«Cosa me ne faccio del suo latinorum»
Moderatore: Cruscanti
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«Cosa me ne faccio del suo latinorum»
Vorrei sapere che valore ha, o se preferite come si chiama, il possessivo quando è usato per associare al "possedente" un modello, persona o cosa, a cui questi sia notoriamente attaccato o che abitualmente gli si associ. Ad esempio "il mio Leopardi e le tue teologie" "i tuoi poeti maledetti" "il tuo Gramsci".
Forse affettivo:
possessivi, aggettivi e pronomiil possessivo può essere usato con una connotazione affettiva in casi in cui il nome indica «una consuetudine, un’azione abituale» (cfr. Serianni 1988: 229):
(12) Centellinavo attonito i miei due soldi di vino (Umberto Saba, “Il sogno di un coscritto (L’osteria fuori porta)”, vv. 19-20)
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
- Francesco94
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Concordo con "lorenzos".
Aggiungerei tuttavia anche l'esempio successivo del Treccani
Aggiungerei tuttavia anche l'esempio successivo del Treccani
Tale uso dell'articolo con l'aggettivo possessivo può essere osservato anche con i singenionimi (gradi di parentela): è una variante affettiva, come descritto nell'Accademia della CruscaÈ inoltre importante notare che i possessivi possono avere un valore tanto soggettivo quanto oggettivo. Il primo, di gran lunga predominante, è illustrato in (13), in cui la seconda persona singolare indica chi prova il sentimento in questione (cioè, in un certo senso, il soggetto logico del nome):
(13) il tuo amore per lo sport [= «l’amore che tu provi per lo sport»]
L'articolo, invece, come suggerisce Serianni (Italiano, Milano, Garzanti, 2000), si esprime normalmente con le varianti affettive dei singenionimi, ad esempio con babbo, papà, mamma, figliolo, figliola, nonna, nonno; perciò, "la mia mamma", "il mio papà" oppure "il mio babbo" sono espressioni corrette, usate nella letteratura da autori sia toscani (come Collodi), sia di altre provenienze geografiche (come Verga). Nell'italiano familiare, specie fuori dalla Toscana, sono tuttavia ben saldi i tipi mia mamma e mio papà.
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