«Tetrapiloctomia» e «tetratricotomia»
Inviato: ven, 07 apr 2023 19:09
Il conio ibrido di Umberto Eco «tetrapiloctomia», usato nel Pendolo di Foucault per l’immaginario Dipartimento omonimo, è stato oggetto di uno scambio tra Infarinato e domna charola per il quale chiedo un chiarimento: domna charola aveva usato «tetrapiloctomofobico», al che Infarinato ha replicato con «tetratricotomofobo».
Non so quali fossero le ragioni che spinsero Eco all’ibrido greco-latino, perché in quel romanzo (da cui ho appreso la parola «ctonio» da adolescente), come in altri scritti, non si fece problemi a usare vocaboli più astrusi ma formalmente corretti, e quindi le «possibili ragioni stilistico-pragmatiche» ipotizzate da Infarinato non so quanto siano probabili (per essere più chiari: anche i più eruditi possono fare scelte discutibili), ad ogni modo vengo al motivo (banale) del filone:
quell’-omo- qui sta per «parti uguali»? E se è così perché è dopo il -trico-? Mi aspetterei cioè che l’esplicitazione delle parti uguali in cui si divide il capello fosse prima della divisione.
Non so quali fossero le ragioni che spinsero Eco all’ibrido greco-latino, perché in quel romanzo (da cui ho appreso la parola «ctonio» da adolescente), come in altri scritti, non si fece problemi a usare vocaboli più astrusi ma formalmente corretti, e quindi le «possibili ragioni stilistico-pragmatiche» ipotizzate da Infarinato non so quanto siano probabili (per essere più chiari: anche i più eruditi possono fare scelte discutibili), ad ogni modo vengo al motivo (banale) del filone:
quell’-omo- qui sta per «parti uguali»? E se è così perché è dopo il -trico-? Mi aspetterei cioè che l’esplicitazione delle parti uguali in cui si divide il capello fosse prima della divisione.