Innanzitutto, non è vietato non condividere le mie posizioni , poi io ho parlato [implicitamente] di «condizione sufficiente», non necessaria, perché si abbia il raddoppiamento della consonante finale (parole ultimali uscenti in sillaba semplice caudata): ciò non vuol dire che non possa accadere in altri casi.Marco1971 ha scritto:Per una volta (è cosí raro! ) non condivido la posizione del nostro caro Infarinato…
Inoltre, ho detto che io propenderei per /kalla'sjano/ (preferenza personale, quindi).
Ti faccio, però, notare, caro Marco, che tutti gli esempi riportati in blu rientrano perfettamente nella mia casistica: ananasse e ananasso non derivano infatti da ananas /'ananas/ (che comunque possiede la variante /ana'nas/), ma direttamente dal portoghese ananáz (ultimale!); gas (ultimale!) è proprio l’esempio da me usato nel succitato intervento ; caosse (cfr. DOP) è forma paragogica dell’italiano antico caòs (ultimale!); tradizionalmente, infine, cuscus è /kus'kus/ (anche se esiste la variante /'kuskus/): ultimale!
Meno facile spiegare il fenomeno paragogico del vernacolo fiorentino/toscano, ancorché —nota— [oggigiorno] il toscano occidentale [di preferenza] raddoppi solo le parole ultimali, appunto, mentre si limita a troncare le altre, omettendo la consonante finale (Ínterne, non Internette, in pisano/livornese —e comunque Internette si potrebbe spiegare con la variante /inter'nEt/, o con l’accento secondario che comunque interessa quella sillaba a ritmo lento)… Ma qui mi fermo, ché al momento non saprei dire di piú.