«Far scegliere a qualcuno/qualcuno»

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Moderatore: Cruscanti

puer
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«Far scegliere a qualcuno/qualcuno»

Intervento di puer »

"Sulle candidature è meglio far scegliere ai cittadini/i cittadini". Qual è la forma corretta tra le due proposte e perchè? Grazie mille.
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Animo Grato
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Re: Far scegliere a qualcuno/qualcuno

Intervento di Animo Grato »

Non ho grammatiche sottomano, perciò prenda con le molle quello che sto per dirLe.
Il soggetto (o forse sarebbe meglio dire l'agente) dell'azione "indotta" viene espresso in due modi diversi a seconda che il verbo sia transitivo o intransitivo. Così avremo ho fatto morire Matteo (verbo intransitivo), ma ho fatto potare le rose a Matteo (verbo transitivo).
Ora, di norma scegliere è transitivo, ma nella Sua frase è usato in senso assoluto, e quindi intransitivamente (col significato di esprimere una preferenza): tant'è vero che i cittadini non sono chiamati a scegliere le candidature, ma a scegliere sulle candidature.
Per questo motivo, io direi che sulle candidature è meglio far scegliere i cittadini.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Sí, anch'io direi spontaneamente sulle candidature è meglio fare scegliere i cittadini, ma soltanto in casi come questi ometterei la preposizione. Altrettanto spontaneamente dico faccio scegliere [qualcosa] ai miei amici, ai miei genitori, ecc.
Ultima modifica di Ivan92 in data mer, 26 ago 2015 2:05, modificato 1 volta in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Confermo ciò che ha detto molto bene Animo Grato. La frase corretta è «Sulle candidature è meglio fare scegliere i cittadini». Se ci fosse un oggetto espresso, allora il soggetto logico del costrutto, ossia il soggetto dell’infinito, sarebbe espresso mediante un complemento indiretto, introdotto da a o da1: «È meglio fare scegliere le candidature ai/dai cittadini».

La costruzione fattitiva o causativa mostra infatti le seguenti caratteristiche (brano tratto da Gunver Skytte e Giampaolo Salvi, «Frasi subordinate all’infinito», in Grande Grammatica Italiana di Consultazione, Bologna: «Il Mulino», 2001, p. 499):

1) se l’infinito è rappresentato da un verbo intransitivo (inaccusativo o meno), il soggetto dell’infinito compare in questa costruzione come compl. oggetto del complesso verbale ‘verbo reggente + infinito’ (Piero in (84b)), pronominalizzabile con il clitico accusativo, (84c):

(84)
  • a. Piero parte / dorme.
  • b. Piero fa / vede partire / dormire Piero.
  • c. Paolo lo fa / vede partire / dormire.

2) se l’infinito è rappresentato da un verbo transitivo, il compl. oggetto dell’infinito compare come compl. oggetto del complesso verbale (Piero in (85b)), pronominalizzabile con il clitico accusativo (85c):

(85)
  • a. Invitano Piero.
  • b. Paolo fa / sente invitare Piero.
  • c. Paolo lo fa / sente invitare.

Il verbo scegliere, in questo caso, è usato assolutamente, ed è perciò equiparabile a un verbo intransitivo.

__________
1 La scelta comporta «diverse sfumature semantiche: ‹lo farò vedere al dottor Rossi›, ‹lo farò vedere dal dottor Rossi›» (Luca Serianni, Italiano, Milano: «Garzanti», § XIV. 39).
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Carnby
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Re: Far scegliere a qualcuno/qualcuno

Intervento di Carnby »

Animo Grato ha scritto:io direi che sulle candidature è meglio far scegliere i cittadini.
E io direi che è meglio fare scegliere i cittadini. :wink:
Fausto Raso
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Re: Far scegliere a qualcuno/qualcuno

Intervento di Fausto Raso »

Carnby ha scritto:
Animo Grato ha scritto:io direi che sulle candidature è meglio far scegliere i cittadini.
E io direi che è meglio fare scegliere i cittadini. :wink:
Carnby ha ragione non si dovrebbe troncare davanti a parole che cominciano con s preconsonantica.
Però, ormai...
Se il collegamento non si apre, cliccate qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Animo Grato
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Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Re: Far scegliere a qualcuno/qualcuno

Intervento di Animo Grato »

Carnby ha scritto:
Animo Grato ha scritto:io direi che sulle candidature è meglio far scegliere i cittadini.
E io direi che è meglio fare scegliere i cittadini. :wink:
Concordo. :mrgreen:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Pugnator
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Intervento di Pugnator »

Il collegamento di Google libri riportata esempi di "far scegliere" addirittura dal 700 e un esempio ufficiale governativo del 1843, pertanto non considererei erroneo il troncamento.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È meglio (come ha scritto Carnby) non significa è erroneo. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Pugnator
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Intervento di Pugnator »

Marco1971 ha scritto:È meglio (come ha scritto Carnby) non significa è erroneo. ;)
Ma Fausto Raso ha detto letteralmente che "non si dovrebbe" dove, almeno secondo la mia opinione, quel condizionale serve solamente per lasciar intendere la preposizione "ma viene fatto".
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Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Caro Pugnator, il nostro intento è favorire e diffondere il buon uso. Non si dovrebbe troncare un infinito davanti a una parola che comincia con /s/ preconsonantica… per ragioni di eufonia. Ma si fa, così come si scrive (e si dice) ad adottare, ed educato e cosí via.
Pugnator
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Località: Napoletano, ma vivo a Roma.

Intervento di Pugnator »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Caro Pugnator, il nostro intento è favorire e diffondere il buon uso. Non si dovrebbe troncare un infinito davanti a una parola che comincia con /s/ preconsonantica… per ragioni di eufonia. Ma si fa, così come si scrive (e si dice) ad adottare, ed educato e cosí via.
Ma perché un uso "usato" anche in ambito ufficiale da più di 172 anni deve esser considerato un cattivo uso? Secondo me non è la lingua a seguire le regole ma le regole a seguire la lingua.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Perché contravviene a regole fonetiche. Che poi un uso sia di ambito ufficiale non vuol dir nulla perché, oggi come ieri, molti testi ufficiali sono sempre stati redatti da chi sa poco. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Pugnator
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Località: Napoletano, ma vivo a Roma.

Intervento di Pugnator »

Ma le regole sono artificiali mentre invece la lingua è naturale, è naturale che l'uso molto spesso contrasti le regole e formi eccezioni, basta vedere in fatti ai modi di dire e altri detti che molto spesso contrastano le regole e formano eccezioni. Se una forma ottiene grandissimo uso e grandissima longevità e prestigio ottiene di diritto il suo posto nelle eccezioni.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ma sí, faccia come vuole.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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