«Barbet»

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andrea scoppa
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«Barbet»

Intervento di andrea scoppa »

Il diavolo, nel capolavoro di Goethe, appare a Fausto sotto le sembianze d’un Pudel, una bestiola, come rammenta Vagner, valente nel riportare i bastoni buttati nell’acqua. Gl’italiani di qualche secolo addietro, e cosí gli altri popoli, non ponevano di certo molte distinzioni, e i cani acquatici, tedeschi (Pudel) o francesi (barbets) che fossero, si dicevano tutti «barboni», «barbini» o «barbetti». Oggi com’oggi si preferisce distinguere una razza dall’altra: in conformità della frequenza d’uso, riserberei «barbone» esclusivamente alla varietà di Germania, e «barbino» o «barbetto» —traduzioni pûre, fra l’altro— esclusivamente a quella originale di Francia.
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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