Spero di fare cosa gradita a chi interessasse segnalando che ieri su RaiNews24, verso le cinque e un quarto pomeridiane, il linguista e uno dei curatori dell'opera festeggiata, come da titolo, il Professor Luca Serianni ha parlato in diretta nella rubrica “Focus 24” intervistato dal giornalista Lorenzo di Las Plassas.
Per coloro che se la fossero persa ma avrebbero voluto seguire l'intervista, possono ancora farlo al seguente indirizzo :
Il professor Serianni risponde sempre alle domande in modo equilibrato e sensato. Per me, tuttavia, sulla «dignità» avrei risposto diversamente: si sente chiaramente che l’intervistatore è sulla linea del no agli anglicismi inutili. «Il dizionario non giudica ma registra»: ma questo potrebbe servire alla gente del 4014, per sapere quali parole fossero usate alla nostra epoca (se ci sarà ancora una Terra e esseri umani ancora capaci di curiosità e indagini), non certo per chi cerca una risposta a quale sia l’uso migliore e da seguire.
Insomma, vogliamo un dizionario che ci ripete tutte le cose insensate che sentiamo, o vogliamo un dizionario che ci dice come dovremmo parlare e scrivere?
Luca Serianni scrive in un italiano ineccepibile e privo di forestierismi. Basta leggere anche La lingua poetica italiana (Carocci, 2009). Peccato che non sia piú severo, quando intervistato, sull’imperversare della sostituzione di parole esistenti con parole inglesi.
Ma la sezione Dillo in italiano è un piccolo gesto nella giusta direzione, anche se non avrà alcun effetto, perché, ecco, chi andrà a leggere quella sezione? Bisognava inserire le raccomandazioni nella voce stessa che l’utente va a cercare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.