«Schengen»

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G. M.
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«Schengen»

Intervento di G. M. »

Treccani:
Schengen Località del Lussemburgo (1409 ab. nel 2001), ubicata nel comune omonimo, nel cantone di Remich (distretto di Grevenmacher), sul corso del fiume Mosella, nei pressi del confine con Francia e Germania. Capoluogo del comune fino al 2012, a seguito dell'accorpamento con i comuni di Wellenstein e Burmerange, il capoluogo del comune è stato spostato a Remerschen.

ACCORDI DI SCHENGEN

Complesso di accordi che intendono favorire la libera circolazione dei cittadini e la lotta alla criminalità organizzata all’interno dell’Unione Europea, mediante l’abbattimento delle frontiere interne tra gli Stati partecipanti e la costituzione di un sistema comune di controllo alle frontiere esterne alla Comunità. Dopo un primo accordo siglato a S. nel 1985 da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, fu elaborata una Convenzione di attuazione (1990), entrata in vigore nel 1995. Ulteriori accordi hanno permesso l’adesione al sistema degli altri Stati dell’Unione (l’accordo di adesione dell’Italia è del 1990), tranne Regno Unito e Irlanda. Con il Trattato di Amsterdam (1997, entrato in vigore nel 1999) le norme e le strutture previste dagli accordi sono state integrate nell’Unione Europea. Dell’area S. fanno parte anche quattro Paesi non aderenti all’Unione (Islanda, Liechtenstein Norvegia, Svizzera), per un totale di 27 Stati al 2023.
Non ho trovato il nome in Orbis Latinus, né italianizzazioni ovvie, solo un semiadattamento (o errore di scrittura) Scengen nel 1915. Nel paese però c'è un castello del XIV secolo, per cui forse qualche menzione in latino potrebbe trovarsi…

Se non si trova nulla, penserei a Scenga, in somiglianza ai toponimi tedeschi o olandesi in -en cui spesso corrisponde -a in italiano: Dresden ~ Dresda, Bremen ~ Brema, Tübingen ~ Tubinga, Nijmegen ~ Nimega, Leiden ~ Leida
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Carnby
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Re: «Schengen»

Intervento di Carnby »

Non so se è pertinente, ma qui ho sempre sentito dire Scénghe. La é credo sia dovuta alla coda sillabica in nasale; di fatto in toscano si ha -èn- solo nelle parole di tradizione ininterrotta o in cultismi in circolazione da tempo (mentre -ón- è generalizzato). Anche il presidente ucraino è diventato Zeléschi: la -n- è caduta, ma ha chiuso la vocale precedente.
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