Pagina 2 di 3

Inviato: sab, 29 ago 2015 21:47
di Animo Grato
Infarinato ha scritto:[Non] mi sento in grado di fornirle cosí su due piedi una risposta «ufficiale».
Be', in attesa di un'eventuale risposta «ufficiale», mi ritengo soddisfatto di quella «ufficiosa». :wink:

Inviato: gio, 10 set 2015 17:51
di Marco Treviglio
Scusate, ma se qualcuno vi volesse parlare del Magnifico o de "il Magnifico", come potreste notare la differenza sul vero tema a cui costui si riferisce (naturalmente, nel caso che articolasse la preposizione: «Vorrei ora parlarvi del Magnifico.». Il Palazzo o Lorenzo?)?
Sarebbe costretto ad esprimersi con altre parole, o sbaglio?

Inviato: gio, 10 set 2015 18:01
di Infarinato
Se proprio volesse notare la differenza, sí.

*De il —è piú o meno la trecentesima volta che lo ripetiamo— non è italiano.

Inviato: gio, 10 set 2015 18:17
di Ferdinand Bardamu
Tra l’altro non ho ancora capito perché la disambiguazione, nei pochissimi casi in cui essa sia proprio indispensabile, debba essere affidata a un elemento cosí poco significativo come un articolo. Per evitare confusioni (improbabilissime, del resto), sarà piú naturale, meno artificioso dire «Vi vorrei parlare de [pausa] I Promessi Sposi» oppure «Vi vorrei parlare del romanzo I Promessi Sposi»?

Inviato: gio, 10 set 2015 18:51
di Marco Treviglio
Infarinato ha scritto:*De il —è piú o meno la trecentesima volta che lo ripetiamo— non è italiano.
Questo l'ho inteso bene, dopo aver letto qui tutte le discussioni sull'argomento, e ne ho capito anche le motivazioni.
Tuttavia a me sembra utile per differenziare alcune locuzioni e rispettare l'intera denominazione portante un articolo al principio.
È ovvio inoltre che è d'obbligo una pausa tra la preposizione e l'articolo stesso. Nel mio caso v'è sempre, mentre il titolo tendo a dirlo tutto attaccato, tutto d'un fiato (tipo, per rendere l'idea: «ne "IPromessiSposi").
Non oso quantificare quante “bacchettate” ho subìto nell'adoperare nello scritto e nell'orale la preposizione articolata davanti ai nomi e ai titoli dai miei maestri e professori d'italiano.
Dovrei, quindi, rintracciarli e restituirgli le “bacchettate” subite e accusarli di avermi reso più ignorante di quel che ero/sono? :D

Inviato: gio, 10 set 2015 19:12
di Ferdinand Bardamu
Non vorrei essere sgarbato, ma visto che lo chiede… sí. :mrgreen: (Si scherza, ovviamente. Ma sul restituire le metaforiche bacchettate neanche tanto.)

Inviato: gio, 10 set 2015 23:07
di valerio_vanni
Mi sono accorto in questi giorni che sui Gratta e Vinci è presente la soluzione del distacco.
«Se ne "I TUOI NUMERI" trovi uno o più...».

Inviato: gio, 10 set 2015 23:41
di Carnby
valerio_vanni ha scritto:Mi sono accorto in questi giorni che sui Gratta e Vinci è presente la soluzione del distacco.
«Se ne "I TUOI NUMERI" trovi uno o più...».
Ma quello è burocratese, non è italiano. :)

Inviato: mer, 25 nov 2015 16:06
di Carnby
Un contributo dal Piacere dell'italiano (o da Il piacere dell'italiano?) pp. 17-18 che rimetterebbe tutto in discussione.
Aldo Gabrielli ha scritto:Ne I Promessi Sposi

Come ci si comporta con le preposizioni quando queste precedono un articolo che fa parte del titolo di un'opera letteraria, di un giornale, di una ditta e simili? Si deve dire, per esempio, «de I Promessi Sposi» o «dei Promessi Sposi»? diremo «alla Rinascente» o «a La Rinascente»? In poche parole: davanti a quell'articolo la preposizione semplice diventa o no articolata?
Innanzi tutto bisogna precisar questo: il problema nasce in un solo caso, quando si voglia o sia necessario conservare l'integrità formale di un titolo, di un nome; la qual cosa avviene solo in casi particolari, come nelle citazioni bibliografiche più severe, in certi documenti ufficiali e simili. Nelle citazioni correnti, dove non è affatto richiesta questa assoluta integrità di forma, lasciamo da parte ogni perplessità e scriviamo tranquillamente, così come si dice parlando, «un'edizione dei Promessi Sposi», «un articolo sulla Stampa», «i reparti della Rinascente». Così ristretto il problema a pochi casi particolarissimi, vediamo poi che esso si riduce a solo quattro preposizioni capaci di crearci inciampi: di, a, da e in; per tutte le altre, con, su, per, tra, difficoltà non esistono perché l'accostamento dell'articolo è sempre possibile: «con I Promessi Sposi», «su La Stampa», «per La Rinascente», «tra il Giorno del Parini, ecc.». La soluzione che viene spontanea per le prime quattro preposizioni articolate è quella di scomporle nei loro elementi costitutivi, scomposizione del resto comunissima un tempo e ancora abbastanza frequente nella prosa letteraria e specialmente in poesia: de lo, a le, da la, ne lo, ne gli invece di dello, alle, dalla, nello, negli. Perciò scriviamo senza esitare, come infatti molti già scrivono, «ne Lo Scialo di Pratolini», «ne I Promessi Sposi», «da Le Novelle della Pescara», «note a Gli Italiani di Barzini jr» e così via. Resta però un ostacolo: la preposizione seguita dall'articolo maschile singolare il. Dovremo scomporre anche qui e scrivere de il, a il, da il e ne il? Sì, perché è una scomposizione logicissima e coerentissima, e scriveremo, per esempio, «note a Il Giorno del Parini», «ne Il Fuoco di D'Annunzio», «brani da Il Mulino del Po di Bacchelli», «lo stile de Il Deserto dei Tartari di Buzzati».

Inviato: mer, 25 nov 2015 16:31
di Infarinato
Carnby ha scritto:Un contributo dal Piacere dell'italiano (o da Il piacere dell'italiano?) pp. 17-18 che rimetterebbe tutto in discussione.
Il condizionale è davvero d’obbligo, ché…
Aldo Gabrielli ha scritto:Resta però un ostacolo: la preposizione seguita dall'articolo maschile singolare il. Dovremo scomporre anche qui e scrivere de il, a il, da il e ne il? Sì, perché è una scomposizione logicissima [rispetto a cosa? :shock: (NdI)] e coerentissima [con che cosa? ri-:shock: (NdI)], e scriveremo, per esempio, «note a Il Giorno del Parini», «ne Il Fuoco di D'Annunzio», «brani da Il Mulino del Po di Bacchelli», «lo stile de Il Deserto dei Tartari di Buzzati».
E questo dimostra tutto il dilettantismo del Gabrielli, che ne azzecca molte, ma scivola su molte altre. :roll:

Inviato: gio, 26 nov 2015 21:12
di marcocurreli
Ma è proprio sbagliato usare in o di? Per esempio:
nei/dei Promessi Sposi, oppure in "I Promessi Sposi", di "I Promessi Sposi";
della/nella Repubblica, oppure di "La Repubblica", in "La Repubblica".

Inviato: gio, 26 nov 2015 23:12
di Infarinato
marcocurreli ha scritto:Ma è proprio sbagliato usare in o di? Per esempio: […] in "I Promessi Sposi" […] oppure di "La Repubblica"…
Sí, a meno che non s’intenda, metalinguisticamente, «nel sintagma i promessi sposi», «della sequenza fonica la repubblica» etc.

Ma il punto è: Lei (domanda retorica) direbbe mai, parlando, de il, ne il, di il, in il etc. (o anche, oggi, de la, ne la etc. senza raddoppiamento della l)? No. E la sua competenza di parlante nativo non le fa sospettare che quelle sequenze senz’alcuna giustificazione storica né morfologica forse proprio italiane non siano? ;)

Inviato: ven, 27 nov 2015 13:44
di marcocurreli
La ringrazio.
Mi chiedevo se un titolo di un libro, o qualsiasi denominazione ufficiale, possa essere considerata come un sintagma; ma mi ha già risposto, esaurientemente, col rimando a un altro suo intervento.

*«De non»

Inviato: ven, 10 lug 2020 14:39
di Infarinato
Stamani alla radio ho sentito un davvero mirabile «[Vi lascio all’ascolto] *de Non è un Paese per giovani». Senza parole. :roll:

P.S. L’obbrobrio in questione è stato proferito da un’annunciatrice, non da un conduttore improvvisato.

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: sab, 25 lug 2020 15:24
di Millermann
M'inserisco in questo ormai "classico" filone perché vorrei sottoporre alla vostra attenzione una proposta (pensata per caso e forse un po'... eccentrica :P) rispetto alla quale mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.

Mi pare che la principale ob(b)iezione alla grafia "articolata" sia il fatto che non rispetta l'articolo presente nel titolo originale. :?
E se lo evidenziassimo con l'uso della maiuscola?
Sí, intendo dire all'interno della preposizione articolata, proprio come si fa con i pronomi di cortesia in forma enclitica: «dirLe, invitarLa, offrirVi».

Prendendo a prestito gli esempi citati piú sopra, potremmo scrivere quindi:
«nelLo Scialo», «neI Promessi Sposi» (qui la "I" maiuscola sembra una "L" minuscola, lo so :roll:), «dalLe Novelle della Pescara», «note aGli Italiani».

Nel caso piú "ostico", quello della preposizione seguita dall'articolo maschile singolare il, potremmo optare per le grafie aL, daL, deL e neL, un po' come se l'articolo fosse scritto 'l, con aferesi della i. ;)

Scriveremmo, cosí:
«note aL Giorno del Parini», «neL Fuoco di D'Annunzio», «brani daL Mulino del Po di Bacchelli», «lo stile deL Deserto dei Tartari di Buzzati».

Quel che è certo è che, nello scritto, quella maiuscola salterebbe subito all'occhio, facendo capire che l'articolo è parte integrante del titolo. E non sarebbe piú agrammaticale del caso dei clitici, in cui la maiuscola è giustificata perché serve a distinguere tra i pronomi di cortesia e no.

Che ne pensate, ordunque? :) Quale sarebbe la vostra prima reazione se doveste incontrare una scrizione siffatta?