De gustibus ...
Ho comunque apprezzato l'esempio (potenzialmente valido anche in negativo) del parlamentare in merito al concetto di
accountability, probabilmente in quanto mi trovavo in un momento di "allergia alla politica", che, forse, non capita solo a me.
Relativamente al
rendiconto, non si tratta d'un malinteso, ma d'un significato assolutamente appropriato e molto diffuso:
https://www.treccani.it/vocabolario/rendiconto
https://www.treccani.it/vocabolario/rendicontare
https://www.treccani.it/vocabolario/rendicontazione/
Comunque, le mie erano solo osservazioni e, per altro, il mio contributo sul tema s'era già - sostanzialmente - esaurito, anche se non sono il solo a ritenere superiore la traduzione di un vocabolo straniero non composto (a prescindere dall'antica preposizione iniziale di
accountability, certamente non "avvertita" dall'anglofono medio - e non solo -) con una sola voce.
Trovo inadeguato un termine composto quale "rendiragione" in quanto la ricchezza lessicale dell'italiano deve consentire di poter impiegare - per indicare un concetto importante, se esso risulta sufficientemente chiaro - una sola parola "astratta". Come nel caso dell'italiano è (quasi) sempre avvenuto in letteratura, filosofia, politica ecc.. Anche per contrastare il convincimento di scontata
superiorità ed
eleganza del termine inglese.
Una parola che possa corrispondere al "messaggio implicito" di serietà (o
seriosità, come mi verrebbe da scrivere) e (forse, solo presunta) raffinatezza lessicale di chi s'avvale del termine
accountability.
E, mediante l'impiego di questo vocabolo, vuole inviarci - con profonda motivazione - un messaggio implicito sulle caratteristiche di raffinatezza e di adeguatezza delle proprie scelte linguistiche, cioè un messaggio implicito sulla propria personale
superiorità. Anche in questo caso (in cui si tratta della ricerca e dell'uso di termini ritenuti particolarmente "prestigiosi"), evidentemente, l'opzione linguistica del singolo corrisponde a motivazioni extralinguistiche.
Per altro, non credo d'essere il solo - specialmente nell'attuale struttura della società - ad avvertire l'esigenza d'un termine ben più generale che possa anche allontanare l'accezione semantica da un'esemplificazione fondata su operazioni originariamente contabili. Cioè, comunque,
azioni, non
caratteristiche o
qualità ...
Continuando a sentire molto lontano il ruolo di una persona che "deve dar conto" dal ruolo di una persona che deve "dare, consegnare un rendiconto". E, se si pensa che potrebbero sorgere malintesi, allora risulterebbe opportuno provare a evitarli.Tanto più che - senza più bisogno di formulare ulteriori esempi, per altro noti a tutti - attualmente i rendiconti sono tipicamente effettuati e consegnati da società specializzate esterne e non dalla, -e persona, -e che di quella gestione e di quei risultati "dovrà dar conto ...".
Oltre al fatto evidente che, assai spesso, s'è chiamati a "dover dar conto" non di risultati numericamente sintetizzabili, ma di decisioni personali, scelte politiche, gestione delle relazioni personali e aziendali. Tutti aspetti molto importanti (spesso contrassegnati anche da notevole complessità) e meglio descrivibili mediante il linguaggio metaforico collegato al "doverne rispondere", al "doverne dar conto" piuttosto che con riferimento a singoli risultati numerici oggigiorno sempre più affidati a professionisti e a società di consulenza esterne. In quanto la professionalità dovrebbe garantirne l'attendibilità e la
terzietà l'imparzialità.
P.S.: Una persona affetta da una grave infezione polmonare "conta" - pur senza effettuare "conteggi" - sulla capacità e sulla responsabilità dei medici e degli operatori sanitari per salvare la propria vita.
Non gl'interessano eventuali rendiconti o resoconti relativi a come s'è svolto l'iter terapeutico. Vuole guarire. Sulle cose fondamentali s'è costretti a dover "far conto" anche dell'
accountability di altri ...
Ma la focalizzazione riguarda un esito potenzialmente "dicotomico" e la patologia richiede qualità e competenze che - da parte dei sanitari - debbono essere estrinsecate da subito, ciò che davvero preme non è un'eventuale "rendicontabilità" ex post - che al paziente che sta davvero male può interessare relativamente - ...
Qualcuno davvero potrebbe pensare che - per descrivere la tragicità della situazione cui s'è fatto cenno - un individuo potrebbe parlare "dell'esigenza di poter far affidamento su medici dotati di grande professionalità e animati da un profondo senso di
rendiragione (non tanto "a valle" quanto in ogni singolo atto dell'esercizio della propria professione)" ?
P.P.S.: Proviamo a ricercare gli "antonyms" di "accountable" su un lessico inglese. Oltre agli scontati "unaccountable" o "nonaccountable" ricorre, ovviamente, "irresponsible" ..., mentre "responsible" compare nell'elenco dei sinonimi ...
Altrettanto ovviamente, se per tradurre
accountable o
accountability ci si sente costretti a ricorrere a nuovi coni, altro non si farebbe che rafforzare la posizione di chi afferma che il ricorso all'inglese sarebbe dovuto al fatto che nessuna parola italiana esistente rende appieno il significato delle voci straniere citate. Il che, oggettivamente, non è vero.
Sull'argomento, ovviamente, non ho null'altro da esprimere.