«Morbus anglicus»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ma che cosa ci può essere d’affascinante (se non per un giorno o due) in simili sciocchezzuole? :roll:
Leopardi ha scritto:Gli altri non istudiano la lingua, non la conoscono, si prevalgono della sola sua libertà, senza considerare come vada applicata ed usata, non sanno le forze della lingua, ed in vece di queste, adoprano delle forze straniere ec. L’indole antica della lingua italiana pare a prima vista incompatibile con quella delle cose moderne. Senza cercare dunque né scoprire come queste indoli si possano accordare (il che non può conoscere chi non conosce la lingua), si sacrifica quella a questa, o questa a quella, o si uniscono mostruosamente con danno di tutt’e due. Laddove la lingua italiana deve e può conservare la sua indole antica adattandosi alle cose moderne, esser bella trattando il vero; parere anche antica qual è, senza però mancare a nessuno de’ moderni usi, e adattarvisi senza alcuno sforzo. (10-12 ott. 1821)
Avatara utente
bubu7
Interventi: 1454
Iscritto in data: gio, 01 dic 2005 14:53
Località: Roma
Info contatto:

Intervento di bubu7 »

bubu7 ha scritto:Perché invece speakeraggio :evil: (per riproduzione audio/vocale), sempre nella stessa pagina, è di suo gradimento? :)
Tra l'altro, in codest'accezione, il termine non è neanche registrato dal Garzanti in linea.
Quasi quasi gli scrivo... :wink:
Ecco la risposta inviatami dal settore linguistico della Garzanti contenente le motivazioni della loro scelta.
Il termine “speakeraggio” è stato accolto nella pagina di presentazione delle nuove edizioni 2007 con l’intenzione di privilegiare una parola che, rispetto alla più generica “pronuncia”, presenta maggiore precisione e un’indubbia legittimità tecnica. ‘Speakeraggio’, infatti, viene normalmente adoperato negli studi di registrazione per indicare la ‘realizzazione fonica di una o più parole da parte di uno speaker’ (altro anglicismo che non ha un perfetto equivalente in italiano).

Accanto all’attenta considerazione del patrimonio linguistico italiano, il nostro Dizionario si propone di registrare l’evoluzione e le novità della lingua viva e ha quindi il dovere di aggiornare e di informare il lettore sull’utilizzo di parole ormai così diffuse in giornali, libri e trasmissioni televisive. Questi termini circolano nell'italiano attuale, e un buon dizionario ha il dovere di registrarli.

Il fatto che non si trovi nel dizionario di italiano on line è perché si tratta dell’edizione 2003, mentre questo termine è stato introdotto nei nostri dizionari a partire dalla scorsa edizione 2006.

La ringraziamo per la sua segnalazione, segno di un’attenzione nei confronti della lingua italiana che apprezziamo e condividiamo.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Sono le solite argomentazioni...
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Federico ha scritto:Sono le solite argomentazioni...
...di chi è orbo di sindèresi... :roll:
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5256
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:versione o edizione, in italiano, non si possono applicare a supporti elettronici, oh no; infatti, i grandi conoscitori della lingua dicono, italianissimamente, release. Un arricchimento da non perdere! ;)
Guardate un po’ come i «traduttori ufficiali» del programma di gestione di questo forum hanno tradotto release qui:lol::roll::cry:
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Infarinato ha scritto:Guardate un po’ come i «traduttori ufficiali» del programma di gestione di questo forum hanno tradotto release qui:lol::roll::cry:
Liberazione? :lol: O diva Luce, hai risplenduto! :D
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Signora mia....

Intervento di Bue »

Stavolta non posso fare a meno di unirmi al coro delle lamentazioni:
Fabrizio del Noce ha scritto:E' un access prime time in cui crediamo molto: si passa dal game al people show.
(fonte)

:roll: :roll: :roll:
fabbe
Interventi: 454
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 20:57

Intervento di fabbe »

Bue ha scritto:Stavolta non posso fare a meno di unirmi al coro delle lamentazioni:
Fabrizio del Noce ha scritto:E' un access prime time in cui crediamo molto: si passa dal game al people show.
(fonte)

:roll: :roll: :roll:
:cry: Forse così? (tento una traduzione non letterale anche se non sono sicuro di aver capito il vero significato di "game show" e "people show")
ha scritto:E' un preserale in cui crediamo molto: si passa da un programma a giochi ad un varietà comico.
Lo so, lo so: per gli estimatori delle parole di pregio inglesi la mia localizzazione è troppo imprecisa. :wink:
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ottima traduzione, Fabbe. :)

In fondo le mie previsioni non erano cosí lungi dalla realtà... L’italiano non scomparirà, ma s’indebolirà lessicalmente sempre di piú, per divenire incapace di discorsi tecnici senza ricorso agli anglicismi. È davvero un gran peccato che del declino d’una lingua cosí illustre dobbiamo essere noi stessi gli artefici.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1899
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Ottima traduzione, Fabbe. :)

In fondo le mie previsioni non erano cosí lungi dalla realtà... L’italiano non scomparirà, ma s’indebolirà lessicalmente sempre di piú, per divenire incapace di discorsi tecnici senza ricorso agli anglicismi. È davvero un gran peccato che del declino d’una lingua cosí illustre dobbiamo essere noi stessi gli artefici.
Un'osservazione interessante in Sociolinguistica dell'italiano contemporaneo, di Gaetano Berruto, p. 166, là dove parla delle diverse valutazioni - negative ma anche parzialmente positive - dell'italiano burocratico:
[...]inoltre, il linguaggio burocratico è, a quanto pare, uno dei pochi settori della lingua in grado di contrastare efficacemente l'introduzione indiscriminata dei forestierismi, mediante la sostituzione del termine burocratico italiano a quello straniero (come nel caso di tempo definito per part time).
Ho appena verificato in rete, dove si conferma che è tempo definito (e non tempo parziale come vedo nella lista) a essere contrapposto a tempo pieno.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Ho appena verificato in rete, dove si conferma che è tempo definito (e non tempo parziale come vedo nella lista) a essere contrapposto a tempo pieno.
La locuzione a tempo parziale è nel GRADIT, con sinonimo part time.

A tempo definito ha un significato diverso:
a tempo definito di contratto di lavoro, caratterizzato dall’apposizione di un termine, alla cui scadenza il rapporto cessa senza la necessità di alcuna dichiarazione di volontà delle parti.
Diverso anche, sembra, a tempo determinato.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1899
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Ho appena verificato in rete, dove si conferma che è tempo definito (e non tempo parziale come vedo nella lista) a essere contrapposto a tempo pieno.
La locuzione a tempo parziale è nel GRADIT, con sinonimo part time.

A tempo definito ha un significato diverso:
a tempo definito di contratto di lavoro, caratterizzato dall’apposizione di un termine, alla cui scadenza il rapporto cessa senza la necessità di alcuna dichiarazione di volontà delle parti.
Diverso anche, sembra, a tempo determinato.
La definizione sembra restrittiva. Basta dare un'occhiata a qualche pagina di università o altri organismi in cui si parli di contratti di lavoro e delle varie modalità di impegno lavorativo - in cui si fa anche riferimento a decreti legislativi - vedi qui per esempio: http://www.unibo.it/Portale/Personale/R ... ti/opz.htm, per rendersi conto che tempo definito (a volte chiosato con part time) viene contrapposto a tempo pieno nello stesso senso semantico in cui in inglese full time verrebbe contrapposto a part time. Marco, le traduzioni di qualità non si fanno consultando i dizionari, bensì confrontando le definizioni nella lingua di partenza e in quella di arrivo. Ma non voglio entrare in polemica; per quanto mi riguarda, mi trovo d'accordo con Berruto (che tra l'altro essendo un professore avrà ben presente la distinzione e il significato di tempo pieno e tempo definito) e fino a prova contraria, basata su ricerche accurate e non sulla consultazione di un dizionario monolingue, immobilizzato nel tempo, ritengo valida la resa da lui indicata per part time.

Il punto più importante dell'osservazione comunque era un altro: che il linguaggio burocratico ha la forza di sostituire i forestierismi.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Speriamo proprio che il linguaggio burocratico provveda a sostituire i forestierismi.

Comunque sia, a tempo parziale è una locuzione usata e che rende part time (come il francese à temps partiel).

Anche il Devoto-Oli da tempo parziale rimanda a part time. Che poi certi dizionari non siano accurati nelle definizioni, lo può dire lei, e magari il Berruto, ma non mi sembra proprio lucidissimo revocarlo in dubbio.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1899
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Speriamo proprio che il linguaggio burocratico provveda a sostituire i forestierismi.

Comunque sia, a tempo parziale è una locuzione usata e che rende part time (come il francese à temps partiel).

Anche il Devoto-Oli da tempo parziale rimanda a part time. Che poi certi dizionari non siano accurati nelle definizioni, lo può dire lei, e magari il Berruto, ma non mi sembra proprio lucidissimo revocarlo in dubbio.
Penso che possiamo venirci incontro in questo modo: senz'altro tempo parziale è una possibile resa, generica, di part time, ma c'è da dubitare che chi usa il secondo gli sostituisca il primo (al massimo userà tempo parziale per chiosare), mentre in un preciso contesto funzionale, normativo, part time trova un sostituito che lo esclude. Da qui si possono trarre varie interessanti considerazioni, magari più in là ci sarà il tempo di farle, per il momento la saluto. A domani.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Propongo la lettura di quest’articolo.

Le occorrenze gugoliane di a tempo parziale ammontano a 674.000.

A domani. :)
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot] e 21 ospiti