre ecclesiazusa non si risparmia, dispensando subito, con signorile prodigalità, qualche perlina di valore minore. Ma il vero "carico" lo piazza a 3:29, con ladylike. E non si accontenta di sfoggiare l'inutile parola inglese, ma si premura anche di tradurla: «uno stile ladylike, cioè uno stile "che deve piacere"». Forse è stata tratta in inganno da quel suffisso, -like, che ha confuso coi "like" che rastrella sulla sua pagina di facebook. Mentre si tratta semplicemente del suffisso usato in inglese per indicare ciò che assomiglia o ha le caratteristiche tipiche di qualcosa (indicato dalla parola a cui il -like si lega). Quindi lo «stile ladylike» è lo stile da signora o, se preferite, muliebre. Lo sfondone è stato ripetuto, a stretto giro di posta, in un salotto televisivo, dove qualcuno (onore alla sua onestà intellettuale) ha candidamente ammesso di non avere la più vaga idea del possibile significato di questo ladylike, ma altri sono prontamente intervenuti a colmare la lacuna, fornendo l'inappuntabile traducente: "piaciona".
Ma se l'inglese non lo sa nessuno, perché lo parlano tutti?

Ma se l'inglese non lo sa nessuno, perché lo parlano tutti?