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«No-fly zone»

Inviato: sab, 05 mar 2022 20:11
di G. M.
Dal Treccani:
no fly zonenóu flài zóun› locuz. ingl. (propr. «zona da non sorvolare»), usata in ital. come s. f. (pl. no fly zones... zóun∫›). – Zona o territorio che sono sottoposti a stretto controllo dell’autorità militare e su cui è vietato sorvolare, spec. con riferimento a paesi che sono sottoposti a embargo.
(Mi sembra che ci sia un errore nell'indicazione della pronuncia; secondo il suo sistema, il vocabolario dovrebbe scrivere ʃóun, non zóun).

Per no-fly zone la lista del fòro al momento ha zona di non sorvolo, che è riportata come traduzione nel Picchi, assieme a zona di interdizione al volo.

La IATE per l'italiano ha ben quattro espressioni: zona di esclusione aerea, zona interdetta al volo, zona di interdizione al volo e zona di divieto di sorvolo.

In Reverso Context figurano anche altre variazioni: zona di interdizione aerea, zona vietata al volo, zona di divieto di volo, zona di interdizione dei voli (alcune anche nella variante apostrofata: d'interdizione).

Re: «No-fly zone»

Inviato: sab, 05 mar 2022 21:07
di Millermann
Aggiungerei ancora un'altra variante, adocchiata in Rete, la piú semplice (e l'unica di tre parole come l'originale inglese): zona non sorvolabile.
Mi sembra quella piú adatta a un registro colloquiale, mentre come espressione ufficiale/formale la mia preferita, tra quelle citate, è zona interdetta al volo. :)

P.S. …e, per favore, stavolta non mi si venga a dire che l'inglese è meglio perché il significato è univoco! :mrgreen:

Re: «No-fly zone»

Inviato: lun, 07 mar 2022 15:21
di domna charola
No, non lo si dice. Temo che l'inglese sia meglio solo perché ammette composti rapidi, formati incollando due parole - o pezzi di parole - secondo regole di elementarità neandertaliana, per ottenerne una nuova. Un po' come se creassimo una "zona di no-volo" e morta lì.

Quello che si sta rapidamente deteriorando è la percezione del fascino di una lingua articolata, preferendo un linguaggio da messaggini telefonici di una volta (non quelli dei telefoni di adesso, che non danno limiti di battute). E contro ciò è molto più difficile lottare, purtroppo.
Ci sentiamo provinciali e non alla moda, solo perché sappiamo usare ancora frasi complesse, subordinate e aggettivi riordinati logicamente. No, bisogna interloquire a bisillabi composti, inframmezzati da disegnini!
...vado a finire di sbozzare il mio obelisco, su cui incidere il prossimo testo... e Champollion muto!

Re: «No-fly zone»

Inviato: ven, 13 mag 2022 19:11
di Asimiami
Millermann ha scritto: sab, 05 mar 2022 21:07 Aggiungerei ancora un'altra variante, adocchiata in Rete, la piú semplice (e l'unica di tre parole come l'originale inglese): zona non sorvolabile.
Appoggio questa variante e a questo punto utilizzerei il prefisso negativo "in-" per uniformare il termine trasformandolo in: zona insorvolabile.