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«Delitto di» + nome della vittima
Inviato: mer, 02 mar 2016 12:13
di Ferdinand Bardamu
In
questa scheda, l’
Accademia della Crusca tratta dell’uso del sostantivo
delitto seguito dalla preposizione
di e il nome della vittima.
Delitto è voce dotta, dal latino
DELICTU(
M), participio passato di
DELINQUĔRE, ‹mancare, commettere una mancanza, sbagliare, essere in fallo›: non potrebbe dunque reggere un genitivo oggettivo, ma soltanto soggettivo. D’Achille, l’autore della scheda, pur avvertendo che un uso insistente di
delitto — che, per
neosemia, è stato in tutto e per tutto equiparato a
omicidio o
assassinio — seguito da un genitivo oggettivo porterà a una sua definitiva e incontrastabile accettazione, afferma chiaramente che «ci sono buone ragioni per difendere l’uso tradizionale, senz’altro piú corretto». Meno male.
Non mi è però ben chiaro perché l’autore equipari il
di seguito dal nome della vittima al
di seguito dal nome del luogo in cui è avvenuto l’omicidio. Nel secondo caso mi sembra che la preposizione introduca una relazione spaziale che non ripugna al significato proprio di
delitto. Che dite?
Inviato: mer, 02 mar 2016 13:16
di lorenzos
Che c'ha ragione

Inviato: mer, 02 mar 2016 15:56
di Ivan92
Ehm...
che ci ha ragione (o, piú semplicemente,
che ha ragione).

Inviato: mer, 02 mar 2016 16:09
di Infarinato
O, se proprio si vuole:
che cj ha ragione.

Inviato: mer, 02 mar 2016 16:21
di Ivan92
Infarinato ha scritto:O, se proprio si vuole:
che cj ha ragione. ;)
Codesta è per pochi iniziati.

Inviato: mer, 02 mar 2016 18:22
di Carnby
Ivan92 ha scritto:Codesta è per pochi iniziati.
Ancora più «iniziatico»:
che č'ha ragione.

Inviato: mer, 02 mar 2016 18:41
di marcocurreli
Chi? La Crusca o Ferdinand?
Inviato: mer, 02 mar 2016 21:19
di lorenzos
Ferdinand, ovviamente.
Riguardo il cj o il č'ha... boh, mi par ch'avete ragione entrambi, o torto, v. filone del c'hai
http://www.achyra.org/cruscate/viewtopi ... i&ie=utf-8
Inviato: mer, 02 mar 2016 23:59
di Ivan92
lorenzos ha scritto:mi par ch'avete ragione entrambi, o torto.
Ma si riferisce a
cj ha e
č'ha? Se cosí fosse, non si preoccupi! Queste sono, ripetiamolo, proposte per pochi iniziati, grafie che difficilmente attecchirebbero in un testo scritto.
Inviato: gio, 03 mar 2016 12:15
di lorenzos
Sì, certo.
Ma il tutto nasce da un equivoco: con

volevo segnalare l'uso non ortodosso di
c'ha (ma allora avrei forse dovuto scrivere

c'ha

, giusto?). Inoltre ho dimenticato di porre il punto dopo

, così è parso che volessi marcare l'esclamativo.
Mi scuso se ho fatto deviare la discussione, soprattutto con l'ammiratore di Céline (ma come si chiama chi inizia un filone? [o per questo ne va aperto un altro?]).
Inviato: gio, 03 mar 2016 12:26
di Ferdinand Bardamu
lorenzos ha scritto:Mi scuso se ho fatto deviare la discussione, soprattutto con l'ammiratore di Céline (ma come si chiama chi inizia un filone? [o per questo ne va aperto un altro?]).

Di nulla. Chi inizia un filone forse è semplicemente… l’iniziatore del filone. Non saprei trovare un’altra parola.
Tornando in tema, forse D’Achille intendeva sottolineare che espressioni come
il delitto di Avetrana sono abusi se consideriamo il vocabolo
delitto nella sua accezione originale di ‹mancanza, fallo›. In tal senso, dunque, esso potrebbe reggere soltanto un genitivo soggettivo.
Inviato: ven, 04 mar 2016 21:04
di Carnby
Da un po' di tempo delitto ha assunto l'accezione di «omicidio»: nessuno o pochissimi userebbero delitto per un furto o una rapina. Resta da considerare se questa «restrizione» sia accettabile o no. Nel frattempo, io direi di usare «il giallo di Avetrana» ed espressioni simili.