«Stanotte»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

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Incarcato
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«Stanotte»

Intervento di Incarcato »

L'ambiguità di questa parola mi dà spesso problemi.

Il De Mauro:
sta|nòt|te
avv.
FO questa notte, la notte che è passata o che sta per venire: s. ho dormito poco, partiremo s. alle tre
Il Garzanti:
avv. questa notte (riferito alla notte in corso, a quella immediatamente passata o a quella immediatamente futura)
Il Treccani:
stanòtte avv. [lat. ista nocte, da cui anche l'ant. istanotte; cfr. stamani]. – Questa notte, cioè la notte in corso o quella immediatamente passata o quella immediatamente futura
Sebbene l'uso del tempo verbale spesso discrimini, mi urta un poco il fatto che, mentre stasera presenta un significato ("piú") univoco, stanotte rimane col piede in due staffe.

Voi che ne pensate?
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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arianna
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Intervento di arianna »

Mi sono, spesso, posta anch'io questa domanda, forse sbaglio ma secondo me si può riferire alla notte appena passata o alla notte in corso, dipende dal contesto.
Chiaro se dico stanotte ho dormito male non mi riferisco alla notte in corso.
Quello che mi urta invece è quando sento dire per esempio ieri notte ho dormito male ma la persona si riferisce in realtà alla notte appena passata.
Non è scorretto?
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________

Arianna
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sono espressioni ambigue:
La GGIC ha scritto:La scorsa notte ha un significato ambiguo: si può riferire sia alla notte fra «ieri»e «oggi», interpretazione favorita quanto piú avanti nella giornata si pronuncia la frase, sia alla notte fra «l’altro ieri» e «ieri» (interpretazione favorita se l’espressione viene usata nelle prime ore del giorno). Analoga ambiguità semantica si trova anche nell’espressione corrispondente ieri notte. Al contrario il significato di domani notte è univoco, in quanto allude esclusivamente alla notte tra «domani» e «dopodomani». (vol. III, p. 306.)
È ambiguo – in sé, ma è disambiguato dal tempo verbale, come ben dice Incarcato – anche stanotte, cui avevo accennato (punto 6) anche qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Grazie della citazione, Marco.
Comunque, se si dice ieri notte ho dormito male, intendo la notte tra oggi e ieri, non quella prima, che designerei con l'altroieri notte, amma. :wink:
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Bue
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Intervento di Bue »

Io comunque da quando sono in Toscana ho un problema simile con "l'altr'anno", che qui significa "l'anno scorso" mentre al nord significa "due anni fa" (come "l'altro ieri" significa due giorni fa"). Per l'italiano ufficiale che cosa significa?
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Dal Devoto-Oli 2008:
quest’a., quello corrente; dentro l’a., in capo all’a., entro la fine del corrente anno (ma in capo a un a. ‘entro dodici mesi da ciò di cui stiamo parlando’); l’a. scorso, l’anno passato, precedente a questo; l’altr’anno, l’anno precedente a quello scorso;
Bue, per una volta abbiamo ragione noi del norde! :mrgreen:
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Regna una certa confusione al riguardo: L’altr’anno nel senso di «l’anno scorso» è registrato nel Gabrielli bivolume e nel De Agostini (ex Sàndron, lo preciso sempre). Io preferisco dire anno e anno di là (e per esser sicuro di farmi intendere, l’anno scorso e due anni fa).

Comunque l’altro ieri significa «due giorni fa» perché rispetto a oggi c’è già uno «ieri»; la stessa logica non mi pare applicarsi a l’altr’anno, perché si dovrebbe dire, per specularità semanticamente con l’altro ieri, l’altr’anno scorso. Almeno credo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Bue
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Intervento di Bue »

In effetti avevo dimenticato di dire che - almeno dalle mie parti - spesso invece de l'altro ieri si dice l'altro giorno, che fa il paio esatto con l'altr'anno.
Ovvio che non e` una questione di logica stretta ma di analogia... "altro" viene inteso come "non quello scorso, ma quello prima" e piu` in generale come "il secondo in successione".
Noterei anche l'analogia con l'uso di other in inglese: "every other day" significa ogni due giorni, e credo che "the other day" significhi "l'altro ieri".
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Regna una certa confusione al riguardo: L’altr’anno nel senso di «l’anno scorso» è registrato nel Gabrielli bivolume e nel De Agostini…
…Anche da DISC e GRADIT (s.v. altro), tiè! :mrgreen: (Il Treccani sembra [indirettamente] ammettere entrambe le possibilità…)
«And then he was A Count, and then he knew / Music, and dancing, fiddling, French and Tuscan; / The last not easy, be it known to you. / For few Italians speak the right Etruscan.» (George Gordon Lord Byron, Beppo, XXXI, vv. 1–4).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infarinato ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Regna una certa confusione al riguardo: L’altr’anno nel senso di «l’anno scorso» è registrato nel Gabrielli bivolume e nel De Agostini…
…Anche da DISC e GRADIT (s.v. altro), tiè! :mrgreen: (Il Treccani sembra [indirettamente] ammettere entrambe le possibilità…)
E il Battaglia si contraddice: sotto altro:
L’altr’anno: l’anno passato; l’altra settimana, l’altro mese, l’altra primavera, ecc.: a indicare un intervallo di tempo immediatamente prima.
E sotto anno:
L’altr’anno, l’anno di là [!]: l’anno che precede quello scorso.
Però a Firenze anno di là (senz’articolo) significa esclusivamente «due anni fa» (o cosí l’ho sempre sentito adoperare...).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Su stanotte e espressioni simili, questa scheda del sito della Crusca.

Interessante che si stia diffondendo il toscanissimo (e a me caro) stamani mattina. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: Interessante che si stia diffondendo il toscanissimo (e a me caro) stamani mattina. :)
Interessante (se fosse vero) ma non mi sembra da incoraggiare nel parlare sorvegliato; non per la sua ridondanza ma per la fastidiosa allitterazione.
Una ricerca con Google dà 5.550 pagine per “stamani mattina” e 704.000 risultati per pagine che contengono “stamani” e non contengono “mattina”.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Dario Brancato
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Intervento di Dario Brancato »

Forme perifrastiche (e pleonastiche) del tipo stamane mattina non sono comunque ignote ai dialetti italiani: vedi per esempio l'abruzzese e molisano mademane, 'oggi' < MANE DE MANE.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Matilde Paoli, nel sito della Crusca, ha scritto:L’uso però sembra diffondersi: da una ricerca della locuzione su Internet emergono moltissime testimonianze al riguardo e, benché risulti usata in buona parte da utenti toscani (su un campionamento di 142 attestazioni 55 sono sicuramente identificabili come provenienti dalla Toscana), appare come una tendenza in espansione specie in ambito giornalistico o burocratico (è presente frequentemente in articoli di giornale, relazioni di enti amministrativi o di associazioni; con riferimento alla stessa campionatura, 42 su 142). Probabilmente concorrono alla sua diffusione da un lato la perdita di trasparenza di stamani che non risulta altrettanto facilmente analizzabile nelle sue parti costituenti quanto stasera o stanotte, e dall’altro le locuzioni parallele ieri mattina e domani mattina. [sott. mia]
bubu7 ha scritto:Interessante (se fosse vero)…
Vuol dire che considera errato quanto scrive una collaboratrice dell’Accademia della Crusca?
bubu7 ha scritto:…per la fastidiosa allitterazione.
Fastidiosa per lei, non per me, che la ripeto quasi giornalmente da oltre 35 anni. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:
bubu7 ha scritto:Interessante (se fosse vero)…
Vuol dire che considera errato quanto scrive una collaboratrice dell’Accademia della Crusca?
Non mi spingo a tanto. Mi limito ad avere qualche dubbio sulle conclusioni dell'autrice.
Marco1971 ha scritto:
bubu7 ha scritto:…per la fastidiosa allitterazione.
Fastidiosa per lei, non per me, che la ripeto quasi giornalmente da oltre 35 anni. ;)
È naturale, anche per me vale lo stesso per altre espressioni: ogni scarrafone... Ho solo cercato di dare un giudizio spassionato. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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