Perché i «lungadige» e non «lungadigi»?
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Perché i «lungadige» e non «lungadigi»?
Sarei veramente felice (e grato) se i responsabili lessicografi del vocabolario Treccani mi spiegassero per quale "misterioso" motivo di ordine morfologico attestano il sostantivo lungadige come invariabile, al contrario di lungotevere e lungarno che pluralizzano regolarmente. I tre vocaboli hanno la medesima "composizione".
Dimenticavo. Anche il DOP attesta lungadige privo di plurale.
Dimenticavo. Anche il DOP attesta lungadige privo di plurale.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Re: Perché i «lungadige» e non «lungadigi»?
Forse perché è meno comune/diffuso? (È invariabile anche per il DOP.)Fausto Raso ha scritto:Sarei veramente felice (e grato) se i responsabili lessicografi del vocabolario Treccani mi spiegassero per quale "misterioso" motivo di ordine morfologico attestano il sostantivo lungadige come invariabile, al contrario di lungotevere e lungarno che pluralizzano regolarmente.
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Se n'era già parlato (o forse sarebbe piú giusto dire: ne aveva già parlato
) qui, piú di nove anni fa! 
Comunque, gugolando ho trovato, al singolare:
Lungarno: 542000
Lungotevere: 496000
Lungadige: 170000
Al plurale, invece:
Lungarni: 114000
Lungoteveri: 3670
Lungadigi: 1110
Quindi, nell'uso reale, il plurale è usato, sia pure in quantità piú modesta, anche per i lungadige.
Per curiosità ho, poi, fatto una ricerca limitata al solo plurale preceduto dall'articolo:
I lungarno: 2870
I lungotevere: 2600
I lungadige: 191
I lungarni: 15000
I lungoteveri: 1310
I lungadigi: 112
Sembra quindi che solo per il lungarno prevalga, e di tanto, il plurale in -i!


Comunque, gugolando ho trovato, al singolare:
Lungarno: 542000
Lungotevere: 496000
Lungadige: 170000
Al plurale, invece:
Lungarni: 114000
Lungoteveri: 3670
Lungadigi: 1110
Quindi, nell'uso reale, il plurale è usato, sia pure in quantità piú modesta, anche per i lungadige.
Per curiosità ho, poi, fatto una ricerca limitata al solo plurale preceduto dall'articolo:
I lungarno: 2870
I lungotevere: 2600
I lungadige: 191
I lungarni: 15000
I lungoteveri: 1310
I lungadigi: 112
Sembra quindi che solo per il lungarno prevalga, e di tanto, il plurale in -i!

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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Resta invariato e prende l'accento: il Po i lungopò.Sixie ha scritto:Non ho mai sentito lungadigi e, davvero, a me suona malissimo.
E del Po, cosa si dice?
Per lungadigi veda anche qui.
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La ringrazio, caro Fausto Raso, della segnalazione sui lungadigi di Verona, citati in testi di varia origine, anche perché ora capisco il motivo del mio non riconoscimento del termine. I lungadigi in questione si riferiscono a un contesto urbano dove assumono la forma di una passeggiata o di una carrozzabile; i lungadige che conosco io sono quelli lungo il fiume, all'incirca da Rovigo fino alla foce.
Avevamo anche noi, a Rovigo, dei lungadigetti che accompagnavano il corso del fiume Adigetto - un ramo dell'Adige - da ponente a levante, ora scomparso anche dalla memoria cittadina dopo il malaugurato intervento di risanamento degli anni '30, dove al suo posto avevano costruito un insulso stradone che tale è rimasto, deviandone il corso fuori le mura (scomparse anche quelle).
Avevamo anche noi, a Rovigo, dei lungadigetti che accompagnavano il corso del fiume Adigetto - un ramo dell'Adige - da ponente a levante, ora scomparso anche dalla memoria cittadina dopo il malaugurato intervento di risanamento degli anni '30, dove al suo posto avevano costruito un insulso stradone che tale è rimasto, deviandone il corso fuori le mura (scomparse anche quelle).
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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I responsabili del sito Treccani ("Domande e risposte") hanno, cosí, risposto: Non c'è nessun “misterioso” motivo di ordine morfologico. Retrostà a quel tipo di indicazione la presa d'atto di uso prevalente, che hanno, peraltro, riscontro nelle dizioni locali dell'italiano. Ciò non toglie che alcuni dizionari (ma non il DOP, tanto per citare una fonte di particolare pregio) scelgano l'indicazione regolarizzante.
Accade, non di rado, che l'uso si faccia beffe delle regolarità. Forse siamo troppo abituati a considerare la tendenza che si ripete, fissata ex post in una “regola”, come una “regola” che sta prima della viva realtà della lingua e deve imporsi, pena matitata rossa o blu del censore di turno. Ah, e perché mai, poi, lungosenna sarebbe invariabile?
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Motivo che, ovviamente, non condivido. Quanto al lungosenna, è invariabile per la regola secondo la quale i sostantivi composti di una preposizione e un nome femminile singolare (riferiti a un maschile) rimangono invariati nel plurale: il lungosenna / i lungosenna (lungo, preposizione; Senna, sostantivo femminile). Dimenticavo. Nella frase « Retrostà a quel tipo di indicazione la presa d'atto di uso prevalente, che hanno, peraltro, riscontro nelle dizioni locali dell'italiano» qual è il soggetto di "che hanno"?
PS.: mi piace, comunque, il neologismo retrostare.
Accade, non di rado, che l'uso si faccia beffe delle regolarità. Forse siamo troppo abituati a considerare la tendenza che si ripete, fissata ex post in una “regola”, come una “regola” che sta prima della viva realtà della lingua e deve imporsi, pena matitata rossa o blu del censore di turno. Ah, e perché mai, poi, lungosenna sarebbe invariabile?
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Motivo che, ovviamente, non condivido. Quanto al lungosenna, è invariabile per la regola secondo la quale i sostantivi composti di una preposizione e un nome femminile singolare (riferiti a un maschile) rimangono invariati nel plurale: il lungosenna / i lungosenna (lungo, preposizione; Senna, sostantivo femminile). Dimenticavo. Nella frase « Retrostà a quel tipo di indicazione la presa d'atto di uso prevalente, che hanno, peraltro, riscontro nelle dizioni locali dell'italiano» qual è il soggetto di "che hanno"?
PS.: mi piace, comunque, il neologismo retrostare.
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