Grazie mille, Millermann, sempre gentilissimo.
Ho letto la nota della Crusca ma – per l'uso d'un linguaggio troppo tecnico per me: proverò a rileggerla domani a mente fresca

– non mi si sono schiarite molto le idee. In soldoni, mi dica se ho capito bene, questa costruzione (coi verbi
essere,
parere,
sembrare e
divenire) vuole sempre
lo indipendentemente da genere e numero di ciò cui si fa riferimento, mentre l'uso delle forme flesse è di «alcune varietà parlate del settentrione» e quindi va evitato nello scritto?
Facciamo un esempio pratico: immaginiamo un dialogo fra... bruchi:
1) «Non vedo l'ora di diventare una farfalla.» «Lo sarai presto!»
2) «Non vedo l'ora di diventare una farfalla.» «La sarai presto!»
Secondo quanto si è detto, il secondo dialogo segue un uso regionale, mentre il primo è italiano corretto.
Devo ammettere che, letto di fretta, il
lo non mi disturba, ma se ci faccio caso, cercando di tenere un registro "sorvegliato", mi sembra invece decisamente strano, avrei detto persino agrammaticale.

Sarà perché sono settentrionale.
Altro dubbio: con
divenire sì, ma
diventare no? Una dimenticanza della Crusca?