Credo di essere stato invece pienamente chiaro, e anzi, non faccio che ripetere in ogni intervento le stesse cose, solo in modo diverso, alla ricerca di una forma che la soddisfi.
Non prendo molto bene il fatto che lei preferisca chiudere questa conversazione perché le dà fastidio il discutere con me, considerato che ci troviamo in un forum, e il mio ragionamento può molestare solo fino ad un certo punto.
Non faccia lo stesso gioco di cui mi accusa, non ho detto che lei ha considerato "intollerabile" l'uscita in erre, anche perché in un forum tutti gli interventi vengono salvati, e sarebbe stupido corrompere ciò che già è stato scritto da altri: la mia, se nota bene, è stata una domanda retorica che non da lei è tratta (anche perché dopo sottolineo l'appena, sarebbe ridicolo).
Per quanto riguarda Castellani, io sono stato chiarissimo: lo appoggio perché egli piuttosto che rifarsi all'ovvio traducente
computatore, ha cercato quell'armonia (che io tento di spiegare) che in
computer si trova nell'accostamento di
i e
u, perciò credo che la scelta di suggerire
computiere sia a lungo cogitata e affonda le radici nel mero fatto che il termine inglese è incastonato con forza nel nostro vocabolario.
L'iperbole che ho utilizzato in "paladino dell'italianissimo modem" aveva solo una ragione retorica, perciò è messa fra parentesi, e l'ironia è evidente (tra l'altro dò per scontato che i cruscanti conoscano bene le discussioni sui forestierismi). Inoltre, riprendendo la sua frase, il verbo
disturba fa quasi sì che lei si avvicini, non certo come me, alla teoria di musicalità, e da qui probabilmente è sorto l'equivoco.
Per l'ennesima volta spiego che proprio il fatto che la musicalità di certi forestierismi (e per musicalità, ahimè, intendo anche i semplici vocaboli monosillabici) superi di gran lunga alcune creazioni
ex novo (v.
spassino) o anche termini già esistenti piegati al nuovo significato (v.
parafuoco), ci induce a ricercare il perfetto connubio tra armonia fonetica e utilità di traducenti, così da garantirne diffusione e rimpiazzare almeno in parte, se non addirittura
in toto, quegli esotismi sin troppo radicati nel nostro idioma.
Alla sua ultima risposta preferisco non rispondere, perché la verità è sin troppo evidente, e la sua frase si compone solamente come ultima confutazione di un'affermazione che nulla ha di polemico.
In risposta a Marco, sappiamo tutti molto bene che le uscite in
m/n/l/r fanno parte della lingua italiana, potrei considerare il suo intervento come un'offesa alla mia conoscenza dell'Italiano!
Andrei piuttosto alla radice delle ragioni che fanno di quelle quattro consonanti le uniche possibili a fin di parola accentata (inutile tenere in considerazione la
d eufonica in alcune preposizioni). Che l'evoluzione del volgare italico abbia lasciato spazio a queste quattro uscite io credo sia proprio la conseguenza di una selezione naturale tra suoni considerati più o meno armonici... Inoltre, per curiosità di chi leggerà, faccio presente che il sistema fonetico indeuropeo era caratterizzato da una particolare ricchezza di
suoni vocalici tra cui erano presenti le cosiddette liquide e nasali sonanti, cioè dei suoni
l,
r,
n,
m che avevano un
valore vocalico. Spero di non dovere aggiungere altro...