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«Cringe»

Inviato: mer, 05 ago 2020 14:43
di loquispatha
Questa parola è onnipresente ormai nel gergo giovanile, lo so perché sono un giovane anch'io. Può essere sostantivo, aggettivo, e diventare verbo ("cringiare"). Vi riporto una definizione estratta dall'Urban Dictionary: "When someone acts/ or is so embarrassing or awkward , it makes you feel extemely ashamed and/or embarrassed." (https://www.urbandictionary.com/define.php?term=Cringe). Quindi, significa una forma d'imbarazzo che scaturisce quando noi o qualcun'altro compie (o compiamo? che concordanza qui?) un'azione, appunto, imbarazzante, da volersi sotterrare, e che porta ad aggrottare la faccia e a farsi piccoli piccoli.

I traducenti più ovvi e naturali sono imbarazzo per il sostantivo e imbarazzante per l'aggettivo, es. "Questo video è davvero cringe" -> "Questo video è davvero imbarazzante", ma temo che sarà dura sradicare questo barbarismo dal linguaggio giovanile per via delle sue sfumature più specifiche e per la sua immediatezza. Inoltre, il verbo è più immediato e incisivo di "provare imbarazzo" o "mettere in imbarazzo". Un esempio è "Quando fai questi discorsi, cringio!" Per carità, si può sempre dire "Quando fai questi discorsi mi metti in imbarazzo!", perfettamente comprensibile ed efficace, e solitamente parlo così io, ma temo che per molti giovani sia diverso.

Cosa ne dite? Creare un neologismo? Usare "imbarazzo" e derivati? Adattare cringe alla pronuncia, così come si scrive?

Re: «Cringe»

Inviato: mer, 05 ago 2020 17:16
di G.B.
Vede: il problema degli adattamenti, oggigiorno, è proprio che non si fanno. Se, effettivamente, noi giovani scrivessimo cringe, cringi e dicessimo /'krinʤe/, /'krinʤi/, e, allo stesso modo, scrivessimo frenzonare, laiccare ecc., non ci sarebbe alcun problema: equivalenti tutt'italiani esistono e chi non volesse fare il giovane, potrebbe non farlo. Ma, purtroppo, si lascia ogni cosa come arriva.

Poco male in questo caso: come da Lei ricordato, è un anglismo confinato al gergo giovanile; il che, statisticamente, ne accorcia anche la vita. Per il resto, in italiano c'è e ci sarà sempre imbarazzante.

P.S.
Benvenuto tra noi! Se ci tiene ad approfondire l'argomento può trovare tutte le informazioni che le servono qui.

Re: «Cringe»

Inviato: mer, 05 ago 2020 17:39
di Marco1971
loquispatha ha scritto: mer, 05 ago 2020 14:43 ...quando noi o qualcun'altro compie (o compiamo? che concordanza qui?) un'azione...
Le rispondo solo su questo (le considerazioni di G. B. mi trovano d’accordo, ma da likare farei laicare con una sola c).

In noi o qualcun altro (senz’apostrofo), abbiamo due soggetti disgiunti, uno di prima persona plurale e uno di terza singolare. In questi casi, normalmente, prevale la prima persona plurale. Diciamo infatti Noi o lui vinceremo; Lo faremo noi o lui, non *Noi o lui vincerà; *Lo farà noi o lui.

Re: «Cringe»

Inviato: mer, 05 ago 2020 21:54
di Tecumseh
loquispatha ha scritto: mer, 05 ago 2020 14:43 [...] il verbo è più immediato e incisivo di "provare imbarazzo" o "mettere in imbarazzo". Un esempio è "Quando fai questi discorsi, cringio!" Per carità, si può sempre dire "Quando fai questi discorsi mi metti in imbarazzo!", [...]
Termine mai udito né letto prima d'ora, sicché non mi perito di domandarle un chiarimento: il virgolettato « mettere in imbarazzo » poteva essere direttamente sostituito da imbarazzare, oppure no? Perché quando fai questi discorsi, m'imbarazzo (o [tu] m'imbarazzi se portiamo a riferimento [tu] mi metti in imbarazzo 'mettere in imbarazzo') a me sembra il perfetto italiano per « Quando fai questi discorsi, cringio! ». C'è dunque, o no, un debito di comprensione da parte mia?

Re: «Cringe»

Inviato: gio, 06 ago 2020 9:07
di loquispatha
Tecumseh ha scritto: mer, 05 ago 2020 21:54
loquispatha ha scritto: mer, 05 ago 2020 14:43 [...] il verbo è più immediato e incisivo di "provare imbarazzo" o "mettere in imbarazzo". Un esempio è "Quando fai questi discorsi, cringio!" Per carità, si può sempre dire "Quando fai questi discorsi mi metti in imbarazzo!", [...]
Termine mai udito né letto prima d'ora, sicché non mi perito di domandarle un chiarimento: il virgolettato « mettere in imbarazzo » poteva essere direttamente sostituito da imbarazzare, oppure no? Perché quando fai questi discorsi, m'imbarazzo (o [tu] m'imbarazzi se portiamo a riferimento [tu] mi metti in imbarazzo 'mettere in imbarazzo') a me sembra il perfetto italiano per « Quando fai questi discorsi, cringio! ». C'è dunque, o no, un debito di comprensione da parte mia?
No no, la sua traduzione è perfetta, non ci avevo nemmeno pensato per quanto ovvio! :D dunque sì, per il momento questo anglismo rimane confinato al gergo giovanile quindi non rappresenta un pericolo così increscioso, per quanto mi sconfortino sempre un po' l'impoverimento e l'imbarbarimento linguistico ed espressivo dei miei coetanei :cry:
G.B. ha scritto: mer, 05 ago 2020 17:16 Benvenuto tra noi! Se ci tiene ad approfondire l'argomento può trovare tutte le informazioni che le servono qui.
Grazie mille!

Re: «Cringe»

Inviato: gio, 06 ago 2020 10:07
di Tecumseh
La ringrazio del chiarimento. :)

Re: «Cringe»

Inviato: dom, 27 set 2020 19:14
di G.B.
Segnalo questo articolo che mi trova alquanto perplesso rispetto alla sua parte finale qui messa in corsivo:
Terminologia etc. ha scritto: In italiano l’anglicismo cringe è usato sia come sostantivo che come aggettivo e si è rivelato piuttosto produttivo. Ne derivano il superlativo cringissimo, il verbo cringiare (anche riflessivo: sentirsi a disagio o provare imbarazzo) e il sostantivo cringiata (ciò che provoca la reazione).

[...]

C’è chi forse storce il naso davanti a queste neoformazioni ibride. Andrebbero invece viste come una prova della vitalità della lingua italiana, che è capace di integrare nel proprio sistema forestierismi apparentemente incompatibili con le proprie strutture.
Nel proprio sistema morfologico, inevitabilmente. Nel proprio sistema ortografico-fonologico, non direi. E infatti è proprio il contrario: un forestierismo come cringe «apparentemente» è compatibilissimo con le strutture dell'italiano (basterebbe naturalmente pronunciarne la e finale), realmente —foneticamente—, no.

Re: «Cringe»

Inviato: dom, 27 set 2020 19:29
di Marco1971
La signora in questione partecipò anni fa a questa piazza. Né io né chi fa lo stesso suo mestiere siamo molto d’accordo sulle sue posizioni (soprattutto per quanto riguarda la traduzione informatica).

E dove si scorge «vitalità», c’è in realtà apatia e appiattimento, incapacità creativa o traduttiva. Nei rari casi d’intraducibilità, se davvero l’italiano fosse ancora una lingua potente e vigorosa, assorbirebbe quelle poche parole adattandone tutta la serie, non solo la base forestiera col suffisso, ma anche il sostantivo (come tuttora fa lo spagnolo).

Re: «Cringe»

Inviato: dom, 27 set 2020 20:32
di G.B.
Marco1971 ha scritto: dom, 27 set 2020 19:29 La signora in questione partecipò anni fa a questa piazza. Né io né chi fa lo stesso suo mestiere siamo molto d’accordo sulle sue posizioni (soprattutto per quanto riguarda la traduzione informatica).
Sí, Marco, ho presente (c'è anche qualche rimando nell'«osservatorio»); e nemmeno io son molto persuaso della sua linea.

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 17 gen 2023 23:13
di Utente cancellato 676
Vergogna vicaria è decisamente troppo alta come registro per scalzare cringe.

Che «presa a male» che non si trovi una espressione gergale assimilabile.

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 31 gen 2023 15:54
di 12xu
Molti linguisti hanno tentato di giustificare l'esistenza di «cringe» definendolo come «imbarazzo più disagio», quando in realtà, come fatto notare da molti qui sopra, l'imbarazzo prevede già in sé il disagio.
In realtà, secondo me, la vera forza di «cringe» sta nella sua icasticità: l'imbarazzo può essere celato, il «cringe» è letteralmente l'atto di rabbrividire e smorfiare per ribrezzo. E in effetti, secondo me la parola più corretta per tradurre «cringe» sarebbe proprio ribrezzo, che indica la stessa sensazione di disagio viscerale come ben descritto da questo pezzo. Ha inoltre il pregio di essere alla base di un verbo già attestato, ribrezzare, che tradurrebbe «cringiare».

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 31 gen 2023 17:57
di Difesa Italiano
12xu ha scritto: mar, 31 gen 2023 15:54 il «cringe» è letteralmente l'atto di rabbrividire e smorfiare per ribrezzo. E in effetti, secondo me la parola più corretta per tradurre «cringe» sarebbe proprio ribrezzo
Stiamo forse fraintendendo il significato di questo termine del gergo giovanile. Cito il Treccani:
Treccani ha scritto: Cringe: agg. inv. Detto di fatti, comportamenti o frasi percepiti come ridicoli e imbarazzanti da chi osserva o ascolta. | Come s. m. inv., la sensazione di disagio e di imbarazzo provata; anche, in concreto, ciò che provoca tale sensazione.
E qui la definizione di ribrezzo:
Treccani ha scritto: ribrezzo: 1) ant. Brivido provocato dal freddo o dalla febbre 2) Moto improvviso e violento di repulsione o di schifo, d’orrore o di raccapriccio, suscitato da una impressione fisica, o anche morale
Se ne deduce facilmente che ribrezzo non può tradurre cringe.

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 31 gen 2023 18:31
di 12xu
Difesa Italiano ha scritto: mar, 31 gen 2023 17:57 Se ne deduce facilmente che ribrezzo non può tradurre cringe.
Se legge la definizione del Merriam-Webster di «cringe», noterà che «ribrezzo» coincide quasi letteralmente:
Merriam-Webster ha scritto: Cringe
  • : to recoil in distaste
  • : to draw in or contract one's muscles involuntarily (as from cold or pain)
Se il cringe fosse semplicemente il «ridicolo e l'imbarazzante», non si sarebbe mai affermato come termine; «cringe» indica piuttosto un brivido interiore causato sia dall'imbarazzo sia dalla repulsione, che è ben più forte del solo imbarazzo. Il suo abuso nella rete ha annacquato (perdona perdonimodifica la metafora) il suo significato originale, facendolo coincidere con l'imbarazzo classicamente inteso: il significato ripreso appunto dalla Treccani.
Ma il vocabolo italiano che meglio traduce «cringe» nella sua accezione originale è ribrezzo; quindi se un giovane volesse esprimere un'emozione più forte dell'imbarazzo, che causa un brivido di intimo disagio dovuto a una visione miserevole, ma meno forte dell'orrore, potrebbe usare ribrezzo; altrimenti può usare il classico imbarazzo.

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 31 gen 2023 18:47
di Infarinato
12xu ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:31 Il suo abuso nella rete ha annacquato (perdona perdoni la metafora) il suo significato originale, facendolo coincidere con l'imbarazzo classicamente inteso: il significato ripreso appunto dalla Treccani.
Ma il vocabolo italiano che meglio traduce «cringe» nella sua accezione originale è ribrezzo
Solo una veloce annotazione: qui ci si occupa di forestierismi, cioè di parole straniere cosí come vengono usate in italiano. Del significato che hanno nella lingua originale c’interessa fino a un certo punto. Per fare l’esempio classico, night in «italiano» è locale notturno, non notte;)

Re: «Cringe»

Inviato: mar, 31 gen 2023 18:59
di 12xu
Infarinato ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:47 12xu ha scritto: ↑mar, 31 gen 2023 18:31
Il suo abuso nella rete ha annacquato (perdona perdoni la metafora) il suo significato originale, facendolo coincidere con l'imbarazzo classicamente inteso: il significato ripreso appunto dalla Treccani.
Ma il vocabolo italiano che meglio traduce «cringe» nella sua accezione originale è ribrezzo…
Scusatemi, non sono abituato a usare il pronome di cortesia sui fori (neanche nella vita quotidiana a dire il vero), e ogni tanto mi scappa il "tu" per quanto m'impegni.
Infarinato ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:47 Solo una veloce annotazione: qui ci si occupa di forestierismi, cioè di parole straniere cosí come vengono usate in italiano. Del significato che hanno nella lingua originale c’interessa fino a un certo punto. Per fare l’esempio classico, night in «italiano» è locale notturno, non notte.
Lo so bene, ma è evidente che per i giovani «cringe» non indichi l'imbarazzo classicamente inteso, quanto l'accezione riportata dall'autore del filone: un imbarazzo che causa un disagio estremo, che fa rabbrividire e smorfiare.
Ribrezzo e ribrezzare possono essere soggetti allo stesso slittamento semantico di «cringe», in quanto partono dalla stessa accezione: un rabbrividire non provocato da terrore né da nausea, quanto da disgusto.