Divisione in sillabe

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

VB G.B. MADDALONI
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Divisione in sillabe

Intervento di VB G.B. MADDALONI »

Divisione in sillabe delle parole risvegliavano e ispirandogli.
domna charola
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Intervento di domna charola »

...quindi?... :?:
VB G.B. MADDALONI
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Divisione in sillabe

Intervento di VB G.B. MADDALONI »

Come si dividono in sillabe le parole ispirargli e risvegliavano?
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

I-spi-rar-gli e ri-sve-glia-va-no.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

i-spi-rar-gli
ri-sve-glia-va-no

Nota: la sillabazione ortografica non riflette la realtà fonetica.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto:Nota: la sillabazione ortografica non riflette la realtà fonetica.
Esatto, anche se per il secondo caso potrebbe «valere» il principio etimologico.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Nota: la sillabazione ortografica non riflette la realtà fonetica.
E non si capisce per quale motivo. La sillabazione d'una parola, in fin dei conti, ha che fare con il suono. Quando si compita, si dà un ritmo alle parole. Per certi versi, lo stesso concetto di sillabazione ortografica è paradossale.
Ultima modifica di Ivan92 in data mer, 11 feb 2015 19:25, modificato 1 volta in totale.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

C'è da dire che non è del tutto avulsa dalla fonetica, in buona parte le due visioni coincidono. Solo che, in qualche punto, la convenzione ortografica se ne va per i fatti suoi.

Ci sono punti, comunque, in cui non è facile trovare una soluzione soddisfacente sui due fronti.
Uno sono i digrammi: fo-glio non rispetta la realtà fonetica, ma d'altra parte fog-lio suggerisce suoni non presenti nella parola.
Un altro è la zeta intervocalica, che autogemina: "carrozziere" e "graziella" hanno un segmento sonoro identico, ma una volta sillabate sembra che siano differenti. Nella prima è semplice: una zeta di qua e una zeta di là. Nella seconda, la sillaba iniziale si trova privata della coda.
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Intervento di Infarinato »

valerio_vanni ha scritto:Uno sono i digrammi: fo-glio non rispetta la realtà fonetica, ma d'altra parte fog-lio suggerisce suoni non presenti nella parola.
Per codesto caso in particolare i nostri antenati avevano un’ottima soluzione. :D
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Questa soluzione era utile per indicare la geminazione (particolarmente utile se c'è opposizione con una versione non geminata) e per non lasciare la sillaba senza coda.
Continua, però, a suggerire una coda diversa dall'attacco della sillaba che segue (fol-glio): questo problema è insito nel concetto di "digramma" e sarebbe risolvibile solo reiterando il digramma stesso (foglglio, o forse a quel punto foglglo).
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Intervento di Infarinato »

D’accordo, ma l’ortografia d’una lingua storico-naturale è assai di rado perfettamente fonematica (ci si avvicinano le lingue slave che hanno recentemente adottato l’alfabeto latino, il sanscrito e in generale le lingue antiche [a scrittura alfabetica], in quanto piú vicine alle realtà fonetiche che per la prima volta si prefiggevano di rappresentare [nel modo piú economico e univoco possibile]).

E comunque, dal punto di vista meramente pratico dell’andare a capo, scrizioni quali alglio, asscia, rangno sono infinitamente meglio delle attuali, non solo per la rappresentazione di geminazione e coda sillabica, ma anche per meglio predisporre gli organi fonatòri alla pronuncia dell’effettivo fono [geminato]. E direi che sono meglio anche dei teorici *aglglio, *ascscia, *ragngno, i primi due dei quali suggeriscono una pronuncia velare del g e del c della prima sillaba in fin di rigo—certo, si potrebbe eliminare l’i stabilendo un’equivalenza gl = /ʎ/ e sc = /ʃ/ tout court, ma si creerebbe allora il problema di come rappresentare le sequenze /ɡl sk/ in parole quali gladio e scalo etc.

Per un assaggio della complessità di tutta la questione, si veda questo mio vecchio intervento (e in particolare la nota n. 3).
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ivan92 ha scritto:Quando si còmpita, si dà un ritmo alle parole.
Cómpita! :)
Ivan92 ha scritto:Per certi versi, lo stesso concetto di sillabazione ortografica è paradossale.
Una sillabazione fonetica, attualmente inaccettabile nell'italiano normativo, sarebbe is-pi-rar-gli e ris-vel-glia-va-no.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Infarinato ha scritto: E comunque, dal punto di vista meramente pratico dell’andare a capo, scrizioni quali alglio, asscia, rangno sono infinitamente meglio delle attuali
Su questo sono d'accordo.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto: Su questo sono d'accordo.
Si potrebbe anche continuare a scrivere ascia, ragno e aglio e dividere a fine riga as-scia, ran-gno, al-glio.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Carnby ha scritto:
Ivan92 ha scritto:Quando si còmpita, si dà un ritmo alle parole.
Cómpita! :)
Oops, corretto! :)
Carnby ha scritto:
Ivan92 ha scritto:Per certi versi, lo stesso concetto di sillabazione ortografica è paradossale.
Una sillabazione fonetica, attualmente inaccettabile nell'italiano normativo, sarebbe is-pi-rar-gli e ris-vel-glia-va-no.
Ed è proprio questa la sillabazione più spontanea, secondo me. Se non m'avessero insegnato a compitare rispettando fantomatici confini ortografici, avrei sicuramente scandito così le due parole*. Detto questo, non capisco come mai il Canepari proponga /z'veʎʎa/ e non /'zveʎʎa/. Trascritta così, sembra che la s non faccia parte della sillaba e se ne stia per conto suo.

*Una curiosità: ha scritto ris-vel-glia-va-no ma is-pi-rar-gli. Non sarebbe meglio is-pi-rarl-gli?
Ultima modifica di Ivan92 in data gio, 03 dic 2015 12:56, modificato 1 volta in totale.
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