Grazie a un intervento di G. M. su Facebook sono venuto a conoscenza di quest’antica parola, farlingotto: «Barbaro, Quegli, che nel parlare mescola, e confonde varie lingue, storpiandole». Si confà perfettamente a descrivere chi abusa degli anglicismi.
Sarebbe interessante scoprirne l’etimo, che mi pare piuttosto opaco. Il Tommaseo-Bellini dice al riguardo: «Forse corrotto da Parlare in gozzo, e Fare per Dire è forma viva».
Non ho l'etimo ma posso segnalare
ALESSANDRO PARENTI, Farlingotto
Analisi di linguistica storica del termine "Farlingotto".
LINGUA NOSTRA, Anno 2015 - N.3-4 - Pag. 65-89
Lieto che il termine sia piaciuto! A mia volta l'ho scoperto scorrendo in Rete Il libro delle parole altrimenti smarrite di Sabrina D'Alessandro, segnalatomi su Facebook. Lì si dice che deriva
Forse da una deformazione di poliglotto, mutato su «fare» più «lingua».
La ringrazio! Dato il significato della parola, la sua coniazione potrebbe essere opera d’un qualche letterato. Sarebbe curioso vedere in quale opera e autore si trova la prima attestazione; ho visto che è messa a lemma nella terza e nella quarta impressione.
Per l'Alessio sarebbe una deformazione popolare del lat. mediev. polyglottus "chi parla molte lingue, poliglotta" dal gr. polúglottos, accostato paretimologicamente a fare "dire" e a lingua. Dato che il termine si riferiva espressamente a Tedeschi (ferlingotti era usato nel Seicento a Roma per indicare i Tedeschi), si potrebbe pensare ad una deformazione dovuta a una qualche voce tedesca, per es. is verleugne Gott "io rinnego Dio", che sarebbe diventato un termine ingiurioso per indicare i Tedeschi.
Revue de Linguistique Romane publiée par la Société de Linguistique Romane avec le concours du Centre National de la Recherche Scientifique — Tome XVIII — 1954