«Sparring»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

methao_donor
Interventi: 341
Iscritto in data: gio, 14 set 2006 23:04
Località: Finlandia

«Sparring»

Intervento di methao_donor »

Trattasi di un termine molto comune nelle palestre dove si praticano arti marziali. Consiste in una forma di allenamento in coppia dove si mettono in pratica le tecniche conosciute. Una sorta di combattimento amichevole.
Vi vengono a mente possibili varianti italiane?
Il mio istruttore di Muay Thai in Italia usa i termini "contatto" e "contatto libero" per indicare rispettivamente l'allenamento in coppia dove a turno si eseguiva una tecnica prefissata, e lo <<sparring>> vero e proprio.
Non mi convince molto questa soluzione, pero.

Cercando l'etimologia di spar ho trovato questo:
"to box," c.1400, "to strike or thrust," perhaps from M.Fr. esparer "to kick," from It. sparare "to fling," from L. ex- + parare "to ward off, parry" (see pare). Used in 17c. in ref. to preliminary actions in a cock fight; fig. sense of "to dispute, bandy with words" is from 1698. Extension to humans, with meaning "to engage in or practice boxing" is attested from 1755.
Fondamentalmente dunque qualcosa relativo a colpirsi, affrontarsi, in linea generica. D'altronde sarebbe preferibile evitare un riferimento ad attacchi troppo specifici (variando lo sparring a seconda dell'arte marziale praticata). Inoltre spar in inglese ha pure il significato di: intraprendere una discussione (accesa), arguire ecc.

Qualche idea?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Io direi semplicemente sparro, rivestendo all’italiana l’anglicismo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

C'è qualche motivo di ritenere minoritaria la scelta dell'istruttore? Non mi sembra malaccio.
Il Garzanti in linea traduce sparring partner con compagno d'esercizio: esercizio è troppo generico?
Uri Burton
Interventi: 235
Iscritto in data: mar, 28 dic 2004 6:54

SPARRING PARTNER

Intervento di Uri Burton »

Il termine è mutuato dal pugilato. Perché non domandate alla Federazione pugilistica italiana se c’è una traduzione ufficiale di sparring partner? Il numero di telefono dovrebbe essere 0636004327.
Uri Burton
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: SPARRING PARTNER

Intervento di Freelancer »

Uri Burton ha scritto:Il termine è mutuato dal pugilato. Perché non domandate alla Federazione pugilistica italiana se c’è una traduzione ufficiale di sparring partner? Il numero di telefono dovrebbe essere 0636004327.
Ecco come si esprime il presidente della Fpi in questa intervista (corsivo mio):
Ma chi sono i praticanti di questa disciplina? I numeri alla mano parlano chiaro: molti i tesserati ed un’affluenza nelle palestre sempre più alta. Chi può praticare la boxe e perché?

Le motivazioni che spingono alla frequenza di una palestra di pugilato sono molteplici. Il mito della forza fisica e morale che emana il ring attrae quei giovani che legano all’edonismo i loro sogni di protagonismo nella società. Ci sono poi tanti giovani che hanno bisogno di conquistare autostima e di fiducia in se stessi ed altri che invece hanno bisogno di scaricare l’aggressività superflua sui sacchi, sullo sparring partner e sull’avversario. Fra quest’ultimo alcuni avvertono anche il bisogno di tentare la strada del successo economico ed attratti dalle “borse” dei grandi eventi percorrono la irta strada del professionismo. Infine la larga fascia di frequentatori della palestra che non salirà mai sul ring. Il beneficio della preparazione atletica che si ottiene con l’allenamento propedeutico al pugilato è molto efficace ed oggi con la conquista delle pari opportunità anche le donne possono beneficiarne.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Bellissimo, caro Roberto: siamo in pieno itangliano. Le annuncio, semmai non lo sapesse, che in rete, oltre a niubb(i)o, circolano anche sparro e sparrare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Perché dice così? Nella risposta riportata questo signore usa solo due anglicismi, uno è un tecnicismo (sparring partner), l'altro - ring - un termine molto comune. Osservi poi che sia sparring sia ring hanno la terminazione -ing molto facilmente accettata e pronunciata senza sforzo dagli italiani: footing, feeling, marketing...

Ho dato un'occhiata in rete all'orribile sparrare. Anzitutto bisogna eliminare i casi in cui è errore ortografico per sparare, quindi vedere chi lo usa e in quali registri. E che cosa significherebbe? Fare sparring, giusto? Molto meglio usare, anziché questo mostriciattolo, parole italiane di serie A: allenamento in coppia.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

E invece di zucchero e ragazzo dovremmo usare polvere bianca e uomo non adulto? Pensi all’orrore, se lei fosse nato all’epoca.

Che un italofono, poi, possa pronunciare alcune parole inglesi a modo suo non è certo un criterio valido per considerare accettabili tali termini all’interno della lingua.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:E invece di zucchero e ragazzo dovremmo usare polvere bianca e uomo non adulto? Pensi all’orrore, se lei fosse nato all’epoca.
E allora? Nel frattempo, siccome questo adattamento è a me contemporaneo, posso valutarlo secondo il mio gusto, che non pretendo di imporre ad altri. Comunque non dimentichi mai il solito discorso sulla differenza tra i possibili adattamenti odierni e quelli avvenuti decenni o secoli fa, quando ancora, data la mancata diffusione della grafia scritta del forestierismo, mancava una certa azione di blocco iniziale.
Marco1971 ha scritto:Che un italofono, poi, possa pronunciare alcune parole inglesi a modo suo non è certo un criterio valido per considerare accettabili tali termini all’interno della lingua.
Non accettabili da lei, forse. Ma lei è uno. Gli italofoni sono milioni, e le considerano accettabili.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Lei come altri può valutare come vuole. Né lei né io abbiamo influsso (lei, al limite, piú di me, se avesse coraggio). Ma lei, soprattutto, è anglofilo, e questa non è una critica, è una costatazione.

Quanto poi all’accettazione o accettabilità, si ricordi che io non sono solo, e ci sono molti parlanti che non ne possono piú di queste pagliacciate.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Lei come altri può valutare come vuole. Né lei né io abbiamo influsso (lei, al limite, piú di me, se avesse coraggio).
Per favore faccia la persona educata e si astenga dagli insulti.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Mi perdoni, ma non ravviso alcunché d’insultante nella mia replica. Le chiedo scusa se lei invece ne vede traccia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
methao_donor
Interventi: 341
Iscritto in data: gio, 14 set 2006 23:04
Località: Finlandia

Intervento di methao_donor »

Personalmente sparro mi suona molto bene.
Federico ha scritto:C'è qualche motivo di ritenere minoritaria la scelta dell'istruttore? Non mi sembra malaccio.
Il Garzanti in linea traduce sparring partner con compagno d'esercizio: esercizio è troppo generico?
Sì, ed è la stessa ragione per cui non mi convince del tutto la soluzione del mio istruttore.
Gli esercizi vengono quasi sempre fatti in coppia, e lo sparring serve a designare solo quella parte che è "libera" (con questo intendendo che non ci si attiene a un esercizio prefissato dacché, appunto, si simula un combattimento).

Quanto alle terminazioni in -ing, è vero che la maggior parte degli italiani le pronuncia senza sforzo. Consideri però che la pronuncia inglese smorza quella "g" finale, mentre l'italiano tende a pronuziarla con piena forza. (Io stesso, stando in Inghilterra, sovente mi rendo conto di questo mio difetto di pronunzia).
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Mi perdoni, ma non ravviso alcunché d’insultante nella mia replica. Le chiedo scusa se lei invece ne vede traccia.
Lei pensa che io come traduttore potrei inserire nelle mie traduzioni neoformazioni a piacere. Se lei si avvicinasse un po' (e soprattutto: professionalmente) al mondo della traduzione anziché limitarsi a giocherellare con i forestierismi da queste stanze avulse dalla realtà linguistico-comunicativa (ma intellettualmente stimolanti, nel caso mi chieda cosa ci faccio qui, dato che il livello di cognizioni linguistiche di alcune persone che frequentano questo forum non è dato di trovare spesso fra i traduttori), imparerebbe subito che due sono i criteri principe che regolano le buone traduzioni: il contesto e il registro; da questi dipende la scelta della parola da usare (o da omettere), che potrà essere arcaica, italiana di serie A o B, tecnicismo, prestito integrale o adattato, al traduttore non importa, gli importa solo qual è il termine d'uso o quello di massima chiarezza comunicativa nell'enciclopedia della maggioranza dei suoi lettori. Adesso devo tornare a lavorare, magari in seguito le dò ulteriori dettagli.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Faccia, adunque, quello che crede giusto. Ma non mi dica che sono insultante (potrei considerare, da quanto scrive, che lo è lei nei miei confronti).

La mia personalissima concezione del traduttore è dell’uomo che sa rendere nella propria lingua ciò che è espresso in un’altra. E se questo comporta trasparenti neologismi (in qualsivoglia forma non aliena dalla lingua d’arrivo), è un bene.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti