Sul latino non si può proseguire, ma sull'assimilazione - almeno, brevemente - sì. Categorie quali l'asprezza, la secondarietà e la teoricità non hanno nulla a che fare col fenomeno dell'assimilazione - ben conosciuto - che s'è prodotto nella lingua italiana. Ma non nel caso di
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str. Sull'italiano occorrono idee ben chiare.
P.S.: sul latino - ma qui mi fermo - mi domanderei, tenendo conto di una forma del supino quale
profess(um) e suffissi quali
-tore(m) - masch. - e
-trice(m) - femm. -, se, per chi non sia un latinista smagato, appaia effettivamente più immediato
professore(m) rispetto a
profes(s)trice(m), del tutto "regolare" nella sua formazione. Non lo darei affatto per scontato. L'apparenza - particolarmente nelle lingue - talora inganna.
Si può sostenere che
professoressa derivi da
professore, ma una derivazione immediata di
profestrice(m) da
professore(m) (dato che, nell'evoluzione linguistica, le cose non sono andate proprio così) richiederebbe molto maggiore consapevolezza dei processi linguistici effettivamente intercorsi oltre alla conoscenza specifica delle caratteristiche dei processi di assimilazione consonantica della lingua latina.
P.P.S.: per altro, anche in voci italiane che derivano dall'esito neutro dei prefissi latini sopra riferiti quali, ad es.,
mestruo o
claustro (nella pronuncia "toscana"
chiostro) - sebbene assimilazione vi sia stata, anticamente, nella lingua latina - non si riscontra, evidentemente, assimilazione del gruppo
str. Ma neppure in
maestro o
ministro o ..., per quanto in queste voci il prefisso etimologico abbia diversa origine. E le
minestre, le
finestre, i
mostri? Insomma, non occorre proseguire, ma gli esempi risultano davvero molto numerosi.