Buonasera,
quale dei costrutti in oggetto - sempreché uno di essi sia ammissibile - è corretto?
«Suonare il/al citofono»
Moderatore: Cruscanti
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Re: «Suonare il/al citofono»
Dal punto di vista dell’uso attuale, una breve ricerca in Google Libri e nell’archivio del Corriere della Sera mostra che si dice in entrambi i modi, con una lieve prevalenza per suonare al citofono.
Certo, sembra piú logico suonare il citofono, come suonare il campanello. Ma, forse, nella coscienza di chi parla, il citofono, piú che come lo strumento stesso, potrebbe essere avvertito come il luogo in cui si stabilisce la comunicazione con l’interlocutore.
Abbiamo quindi la scelta tra l’una e l’altra forma, e la possibilità di ricorrere al verbo citofonare.
Certo, sembra piú logico suonare il citofono, come suonare il campanello. Ma, forse, nella coscienza di chi parla, il citofono, piú che come lo strumento stesso, potrebbe essere avvertito come il luogo in cui si stabilisce la comunicazione con l’interlocutore.
Abbiamo quindi la scelta tra l’una e l’altra forma, e la possibilità di ricorrere al verbo citofonare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- marcocurreli
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Re: «Suonare il/al citofono»
A me sembra più logico suonare al citofono, come bussare alla porta. Chi suona, suona il campanello, e io sento squillare il citofono.
Linux registered user # 443055
Re: «Suonare il/al citofono»
Certo, si tratta di un’analogia. Ma bussare alla porta non offre alternativa di costruzione, perché non si può «bussare la porta» (e l’operazione si fa con le nocche), mentre suonare è sia transitivo sia intransitivo. Il citofono è un dispositivo che si aziona mediante un pulsante, insomma si preme il tasto esattamente come nel caso del campanello. Per questo, dicevo, «piú logico». Ma ho ben detto che ritengo valide le due possibilità. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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