Come diceva Arrigo Castellani:pizzino
Piccolo foglio di carta usato dai boss(i) mafiosi per comunicare con i propri affiliati.
Adattamento it. del siciliano pizzinu ‘bigliettino’.
La lingua italiana è piena di parole dialettali «rivestite». Potrei addurre innumeri esempi, ma mi limito ad alcune parole d’origine dialettale entrate nel lessico durante il Novecento.Proporrei, anche, che gli anglicismi veramente necessari venissero se possibile adattati (come s’adattano senza pensarci due volte i dialettalismi settentrionali uscenti in consonante).
Il bolognese gambén ha dato luogo a gambino (1965), e pazzatt a pazzetto (sec. XX). Dal bresciano ludriú e dal cremonese marubin s’è fatto, rispettivamente, ludrione e marubino, entrambi del 1957. Il genovese ci ha fornito prima abbadino (1955, da abaén) e poi fanfarino (1956, da fanfarin). (Nell’Ottocento nacquero, ad esempio, sortumo [lombardo sortüm], ghello [milanese ghell], grissino [piemontese grissin o ghersin], ecc.)
A nessuno verrebbe in mente d’usare la veste originaria... Colle parole inglesi, invece, è il contrario. Già, l’inglese non è un dialetto, mi direte; vero, e c’è quella malaticcia e direi quasi ossessiva, irrazionale deferenza che tutto paralizza e anchilosa. Eppure, in molti casi, un adattamento inappariscente (devoluzione, fizione, partenario e tanti altri che ho menzionato in altri luoghi) non arrecherebbe danno alcuno, né moverebbe al sorriso.