L'ho tenuto come ciliegina sulla torta delle letture estive, e mi ha divertito moltissimo (soprattutto all'inizio e alla fine; nel mezzo ci sono un po' troppi elenchi di parole e frasi): basti come esempio questa frase (qui qualche altro passo).
Ci sono parecchie affermazioni davvero troppo catastrofiste, secondo me, però l'idea di fondo, quella della diminuzione della varietà della lingua, della sua per cosí dire standardizzazione (cioè parole e frasi si fanno collo stampino), anche se probabilmente non quanto temesse Fochi.Così anche -ABILE e -IBILE pagano un tributo di servitù all'irreggimentazione, che ha fatto la loro potenza: una potenza triste, senza un'ombra di varietà né un soffio di fantasia. Ma ai gerarchi basta l'autorità.
Un altra idea interessante è quella della meccanovocabologenesi (:)); in pratica l'italiano, sempre piú dominato da neologismi formati sempre cogli stessi suffissi e suffissoidi, prefissi e prefissoidi (passati in rassegna inesorabilmente), starebbe cercando di imitare il tedesco e l'inglese, con risultati grotteschi:
A quarant'anni di distanza, si può dire che avesse ragione, secondo voi?[...] e centinaia d'altre simili parole che sembrano messe insieme coi cubi di legno o coi pezzi d'un "meccano", secondo un procedimento altrettanto di casa nelle lingue nordiche — p.e., in tedesco, pietoso è barmherzig; pietà: barmherzigkeit; spietato: unbarmherzig; spietatezza: unbarmherzigkeit; in inglese, pietà è pity; pietoso: pitiful; spietato: pitiless; spietatamente: pitilessly; spietatezza: pitilessness... — quanto estraneo e ripugnante alla nostra, dove il posto d'onore è sempre toccato alla libera fantasia, e non alla scienza esatta o all'officina per macchine di precisione.
Sembrerebbe di no, perché ad esempio impietoso non ha eliminato spietato, né fiorista ha tolto di mezzo fioraio.
Un'altra osservazione interessante è quella che nell'italiano di oggi si tende a sintetizzare, a evitare le perifrasi fondendo le locuzioni in una sola parola, che però spesso diventa lunghissima, tanto che precipitevolissimevolmente non è poi tanto eccezionale, ormai, vista la quantità di de-*-izzazione e simili (decostituzionalizzazione, dieci sillabe); secondo Fochi addirittura la difficoltà di pronunciare queste parole (coi loro accenti) avrebbe portato a un'attenuazione della pronuncia delle vocali, che starebbero sparendo.
Ma piú semplicemente il problema sarebbe che invece di semplificare si complica, perché spesso nemmeno si risparmiano lettere, sillabe o fiato, anzi.
Interessante poi un aneddoto che sembra dimostrare come queste siano malattie linguistiche che si prendono da grandi (a partire dal burocratese): la mamma dice che si sta organizzando il teatrino della marionette (esempio del dominio delle parole in -izzare, per Fochi), e il figlio inconsapevolmente la corregge dicendo che lo stanno montando.
Allo stesso modo ho provato a chiedere a mia sorella (undici anni) come si chiama chi vende i fiori, e mi ha detto fioraio come piace a Fochi, mentre i miei genitori avrebbero detto fiorista (però non ricordo di aver mai sentito edicolista, ma semmai edicolante; e giornalaio sopravvive benissimo).