Buongiorno,
un ulteriore dubbio mi attanaglia: è corretto, sul piano della concordanza, proferire "Ti farò sapere se ho vinto"? Più in generale, in siffatto costrutto è legittimo l'impiego del passato prossimo?
Cambiando il verbo del contenuto della comunicazione, ad es. adoperando "dire", mi suona più naturale il presente ("Ti farò sapere che cosa mi dicono").
«Ti farò sapere se ho vinto»
Moderatore: Cruscanti
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Re: «Ti farò sapere se ho vinto»
Riporto il passo della GGIC (vol. II, I.2.3.2.2.1., p. 92). Il passato prossimo vi è chiamato perfetto composto.
In una frase subordinata, il perfetto composto può indicare anteriorità rispetto a un futuro semplice o a un presente di senso futurale della frase principale. Ess.:
(153 a) Quando vedrai Gianni, digli / gli dirai soltanto che sei venuto per prendere la tua roba.
(153 b) Se entro due ore Enrico non se n’è andato, gliene dico / dirò di tutti i colori.
(153 c) Soltanto fra un mese sarà possibile capire chi ha avuto ragione tra noi due.
(153 d) Stai tranquillo: ti tengo / terrò compagnia solo fino a quando ti è passata la paura di star solo.
Negli ess. (153b-d) il perfetto composto potrebbe essere sostituito da un futuro composto, poiché l’evento di cui si parla non si colloca necessariamente prima del momento dell’enunciazione. In quest’accezione, dunque, il perfetto composto non può essere considerato, a stretto rigore, un Tempo passato. Tuttavia l’effettiva localizzazione temporale del momento dell’avvenimento può anche dipendere da circostanze di natura pragmatica: in (153a) è possibile che l’azione del venire si sia già verificata al momento in cui si parla. È quindi sufficiente che l’evento cui si allude si collochi anteriormente all’evento espresso mediante il Tempo (deittico) della proposizione reggente.
E aggiungo che quest’uso del passato prossimo è tipico della lingua parlata; in uno stile formale, si rispetterà la concordanza stretta col futuro anteriore (Ti farò sapere se avrò vinto).
In una frase subordinata, il perfetto composto può indicare anteriorità rispetto a un futuro semplice o a un presente di senso futurale della frase principale. Ess.:
(153 a) Quando vedrai Gianni, digli / gli dirai soltanto che sei venuto per prendere la tua roba.
(153 b) Se entro due ore Enrico non se n’è andato, gliene dico / dirò di tutti i colori.
(153 c) Soltanto fra un mese sarà possibile capire chi ha avuto ragione tra noi due.
(153 d) Stai tranquillo: ti tengo / terrò compagnia solo fino a quando ti è passata la paura di star solo.
Negli ess. (153b-d) il perfetto composto potrebbe essere sostituito da un futuro composto, poiché l’evento di cui si parla non si colloca necessariamente prima del momento dell’enunciazione. In quest’accezione, dunque, il perfetto composto non può essere considerato, a stretto rigore, un Tempo passato. Tuttavia l’effettiva localizzazione temporale del momento dell’avvenimento può anche dipendere da circostanze di natura pragmatica: in (153a) è possibile che l’azione del venire si sia già verificata al momento in cui si parla. È quindi sufficiente che l’evento cui si allude si collochi anteriormente all’evento espresso mediante il Tempo (deittico) della proposizione reggente.
E aggiungo che quest’uso del passato prossimo è tipico della lingua parlata; in uno stile formale, si rispetterà la concordanza stretta col futuro anteriore (Ti farò sapere se avrò vinto).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Ti farò sapere se ho vinto»
Grazie per la delucidazione.
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