«Ciliegia»

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«Ciliegia»

Intervento di Ligure »

Provo a formulare, in questa sezione, un quesito piuttosto specifico che mi è stato rivolto e al quale non ho saputo fornire una risposta adeguata. In realtà, avevo ricercato in rete, ma mi chiedo se, in casi come questo, un atteggiamento esigente anche nei confronti degli autori - e parlo del Castellani, non di un autore qualsiasi - possa risultare giustificato e sia auspicabile puntare su un livello esplicativo più convincente o risulti ragionevole accontentarsi.

Infatti, relativamente alla “transizione fonetica” da “ciriegia” - voce ritenuta regolare rispetto all'etimo - a “ciliegia”, le spiegazioni addotte dal Castellani - ammesso che siano state riferite correttamente (non ho i testi sotto mano) e ammesso che non ne esistano altre - non appaiono completamente credibili (anche perché la prima spiegazione fornita dall'Autore, viene, in seguito, da lui stesso deenfatizzata):

https://italian.stackexchange.com/quest ... iegia/2010

Il Castellani - come si può leggere nel riferimento sopra fornito - scrive :" ... il dittongo iè dopo r si pronuncia male (la presenza di r costringe a dar pieno valore vocalico alla prima componente: ciri-egia). ... ".

Può davvero essere esistita una pronuncia quadrisillaba - /ˌʧiri'ɛ:ʒa/ - ?

Se è vero che si ebbe lo pseudodittongo /'-jɛ:/ da /ĕ/, si può effettivamente considerare regolare il nesso /-rj-/ così formatosi che, in fiorentino, avrebbe dovuto fornire /-j-/?

E la pronuncia /ʧi'ljɛ:ʒa/non avrebbe potuto essere il rimedio a un esito del tipo di /ʧi'jɛ:ʒa/?
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Re: «Ciliegia»

Intervento di Infarinato »

Ligure ha scritto: gio, 30 apr 2020 19:50 Se è vero che si ebbe lo pseudodittongo /'-jɛ:/ da /ĕ/, si può effettivamente considerare regolare il nesso /-rj-/ così formatosi che, in fiorentino, avrebbe dovuto fornire /-j-/?
No, perché, per quel che ne sappiamo, il passaggio da [-r/ɾj-] a [-j-] si ha nel V secolo (e in ogni caso si conclude ben prima della fine del VI), mentre il dittongamento toscano si può datare (con inusuale precisione) tra le fine VI secolo e la metà del VII. ;)
Ligure ha scritto: gio, 30 apr 2020 19:50 Il Castellani - come si può leggere nel riferimento sopra fornito - scrive :" ... il dittongo iè dopo r si pronuncia male (la presenza di r costringe a dar pieno valore vocalico alla prima componente: ciri-egia). ... ».

Può davvero essere esistita una pronuncia quadrisillaba - /ˌʧiri'ɛ:ʒa/ - ?
Come già ricordato, il Castellani si è [parzialmente] corretto su questo punto. Quello su cui può senz’altro concordare con lui è che «[q]uel che conta, è che la sequenza voc. + r + iè apparisse anomala». Siamo quindi probabilmente difronte a un fenomeno di omogeneizzazione e semplificazione articolatoria: può darsi che si tratti di forma originariamente fanciullesca, come ipotizza il Castellani, o di un semplice vezzo di pronuncia, dettato appunto dalla maggior facilità nell’articolare un [-ˈljɛː-] rispetto a un [-ˈrjɛː-] in un periodo in cui [-Vr/ɾjɛ-] appariva sempre piú anomalo e forse cominciavano a comparire (seppure in altri contesti fonetici) esempi di rotacismo, avvertiti come decisamente «rustici» e, in quanto tali, sottoposti a censura sociale. In quest’ultimo caso, si potrebbe parlare [anche] d’ipercorrettismo…
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Re: «Ciliegia»

Intervento di Ligure »

Infarinato ha scritto: sab, 02 mag 2020 13:21
Ligure ha scritto: gio, 30 apr 2020 19:50 Se è vero che si ebbe lo pseudodittongo /'-jɛ:/ da /ĕ/, si può effettivamente considerare regolare il nesso /-rj-/ così formatosi che, in fiorentino, avrebbe dovuto fornire /-j-/?
No, perché, per quel che ne sappiamo, il passaggio da [-r/ɾj-] a [-j-] si ha nel V secolo (e in ogni caso si conclude ben prima della fine del VI), mentre il dittongamento toscano si può datare (con inusuale precisione) tra le fine VI secolo e la metà del VII. ;)
La ringrazio molto, perché sí, in effetti, mi sarebbe piaciuto "illudermi" su una possibilità di "risicatissima" sovrapposizione dei periodi temporali dei due distinti processi evolutivi in modo da poter pensare che /ʧi'ljɛ:ʒa/potesse essere un "rimedio" a un'eventuale pronuncia del tipo di/ʧi'jɛ:ʒa/ - /ʧi'ʎɛ:ʒa/, dal momento che, in Toscana, ho potuto ascoltare diverse volte la seconda.

Quindi, se capisco bene, se non esistono attestazioni così precoci di /ʧi'ljɛ:ʒa/, ciò significa "banalmente" che ho invertito l'effetto con la causa. :oops: :cry:

È, pertanto, la pronuncia /ʧi'ʎɛ:ʒa/ che deriva da /ʧi'ljɛ:ʒa/. O ne costituisce una "particolare" realizzazione. E non l'opposto!

Grazie ancora!
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Re: «Ciliegia»

Intervento di Carnby »

Solo un appunto: nelle trascrizioni fonematiche, tra barre oblique, del toscano e dell’italiano non è opportuno mettere il crono [ː] dopo vocale accentata in sillaba aperta in quanto non ha carattere fonematico. Va invece messo nelle trascrizioni fonetiche, tra parentesi quadre.
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Re: «Ciliegia»

Intervento di Ligure »

Carnby ha scritto: sab, 02 mag 2020 21:29 Solo un appunto: nelle trascrizioni fonematiche, tra barre oblique, del toscano e dell’italiano non è opportuno mettere il crono [ː] dopo vocale accentata in sillaba aperta in quanto non ha carattere fonematico. Va invece messo nelle trascrizioni fonetiche, tra parentesi quadre.
Certo, ha perfettamente ragione - lo chiarisce anche il Canepari! -.

Me n'ero anche accorto, ma la pigrizia, nel dover rimettere mano a un messaggio che avevo già provveduto a correggere più d'una volta, ha prevalso.

Ma ha fatto bene a segnalarlo, anche per condivisione da parte di tutti.
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