«Cionnonostante», non «ciononostante»

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Novizio ha scritto:Tu quoque, Iulie.
Semmai, Iuli (un passo avanti rispetto all’originario *Iuliuis, però! ;)) …ma il Lepschy non mi stupisce di certo.
Novizio ha scritto:La forma cionnonostante − se ho ben capíto − va preferita in base a un maggior rispetto delle norme fonotattiche dell’italiano. Ma, fino a che punto è lecito battersi per la forma piú coerente? (Nessuno oggi rivendica gielo al posto del meno coerente (?) gelo).
Gielo non è piú coerente di gelo, perlomeno sincronicamente; diacronicamente, forse nemmeno
Novizio ha scritto:[Q]uali sono le leggi che regolano la grafia? E perché alcune forme possono permettersi di cambiare piú facilmente di altre?
«Domanda delle cento pistole»… Sulla norma linguistica in generale può trovare due magnifici interventi di Ladim in questo filone.

Sulla rappresentazione grafica del raddoppiamento fonosintattico nelle univerbazioni m’ero invece già sinteticamente espresso in un vecchio intervento di dieci anni fa
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Infarinato ha scritto:
Novizio ha scritto:Tu quoque, Iulie.
Semmai, Iuli (un passo avanti rispetto all’originario *Iuliuis, però! ;))
È colpa mia: l’ho corretto io. Chiedo scusa a Novizio. :oops:
Novizio
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Intervento di Novizio »

Ferdinand Bardamu ha scritto:
Infarinato ha scritto:
Novizio ha scritto:Tu quoque, Iulie.
Semmai, Iuli (un passo avanti rispetto all’originario *Iuliuis, però! ;))
È colpa mia: l’ho corretto io. Chiedo scusa a Novizio. :oops:
Nessun problema, e grazie per la progressiva correzione. :D (Piccolo fuori tema: ricordo un Tu quoque, Lucas! scritto da Castellani¹ − da cui ho ripreso la simpatica citazione − e, non so per quale motivo, ho sempre pensato che, in quel caso particolare, ci volesse il nominativo. Dov’è la falla?).

Quanto a gelo, ho decisamente scelto l’esempio sbagliato, e me ne scuso. Ma, a ogni modo, quel che intendevo dire è chiaro.

Grazie per i rimandi, Infarinato, m’hanno chiarito molti dubbi.

¹Qui, pagina 152, primo rigo.
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Infarinato
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[FT] Vocativo di «Lucas»

Intervento di Infarinato »

Novizio ha scritto:Piccolo fuori tema: ricordo un Tu quoque, Lucas! scritto da Castellani¹ − da cui ho ripreso la simpatica citazione − e, non so per quale motivo, ho sempre pensato che, in quel caso particolare, ci volesse il nominativo. Dov’è la falla?

¹Qui, pagina 152, primo rigo.
Difficile a dirsi… La frase pronunciata da Cesare [secondo la tradizione] ha chiaramente un vocativo, e il vocativo di Lūcās è Lūcă.

Volendo escludere il refuso (che è sempre in agguato), può semplicemente darsi che il Castellani abbia aggiunto una s per dare una [scherzosa] patina di latinità… :D
Novizio
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Intervento di Novizio »

Certo, abbiamo Brute nell’originale, ma m’ero convinto che il ricupero moderno della locuzione abbisognasse del nominativo, dacché, ora, non ci sono piú i casi. E poi quella s del Castellani m’ha tratto in inganno. :D
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