«Chinatown»
Moderatore: Cruscanti
«Chinatown»
Si potrebbe dire banalmente quartiere cinese? Oppure il termine è diventato una specie di nome proprio, un toponimo («Sono di Chinatown» contro «Sono della Chinatown»...), e potrebbe forse venire utile una qualche espressione o neoformazione più specifica? (O almeno potremmo usare un termine cinese* anziché l'ennesimo anglicismo... ) Attendo i vostri pareri.
[*Come si dice un forestierismo che viene dal cinese? Sinismo? Sui dizionari non lo trovo...]
[*Come si dice un forestierismo che viene dal cinese? Sinismo? Sui dizionari non lo trovo...]
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
Re: «Chinatown»
Come può vedere, Chinatown è usato e inteso come «quartiere dove è insediata una comunità cinese». Non è un toponimo; tanto che le pagine di Wikipedia in spagnolo e francese riportano l'equivalente esatto (pur menzionando quello inglese).
G.B.
-
- Interventi: 375
- Iscritto in data: sab, 08 giu 2019 14:26
- Località: Bassa veronese
Re: «Chinatown»
Fuori tema
Ho trovato un sinismi in questo articolo di De Mauro.
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
Re: «Chinatown»
Posto che secondo me quartiere cinese è già sufficiente, come ipotetico conio creativo io e un amico avevamo pensato, ognuno indipendentemente, a un possibile sinopoli. Tuttavia, ritornandoci dopo un po’, mi sono venuti dei dubbi per il fatto che sarebbe un composto neoclassico ibrido, latino + greco. (Anche, con le mie conoscenze pressoché nulle di greco, temevo che potesse essere ambiguo, sembrando un’unione di sin- (σύν sýn) e -(o)poli, una “concittà”; il mio amico, che pure come me non conosce il greco, mi ha corretto —credo giustamente— dicendo che tale unione secondo lui darebbe piuttosto simpoli).
Una composizione che usasse allora Σήρ Sḗr come primo elemento, e desse un seropoli, sarebbe più corretta, dal punto di vista della composizione neoclassica?
(Non che c'entri col quesito, ma per chi non la conoscesse Sinopoli è una cittadina in Calabria ).
Una composizione che usasse allora Σήρ Sḗr come primo elemento, e desse un seropoli, sarebbe più corretta, dal punto di vista della composizione neoclassica?
(Non che c'entri col quesito, ma per chi non la conoscesse Sinopoli è una cittadina in Calabria ).
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5089
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Re: «Chinatown»
Molto interessante. Al singolare σήρ (sēr) pare indicare il baco da seta ma come retroformazione; al plurale, Σῆρες (Sēres), invece si riferisce al popolo da cui s’importava la seta nell’antichità. A tale riguardo, non è ben chiaro in quale parte dell’Asia gli antichi collocassero i Seri:
Attendendo la risposta di chi conosce il greco, posso fornirti il mio parere: occorrerebbe accertarsi che σηρο- sia davvero l’equivalente di sino-. In altre parole, σηρο- dovrebbe essere adoperato oggi per formare composti in cui significa ‹cinese, relativo alla Cina›. In caso contrario, un pubblico molto molto cólto potrebbe fraintendere seropoli attribuendole il significato di ‹città dei Sēres›.Silk. Trade and exchange along the silk roads between Rome and China in antiquity [trad. mia] ha scritto:Il popolo della seta
È indubbio inoltre che il greco classico σηρικός (sērikòs) ‹serico, di seta›, sostantivato in σηρικόν (sērikòn) ‹seta›, trasposti in latino come sēricus e sēricum rispettivamente, è formato con la stessa radice dell’inglese silk. Tuttavia, esso indica non solo la seta grezza e il tessuto serico, ma anche le origini orientali. I Σῆρες (traslitterato in Sēres, la forma latina è Sērēs), ‹popolo della seta›, erano dapprima un’etnia ignota ai greci e ai romani, i quali compravano la seta tramite intermediari che la portavano in Occidente da stazioni commerciali situate in Asia centrale. Di conseguenza, la «terra dei Sērēs» si caricò di connotazioni leggendarie finché la conoscenza geografica dell’Oriente non migliorò nel primo secolo d.C. Tolomeo sapeva già nel 150 d.C., nella sua Geografia, che la loro terra si estendeva oltre l’Imauni, cioè il massiccio del Pamiro in Asia centrale. La sequenza cinese sī rén, o qualunque altra forma faccia da punto di partenza, dev’essere stata trasferita in Europa e nelle lingue europee per il tramite dei popoli centrasiatici.
Re: «Chinatown»
Io volevo solo ricordare che sero- è usato già in italiano (con altro significato); e che -poli potrebbe richiamare alla mente i numerosi neologismi con accezione negativa di «scandalo», «serie d'illeciti».
Ricordo inoltre che sino- si lega già a confissi greci: sinologia, sinologo, sinofono, sinogramma (i dizionari ignorano sinofilia, sinofobia, che pure si trovano). E qui sino- ha il significato preciso di «cinese», «che fa riferimento alla Cina». Pare infine che Seri sia anche il nome d'una popolazione indigena che vive tuttora in Messico.
Ricordo inoltre che sino- si lega già a confissi greci: sinologia, sinologo, sinofono, sinogramma (i dizionari ignorano sinofilia, sinofobia, che pure si trovano). E qui sino- ha il significato preciso di «cinese», «che fa riferimento alla Cina». Pare infine che Seri sia anche il nome d'una popolazione indigena che vive tuttora in Messico.
G.B.
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5265
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Re: «Chinatown»
Sí, sino- è un prefissoide internazionalmente usato per riferirsi alla Cina e, per quanto chi scrive abbia spesso tuonato contro i composti ibridi greco-latini, temo che questo sia uno di quei casi senz’alternativa come tele-, auto- (nei due significati), foto- (idem), radio-, audio-, video- etc.G.B. ha scritto: ↑ven, 10 dic 2021 10:50 Ricordo inoltre che sino- si lega già a confissi greci: sinologia, sinologo, sinofono, sinogramma (i dizionari ignorano sinofilia, sinofobia, che pure si trovano).
Re: «Chinatown»
Grazie a tutti per i pareri.
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5265
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Re: «Chinatown»
Torno velocemente sull’argomento, ché mi rendo solo ora conto che l’assunto di cui sopra si fonda in realtà s’un equivoco. È infatti ben vero che sino- è tratto dal nome latino della Cina, ma quest’ultimo è a sua volta un grecismo, quindi sino- può essere benissimo visto a posteriori come un prefissoide greco.G. M. ha scritto: ↑mer, 08 dic 2021 12:45 Posto che secondo me quartiere cinese è già sufficiente, come ipotetico conio creativo io e un amico avevamo pensato, ognuno indipendentemente, a un possibile sinopoli. Tuttavia, ritornandoci dopo un po’, mi sono venuti dei dubbi per il fatto che sarebbe un composto neoclassico ibrido, latino + greco.
Re: «Chinatown»
Su questo tema ho preso spunto da un libro della mia biblioteca universitaria sulla comunità cinese di Milano e la sua storia.
Prima di tutto, nella conclusione (permettetemi l'antitesi), dopo avere descritto esaustivamente il passato del quartiere Canonica-Sarpi, l'autore argomenta come sia fuori luogo il termine Chinatown riferito alle comunità cinesi di Milano, perché risultano amalgamate nel tessuto cittadino ed il vicinato; mentre, il distretto cinese statunitense, è il risultato attivo di politiche urbane designate alla segregazione, attenutesi nei decenni. Riporto allora dei termini storici: un'articolo di giornale del 1938 che la definisce "copiosa colonia cinese di Milano"; l'autore del libro che cita a parole "la stampa italiana, già alla fine degli anni Trenta, definisce il quartiere Rosmini, Canonica, Sarpi come «quartiere generale dei cinesi di Milano»" ed i termini più contemporanei da me catalogati: zona/quartiere Canonica-Sarpi, enclave/comunità/quartiere etnico, comunità cinese.
Tra le interessanti parentesi di economia etnica, catene d'approvigionamento ristoriere e barriere sociali per le cinesi, non esiste una necessità di descrivere, come una parola, piuttosto che come espressione, il luogo di concentrazione cinese; solo negli ultimi anni la comunità cinese stessa ha riconosciuto la potenza attrattiva del termine Chinatown, beneficiando il locale turismo urbano; pensandoci bene, ogni città comprende una sua toponomastica per indicare il quartiere cinese (per Milano questa è il "quartiere Canonica-Sarpi" o anche "Canonica-Sarpi"), consapevole di quanto fuorviante risulterebbe nella direzione. In generale, quartiere cinese basta a colmare il "luogo urbano dove risiede una imponente concentrazione cinese", mentre enclave etnica può più evidentemente descrivere quella diversità di appartenenza loro, altrimenti neologizziamo il Dialettale qualtiele; fate voi .
Prima di tutto, nella conclusione (permettetemi l'antitesi), dopo avere descritto esaustivamente il passato del quartiere Canonica-Sarpi, l'autore argomenta come sia fuori luogo il termine Chinatown riferito alle comunità cinesi di Milano, perché risultano amalgamate nel tessuto cittadino ed il vicinato; mentre, il distretto cinese statunitense, è il risultato attivo di politiche urbane designate alla segregazione, attenutesi nei decenni. Riporto allora dei termini storici: un'articolo di giornale del 1938 che la definisce "copiosa colonia cinese di Milano"; l'autore del libro che cita a parole "la stampa italiana, già alla fine degli anni Trenta, definisce il quartiere Rosmini, Canonica, Sarpi come «quartiere generale dei cinesi di Milano»" ed i termini più contemporanei da me catalogati: zona/quartiere Canonica-Sarpi, enclave/comunità/quartiere etnico, comunità cinese.
Tra le interessanti parentesi di economia etnica, catene d'approvigionamento ristoriere e barriere sociali per le cinesi, non esiste una necessità di descrivere, come una parola, piuttosto che come espressione, il luogo di concentrazione cinese; solo negli ultimi anni la comunità cinese stessa ha riconosciuto la potenza attrattiva del termine Chinatown, beneficiando il locale turismo urbano; pensandoci bene, ogni città comprende una sua toponomastica per indicare il quartiere cinese (per Milano questa è il "quartiere Canonica-Sarpi" o anche "Canonica-Sarpi"), consapevole di quanto fuorviante risulterebbe nella direzione. In generale, quartiere cinese basta a colmare il "luogo urbano dove risiede una imponente concentrazione cinese", mentre enclave etnica può più evidentemente descrivere quella diversità di appartenenza loro, altrimenti neologizziamo il Dialettale qualtiele; fate voi .
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 8 ospiti