«Alchermes»
Inviato: mar, 02 feb 2016 0:49
Esiste già un traducente per alchermes? O non è mai stato proposto alcunché? Qui da me il nome viene storpiato in archemuse.
Spazio di discussione sulla lingua italiana / Discussion board on the Italian language
https://www.achyra.org/cruscate/
E perché? La parola non ha bisogno stricto sensu di un traducente essendo già adattata al sistema italiano (alchermes < spagnolo alquermes < arabo al-qirmis «scarlatto»). Se non piace la terminazione in -s, si può usare la terminazione vernacola alchermesse (o alchermisse).Ivan92 ha scritto:Esiste già un traducente per alchermes?
Basta consultare la guida!sempervirens ha scritto:Poi qualcuno dovrà prendersi la briga di insegnarmi come si fa ad acconciare meglio questi collegamenti nella discussione.
Adattata in parte, però. Possiamo considerare una parola terminante in -s italiana a tutti gli effetti?Carnby ha scritto:E perché? La parola non ha bisogno stricto sensu di un traducente essendo già adattata al sistema italiano.
Ecco, appunto.Carnby ha scritto:Se non piace la terminazione in -s, si può usare la terminazione vernacola alchermesse (o alchermisse).
Onestamente non me la sentirei di fare «il purista più purista dei puristi» dato che alchermes è in uso da secoli a Firenze con questa grafia. In quanto all'«italianità» delle terminazioni in -s, Dante scriveva Semiramis, Averrois e Cleopatras. In ogni caso, nel vernacolo fiorentino alchermes riceve la terminazione -esse o -isse, lasciando invariata la posizione dell'accento: alchèrmesse o alchèrmisse.Ivan92 ha scritto:Adattata in parte, però. Possiamo considerare una parola terminante in -s italiana a tutti gli effetti? [...] In codesto caso l'accento si sposterebbe? Non so perché, ma mi verrebbe naturale dire alchermèsse.
Però queste forme mi sembrano (da ignorante di questioni dantesche) delle varianti colte (hapax?), che in realtà confermano la regola dell’intolleranza per le finali consonantiche. Come ricorda giustamente anche lei, alchermes subisce nel parlato un adattamento che neutralizza l’uscita in consonante.Carnby ha scritto:Dante scriveva Semiramis, Averrois e Cleopatras…
In realtà sono d'accordo, resta però il fatto che alcune parole terminanti in -s sono vive anche nell'uso toscano (per esempio lapis, storis): ovviamente nel vernacolo queste sono quasi sempre adattate alle terminazioni vocaliche, ma nell'uso colto praticamente nessuno scriverebbe «due lapissi» come si dice correntemente.Ferdinand Bardamu ha scritto: Però queste forme mi sembrano (da ignorante di questioni dantesche) delle varianti colte (hapax?), che in realtà confermano la regola dell’intolleranza per le finali consonantiche. Come ricorda giustamente anche lei, alchermes subisce nel parlato un adattamento che neutralizza l’uscita in consonante.
Si va a formare una struttura abbastanza rara, però: la terzultima sillaba accentata e la penultima chiusa.Carnby ha scritto:In ogni caso, nel vernacolo fiorentino alchermes riceve la terminazione -esse o -isse, lasciando invariata la posizione dell'accento: alchèrmesse o alchèrmisse.
Sí, probabilmente non mi suona bene per codesto motivo.valerio_vanni ha scritto:Si va a formare una struttura abbastanza rara, però: la terzultima sillaba accentata e la penultima chiusa.
Sì, però è bene ricordare che nel veneziano odierno «rustico» sono ammesse le finali in /-n, -l, -r/, non in /-s/.domna charola ha scritto:Quindi mi vien da pensare che lo percepisse ormai come forma "normale" della lingua; del resto, anche se parlava in italiano, proveniva pur sempre da una lingua locale che ammette tranquillamente la finale in consonante, quindi probabilmente quella s finale non la sconvolgeva più di tanto...