«Smart working»
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«Smart working»
L’Accademia della Crusca incomincia a fare quello che dovrebbe essere il suo vero lavoro: suggerire traducenti per i forestierismi introdotti da giornalisti e pubblicitari.
Cosí lavoro agile riceve la benedizione della Crusca come corrispettivo dell’inglese smart working, «una nuova forma di tele-lavoro che permetterà ai dipendenti svolgere la loro attività in modo più flessibile, ad esempio dalle loro case, per via telematica» (cito dal comunicato stampa della stessa accademia).
Cosí lavoro agile riceve la benedizione della Crusca come corrispettivo dell’inglese smart working, «una nuova forma di tele-lavoro che permetterà ai dipendenti svolgere la loro attività in modo più flessibile, ad esempio dalle loro case, per via telematica» (cito dal comunicato stampa della stessa accademia).
Re: «Smart working»
Era ora!Ferdinand Bardamu ha scritto:L’Accademia della Crusca incomincia a fare quello che dovrebbe essere il suo vero lavoro: suggerire traducenti per i forestierismi introdotti da giornalisti e pubblicitari.
Tempo fa mi è stato segnalato questo sito, dove uno studioso italo-peruviano «consiglia» i traducenti per i forestierismi sulla base del servizio chiamato Español urgente della Real Academia Española. Certo se a fare una cosa simile è la Crusca è ancora meglio.
- Ferdinand Bardamu
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Ottimo: lavoro agile mi piace, lo trovo un buon traducente!
Vorrei approfittare, però, per fare una piccola domanda (fuori tema):
Non l'avevo mai vista prima, o forse non ci avevo posto attenzione.
Spero non si tratti d'un semplice refuso.
In tal caso mi scuso per la domanda, scaturita come al solito dalla mia curiosità. 
Il Treccani non fa esempi di tal genere: parla solo di "reggenza nominale" (non sarà questo il caso, col verbo nominalizzato, pur in assenza d'articolo?), mentre il Sabatini-Coletti, per citare un altro dizionario, specifica chiaramente che il di o il che devono essere presenti.
In ogni caso, se corretta (piú la leggo, piú mi convinco di sí), è da ritenere una costruzione consigliabile?
Vorrei approfittare, però, per fare una piccola domanda (fuori tema):
è corretta la costruzione di permettere con l'argomento diretto espresso da una frase e non introdotto da di o da che?L'Accademia della Crusca ha scritto:«una nuova forma di tele-lavoro che permetterà ai dipendenti svolgere la loro attività in modo più flessibile, ad esempio dalle loro case, per via telematica»
Spero non si tratti d'un semplice refuso.
Il Treccani non fa esempi di tal genere: parla solo di "reggenza nominale" (non sarà questo il caso, col verbo nominalizzato, pur in assenza d'articolo?), mentre il Sabatini-Coletti, per citare un altro dizionario, specifica chiaramente che il di o il che devono essere presenti.
In ogni caso, se corretta (piú la leggo, piú mi convinco di sí), è da ritenere una costruzione consigliabile?
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
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Già che c'è, gli suggerisca di mettere a disposizione l'elenco di tutte le parole finora affrontate, così uno lo può consultare e valutare, invece di dover andare a tentoni inserendo questa o quella parola. Per esempio, so che c'è ranch e fast food (lo dice lui stesso nella casella di ricerca), e ovviamente boomerang e mouse (verificato). Comunque, poiché questa persona si richiama esplicitamente al verbo di Arrigo Castellani, non è difficile immaginare quali possano essere i traducenti suggeriti.Ferdinand Bardamu ha scritto:Bella iniziativa, quella di Italiano Urgente. Proverò a contattare l’amministratore del sito per proporgli una collaborazione.
- Ferdinand Bardamu
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ilparoliere
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Re: «Smart working»
In inglese smart working non esiste: si dice working from home, remote working, home working, teleworking o al massimo telecommuting. Comunque dopo il COVID-19 quasi tutti in Italia usano soltanto in maniera ossessiva lo pseudoanglicismo senza mai più ricorrere ad un traducente italiano come: lavoro agile, lavoro da casa, lavoro da remoto, lavoro a distanza, lavoro intelligente o il semplicissimo telelavoro per quale motivo non saprei... 
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domna charola
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Re: «Smart working»
Da noi in ufficio in effetti tutti lo chiamano "smart" e basta - cosa che trovo insopportabile - mentre quando si compila il modulo in rete con i giustificativi delle assenze, la casella da barrare è correttamente denominata "lavoro agile". Da noi inoltre c'è differenza fra "lavoro agile" e telelavoro, proprio in termini contrattuali e di applicazione continuativa o a giorni singoli nella settimana. Quindi vengono usati tutti e due, nei fogli ufficiali.ilparoliere ha scritto: mar, 12 ago 2025 16:38 quasi tutti in Italia usano soltanto in maniera ossessiva lo pseudoanglicismo senza mai più ricorrere ad un traducente italiano come: lavoro agile, lavoro da casa, lavoro da remoto, lavoro a distanza, lavoro intelligente o il semplicissimo telelavoro per quale motivo non saprei...![]()
Re: «Smart working»
Dal che si evince chiaramente che telelavoro e lavoro agile non sono equivalenti.Le disposizioni del presente capo, allo scopo di incrementare la competitivita' e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, promuovono il lavoro agile quale modalita' di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attivita' lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all'interno di locali aziendali e in parte all'esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. FONTE (capo II, art. 18)
G.B.
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domna charola
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Re: «Smart working»
Esatto. Mentre il collega in telelavoro per poterlo svolgere ha "subito" la verifica da parte dell'ente sull'idoneità della stanza, tavolo, sedia da cui lavorava a casa, oltre al fatto di poter dimostrare di avere una stanza, noi agili semplicemente non siamo in ufficio, senza alcuna verifica diretta del luogo.G.B. ha scritto: gio, 14 ago 2025 9:20 [omissis]
Dal che si evince chiaramente che telelavoro e lavoro agile non sono equivalenti.
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ilparoliere
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Re: «Smart working»
Segnalo anche il traducente italiano telependolarismo.
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