«Delitto di» + nome della vittima

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Ferdinand Bardamu
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«Delitto di» + nome della vittima

Intervento di Ferdinand Bardamu »

In questa scheda, l’Accademia della Crusca tratta dell’uso del sostantivo delitto seguito dalla preposizione di e il nome della vittima. Delitto è voce dotta, dal latino DELICTU(M), participio passato di DELINQUĔRE, ‹mancare, commettere una mancanza, sbagliare, essere in fallo›: non potrebbe dunque reggere un genitivo oggettivo, ma soltanto soggettivo. D’Achille, l’autore della scheda, pur avvertendo che un uso insistente di delitto — che, per neosemia, è stato in tutto e per tutto equiparato a omicidio o assassinio — seguito da un genitivo oggettivo porterà a una sua definitiva e incontrastabile accettazione, afferma chiaramente che «ci sono buone ragioni per difendere l’uso tradizionale, senz’altro piú corretto». Meno male.

Non mi è però ben chiaro perché l’autore equipari il di seguito dal nome della vittima al di seguito dal nome del luogo in cui è avvenuto l’omicidio. Nel secondo caso mi sembra che la preposizione introduca una relazione spaziale che non ripugna al significato proprio di delitto. Che dite?
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lorenzos
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Intervento di lorenzos »

Che c'ha ragione :!:
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

lorenzos ha scritto:Che c'ha ragione :!:
Ehm... che ci ha ragione (o, piú semplicemente, che ha ragione). :)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

O, se proprio si vuole: che cj ha ragione. ;)
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Infarinato ha scritto:O, se proprio si vuole: che cj ha ragione. ;)
Codesta è per pochi iniziati. :lol:
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ivan92 ha scritto:Codesta è per pochi iniziati.
Ancora più «iniziatico»: che č'ha ragione. :wink:
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

lorenzos ha scritto:Che c'ha ragione :!:
Chi? La Crusca o Ferdinand?
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lorenzos
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Intervento di lorenzos »

Ferdinand, ovviamente.
Riguardo il cj o il č'ha... boh, mi par ch'avete ragione entrambi, o torto, v. filone del c'hai http://www.achyra.org/cruscate/viewtopi ... i&ie=utf-8
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

lorenzos ha scritto:mi par ch'avete ragione entrambi, o torto.
Ma si riferisce a cj ha e č'ha? Se cosí fosse, non si preoccupi! Queste sono, ripetiamolo, proposte per pochi iniziati, grafie che difficilmente attecchirebbero in un testo scritto.
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lorenzos
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Intervento di lorenzos »

Sì, certo.
Ma il tutto nasce da un equivoco: con :!: volevo segnalare l'uso non ortodosso di c'ha (ma allora avrei forse dovuto scrivere :!: c'ha :!:, giusto?). Inoltre ho dimenticato di porre il punto dopo :!: , così è parso che volessi marcare l'esclamativo.
Mi scuso se ho fatto deviare la discussione, soprattutto con l'ammiratore di Céline (ma come si chiama chi inizia un filone? [o per questo ne va aperto un altro?]).
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

lorenzos ha scritto:Mi scuso se ho fatto deviare la discussione, soprattutto con l'ammiratore di Céline (ma come si chiama chi inizia un filone? [o per questo ne va aperto un altro?]).
:) Di nulla. Chi inizia un filone forse è semplicemente… l’iniziatore del filone. Non saprei trovare un’altra parola.

Tornando in tema, forse D’Achille intendeva sottolineare che espressioni come il delitto di Avetrana sono abusi se consideriamo il vocabolo delitto nella sua accezione originale di ‹mancanza, fallo›. In tal senso, dunque, esso potrebbe reggere soltanto un genitivo soggettivo.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Da un po' di tempo delitto ha assunto l'accezione di «omicidio»: nessuno o pochissimi userebbero delitto per un furto o una rapina. Resta da considerare se questa «restrizione» sia accettabile o no. Nel frattempo, io direi di usare «il giallo di Avetrana» ed espressioni simili.
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