Sí, a quanto pare, ci piace ripeterci…fiorentino90 ha scritto:Cioè, quello che si diceva qui.Carnby ha scritto:Inoltre il parlato normale centritaliano (che dovrebbe essere sempre alla base del neutro) ha le autogeminanti rafforzate anche in posizione iniziale assoluta: un sintagma tipo scena povera lo pronuncio normalmente [ʃ'ʃɛːna 'ɸɔːveɾa] e se sento uno dire ['ʃɛːna 'ɸɔːveɾa] penso a un aretino che dice cena povera.
La [l] non è «palatalizzata»: come Lei ben sa, è [naturalmente] palatoalveolarizzata (canIPA [ļ]) per un normalissimo processo di coarticolazione, di cui è giusto rendere conto in una trascrizione fonetica stretta. Semmai, è legittimo chiedersi, come faceva Lei nell’altro filone, perché la coarticolazione palatoalveolare sia rappresentata e quella dentale no; il che io credo sia dovuto alla maggior frequenza della seconda rispetto alla prima (perlomeno nelle lingue piú studiate e conosciute): affricate e fricative palatoalveolari non sono cosí diffuse e, laddove siano presenti, non è detto che si abbiano processi coarticolatòri di quel tipo (ad esempio, in inglese la [l] preconsonantica è sempre velarizzata [ɫ]).Carnby ha scritto:A onor del vero non è la sola stranezza del «neutro canepariano». Io dico nomalmente ['k(ʰ)al(ː)ʧo] e certamente non ['kalʲːʧo] con la /l/ palatalizzata come prevederebbe il suo sistema.
Tornando a bomba, e tralasciando il caso di parlate specifiche (segnatamente il lucchese, ma anche, in modo meno marcato, pistoiese e certo fiorentino rustico), ricordiamo che secondo il Canepàri si ha [r] solo in sillaba accentata, cioè solo in tonia, sotto accento primario, e nel mio italiano c’è senz’altro una differenza percettibile fra ho visto una rana [r] e voglio mangiare [ɾ].