Se le mie reminiscenze scolastiche non m'ingannano i verbi cominciare (incominciare) e finire si fanno seguire dalla preposizione con (non per): ho cominciato con il dargliele e ho finito con il prenderle.
L'uso della preposizione per (al posto di con), se non cado in errore, è un francesismo e in quanto tale da evitare in buona lingua italiana.
Cominicio "con" o comincio "per"?
Moderatore: Cruscanti
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Cominicio "con" o comincio "per"?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Per quanto riguarda cominciare per + infinito, ritengo anch’io errato questo costrutto. Non cosí finire per + infinito, che, pur essendo d’origine francese, s’è ormai conquistato un posto legittimo nell’italiano grazie all’impiego fattone da scrittori ormai classici. La costruzione sembra comparire nell’Ottocento (il che non ci sorprende), e ne fornisco qui sotto alcuni esempi d’autore.
Ammetto di preferire finire col + infinito, ma dobbiamo distinguere le nostre preferenze personali dallo statuto che certe forme hanno obiettivamente nella lingua d’oggi.Il Conciliatore: Esso finí per essere totalmente straniero ai suoi contemporanei.
Pellico: ...ma a poco a poco mi v’assuefeci, e finí per diminuire anch’esso l’orrore della mia solitudine.
Boito: Anzi un sorcione finí per tentare di rodergli le pantofole, ricamate da Nene.
Verga: ...poco per volta compare Menu finí per non parlare nemmen piú.
Pirandello: La signora Erminia finí per uscir dai gangheri.
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