Un apostrofo «spallato»

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Fausto Raso
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Un apostrofo «spallato»

Intervento di Fausto Raso »

Stupisce il constatare il fatto che molte “firme” del giornalismo non conoscano l’uso corretto del troncamento. Molto spesso mi imbatto in articoli “culturali” in cui la forma tronca di frate viene apostrofata o, addirittura, accentata: fra’ Pasqualino; frà Genesio. La forma tronca di frate, come tutti i troncamenti, non richiede né apostrofo né accento. Le forme corrette sono, dunque, fra Pasqualino e fra Genesio. Sentite ciò che scrive, in proposito, il linguista Luciano Satta: Anche Firenze fa arrabbiare i grammatici. Nelle targhe di vie o piazze che essa ha intitolato a frati, il troncamento ha l’apostrofo: fra’. Si è fatto dare allo scalpellino un inutile colpo in piú: fra per frate non ha punto bisogno dell’apostrofo.
PS. Dimenticavo di riportare quanto dice anche il Prof. Antonio Margherini in un sito di lingua: Il nome frate si tronca in fra davanti a nome che inizia per consonante ("Fra Cristoforo"). E non si elide mai. Perciò si dice: "Frate Emilio" (e non Frat'Emilio), "Frate Angelo" (e non Frat'Angelo).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Giustissimo. Tuttavia, il prof. Margherini avrebbe dovuto scrivere: «Però si scrive Frate Emilio e non Frat’Emilio» (anche se questo è discutibile), perché quando si dice, cioè si pronuncia, si fa il legato.

Ne approfitto per ricordare che fra (come la preposizione) richiede in pronuncia tipo la cogeminazione: fra Cristoforo /frakkris'tOforo/.
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bubu7
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Re: Un apostrofo "spallato"

Intervento di bubu7 »

Il prof. Margherini ha scritto: ... Il nome frate si tronca in fra davanti a nome che inizia per consonante...
...e, ormai, anche davanti a nome che inizia per vocale. Perciò, va bene anche fra Emilio. :wink:
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Federico
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Intervento di Federico »

Non è comunque cosí assurda l'idea di segnalare il troncamento con un apostrofo o un accento (e infatti si fa in molti altri casi), mi sembra: solo non è necessario e perciò si preferisce la grafia piú leggera fra, mentre risultano fastidiose fra' e ancor piú frà.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Devo aggiungere, a questo punto, che il DOP considera frà meno comune e fra’ meno bene. Non dice pero errato. :)
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Federico
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Intervento di Federico »

Chiusa la procedura di scomunica (con esito negativo, al contrario di un'altra recente). :)
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Anche in quest'àmbito sarebbe auspicabile una (utopica?) tendenza uniformatrice dall'alto: fra, fra' frà, pie', piè, mo'...

Dico anche, perché un'altra cosa che, se mai fossi in grado, mi piacerebbe proprio fare, è inserire la segnalazione degli accenti sui cartelli indicanti i toponimi. Anche questa purissima utopia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Incarcato ha scritto:Anche in quest'àmbito sarebbe auspicabile una (utopica?) tendenza uniformatrice dall'alto: fra, fra' frà, pie', piè, mo'...

Dico anche, perché un'altra cosa che, se mai fossi in grado, mi piacerebbe proprio fare, è inserire la segnalazione degli accenti sui cartelli indicanti i toponimi. Anche questa purissima utopia.
L’uniformazione sarebbe difficile, per via del conservatorismo dell’ortografia. Comunque, se fosse immaginabile una riforma, io sarei per segnare l’accento in questi casi: frà (da frate), piè, mò, pò, ecc.

La segnalazione dell’accento tonico sui toponimi nei cartelli, invece, non mi pare cosa impossibile. Bisognerebbe solo suggerirlo all’ente che di segnaletica stradale si occupa.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Comunque, se fosse immaginabile una riforma, io sarei per segnare l’accento in questi casi: frà (da frate), piè, mò, pò, ecc.
Non su po’, però, Marco: l’accento grafico implica automaticamente cogeminazione… E’ ’un siamo mi(h)a romani! :D
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infarinato ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Comunque, se fosse immaginabile una riforma, io sarei per segnare l’accento in questi casi: frà (da frate), piè, mò, pò, ecc.
Non su po’, però, Marco: l’accento grafico implica automaticamente cogeminazione… E’ ’un siamo mi(h)a romani! :D
Gli è vero. M’era sfuggito questo particolare. :oops:
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Federico
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Intervento di Federico »

Infatti qua si accennava solo alle proposte di usare per tutti questi casi l'apostrofo o al contrario di eliminarlo (assieme all'accento).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Nella bibliografia è menzionato un articolo del Castellani che ho. Lo rileggerò prima d’esprimermi.

P.S. Credevo che fosse nei tre volumi dei Saggi, e non è. Dovrò quindi andare in biblioteca.
l'italiana
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Intervento di l'italiana »

Buongiorno a tutti. Ho fatto una ricerca e mi sembra che l'argomento più vicino alla mia richiesta sia questo.
Vorrei avere un vostro parere.
L'altro giorno studiavo dalle dispense di un mio professore. Ho notato che compaiono spesso frasi del tipo:
"Indicare la espressione corretta..."
"La camera di ionizzazione misura la Esposizione e la Intensità di Esposizione".

Io ho pensato (forse male, in tal caso correttemi pure) che nel secondo caso possa esser considerato "anche" passabile perché mi sembra voglia metter in luce che Esposizione e Intensità di Esposizione sono due grandezze fisiche (in tutto il capitolo hanno sempre la lettera maiuscola iniziale). Ma nel primo caso mi rimane un dubbio: perché non scrivere "l'espressione"?
Non è un professore anziano, avrà al massimo 45 anni.

Grazie in anticipo per le vostre opinioni.
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

l'italiana ha scritto:L'altro giorno studiavo dalle dispense di un mio professore. Ho notato che compaiono spesso frasi del tipo:
"Indicare la espressione corretta..."
"La camera di ionizzazione misura la Esposizione e la Intensità di Esposizione".
Se vuole conoscere «la norma», cara Italiana, si ricordi che per questo genere di quesiti abbiamo la fortuna di avere il DOP in linea:
Immagine
…dal che si evince che, se la vocale iniziale non è tonica, la forma piena dell’articolo determinativo [femminile singolare] è solo «meno comune».
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Vorrei aggiungere che, contrariamente a quanto riportano alcuni "sacri testi", l'articolo determinativo femminile plurale "le" si può apostrofare davanti ai sostantivi che cominciano con la stessa vocale (e): le erbe, ma anche l'erbe. È lo stesso caso, insomma, dell'articolo maschile gli: gli italiani o gl'italiani.
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