Io capisco la sua frustrazione, ma la soluzione e' davvero semplicissima. Basta rispondere solo ai commenti "seri", quelli generatori di un'articolata e proficua discussione, e ignorare i commenti a suo giudizio poco seri, disgustosi, noiosi o fuori tema. Rispondere a tali commenti in maniera tanto sprezzante, e invocare la censura del moderatore, non puo' che innescare sterili e interminabili botta e risposta che di fatto scoraggiano e allonatanano la discussione "seria" ancora di piu' degli originali lazzi. Questo e' il mio timido consiglio.Decimo ha scritto:Io non riesco a capacitarmi della difficoltà che un utente deve avere in questo forum nel momento in cui ha la timida intenzione di aprire un filone serio.
Lemmi esclusivi della lingua italiana in Svizzera
Moderatore: Cruscanti
- giulia tonelli
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LA COMANDA
Chiedo lumi a Bue, che credo sia mantovano. La «comanda» (ordine/ordinazione) non è anche parola lombarda? In una delle Stanze Indro Montanelli raccontò che in un ristorante di Milano frequentato dai giornalisti del Corriere della Sera era diventata celebre la comanda quotidiana di Riccardo Bacchelli . E non per il termine, a quanto pare consueto, ma per l'abuso ripetitivo di grassi e proteine: cappelletti ripieni di carne e poi ricchissimo bollito misto.
Uri Burton
Caro fabbe, condivido il suo giudizio su self-service.
Ma servisol, secondo me, è improponibile anche perché in tutte le parole italiane (!) composte con sol, il confisso deriva dall'inglese e significa 'soluzione (colloidale)' e mai solo/i.
Per Uri dal GRADIT:
Ma servisol, secondo me, è improponibile anche perché in tutte le parole italiane (!) composte con sol, il confisso deriva dall'inglese e significa 'soluzione (colloidale)' e mai solo/i.
Per Uri dal GRADIT:
comanda s.f. regionale settentrionale [sec. XX; der. di comandare] nel gergo dei camerieri, ordinazione fatta da un cliente: prendere le comande.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
- Freelancer
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Non ne sono sicuro. Voglio dire, sembra che l'italiano della Svizzera non sia l'italiano parlato dagli italiani doc, da chi come noi è nato e cresciuto e ha studiato in Italia.fabbe ha scritto:In Svizzera continuano a parlare italiano!
La reazione di Bue e devo confessare, anche la mia e penso di tanti altri italiani deriva dal fatto che questo "italiano" è così simile a quello nostro ma presenta scostamenti che stranizzano. Ad esempio nel glossario indicatoci da bubu7 compare rendere attenti per far notare, far presente: "vi rendiamo attenti che tra dieci giorni scade il vostro contratto"; uno si aspetterebbe questa sintassi da una persona poco istruita o addirittura da uno straniero che ancora non padroneggia bene l'italiano.
Tippare ("digitare su una tastiera") in italiano probabilmente sarebbe un denominale dall'inglese tip che avrebbe il significato di dare la mancia.
Bucalettere per cassetta postale sarebbe inconsueto in italiano: è chiaramente un composto con base nominale in cui la preposizione (per) che congiunge i due elementi della frase di base (la buca che è per le lettere --> buca per lettere) è stata cancellata, ma se osserviamo vari esempi di questi composti in italiano: angolo cottura, buono benzina, centro trasfusione sangue, parcheggio clienti, passaggio auto, pausa caffè, tariffa bambini, zona notte (tutti presi da La formazione delle parole nell'italiano d'oggi, di Maurizio Dardano) vediamo che i due elementi rimangono staccati, mentre in bucalettere si sono fusi, quindi il procedimento seguito non appare consono alla norma attuale dell'italiano.
Si, due varianti dell'italiano.Freelancer ha scritto:Non ne sono sicuro. Voglio dire, sembra che l'italiano della Svizzera non sia l'italiano parlato dagli italiani doc, da chi come noi è nato e cresciuto e ha studiato in Italia.fabbe ha scritto:In Svizzera continuano a parlare italiano!
Se nell'Italia (che mette la propria lingua specifica nella naftalina) si preferiscono quasi sempre le parole inglesi per l'innovazione, fa piacere vedere che la variante Svizzera conserva forme specifiche di vitalità creativa. Da qui nasce lo spunto.
Chissà, forse un giorno si parlerà italiano solo fuori dell'Italia! (scherzo)
Grazie a Decimo per questa selezione.
Sono stato preceduto in tutte le mie perplessità: a) comanda non mi è nuovo; b) servisol sembra un farmaco (e abbiamo già fai da te, che basta emancipare dalla sua gabbia «manifatturiera»); c) tippare sembra derivare in qualche modo dall'inglese.
Bucalettere e lanciamento invece non mi sembrano raccomandabili.
Sono stato preceduto in tutte le mie perplessità: a) comanda non mi è nuovo; b) servisol sembra un farmaco (e abbiamo già fai da te, che basta emancipare dalla sua gabbia «manifatturiera»); c) tippare sembra derivare in qualche modo dall'inglese.
Bucalettere e lanciamento invece non mi sembrano raccomandabili.
bubu7 ha scritto:Per Uri dal GRADIT:comanda s.f. regionale settentrionale [sec. XX; der. di comandare] nel gergo dei camerieri, ordinazione fatta da un cliente: prendere le comande.
Non so spiegarmi perché comanda è registrata come voce regionale settentrionale, dal momento che anche qui, nell'estrema propagine meridionale dell'Italia, i camerieri siamo soliti indicare così le ordinazioni, in dialetto a cumanna. Azzarderei sostenere che probabilmente si è sviluppata autonomamente per convergenza culturale, perché sono indotto a dubitare una derivazione direttamente dal Nord Italia.Federico ha scritto:comanda non mi è nuovo
L'ho segnalata fra i lemmi più interessanti perché in passato pensavo fosse solamente un vocabolo dialettale siciliano (!).
Sembri quel che sembra, fatto sta che la consistente comunità italofona svizzera ha adoperato, scevra da pregiudizi, il termine servisol. Anch'io ho personalmente qualche riserva nell'accettarlo, sia perché termini in consonante, sia perché, come fa giustamente e soggettivamente notare anche lei, innegabile è l'analogia con aerosol e simili.Federico ha scritto:servisol sembra un farmaco (e abbiamo già fai da te, che basta emancipare dalla sua gabbia «manifatturiera»)
E non ho idea di quanti usino fai da te in Italia in luogo di self-service...
"In qualche modo"... potrebbe essere ma non voglio darlo per scontato. Avevo posto questo verbo alla vostra attenzione perché, dal momento che segue la fonetica italiana, per convenienza avremmo potuto spostare leggermente il significato da digitare su tastiera a chattare.Federico ha scritto:tippare sembra derivare in qualche modo dall'inglese.
Del tutto d'accordo per bucalettere, non ne trovo l'esigenza.Bucalettere e lanciamento invece non mi sembrano raccomandabili.
Quanto a lanciamento, per quanto non proprio apprezzabile (certamente preferibile sarebbe lancio), è però già utilizzata presso gli svizzeri italofoni, come detto prima una comunità italiana non trascurabile, e una ricerca su Google mostrerebbe la già ampia diffusione (come anche per servisol).
Comanda, come anche rendere attento che, sono francesismi (commande, rendre attentif au fait que, quindi non c’è da stupirsi che siano diffusi anche al Sonde.
Per quanto riguarda servisol, che non vi dico come giudico, ci siamo dimenticati dell’autoservizio? Si veda la seconda entrata nel De Mauro (sono a Firenze, senza i miei libri, s’una postazione di fortuna).
Infine, non vedo cosa ci sia di scandaloso in bucalettere, o non si dice anche busta [della] paga? E che non sia univerbato non rende per nulla diversa la formazione di questo composto, da buca delle lettere.
Per quanto riguarda servisol, che non vi dico come giudico, ci siamo dimenticati dell’autoservizio? Si veda la seconda entrata nel De Mauro (sono a Firenze, senza i miei libri, s’una postazione di fortuna).
Infine, non vedo cosa ci sia di scandaloso in bucalettere, o non si dice anche busta [della] paga? E che non sia univerbato non rende per nulla diversa la formazione di questo composto, da buca delle lettere.
Ultima modifica di Marco1971 in data gio, 05 apr 2007 23:04, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ma se gia si fa servisol, non si potrebbe tirarne fuori un servisolo? Ammesso che, in questo caso, il termine sia veramente necessario.
Comunque il filone è interessante, e mi accodo ai ringraziamenti a Decimo per averci offerto questo spunto.
Al solito, un poco preoccupante. Comunque, in linea generale, penso sia una cosa da tenere seriamente in considerazione.
Comunque il filone è interessante, e mi accodo ai ringraziamenti a Decimo per averci offerto questo spunto.
Al solito, un poco preoccupante. Comunque, in linea generale, penso sia una cosa da tenere seriamente in considerazione.
Servisol(o) per me non ha senso, o almeno non il senso che vorrebbe convogliare self-service: vorrebbe dire che io, da solo, servo qualcun altro, e non me stesso; oppure che io dovrei servire solo una persona particolare, ecc. Al limite, servitidatté, ma allora c’è già fai da te...
Non ci scervelliamo con neoformazioni incongrue quando abbiamo a disposizione voci lemmatizzate, come autoservizio.
Non ci scervelliamo con neoformazioni incongrue quando abbiamo a disposizione voci lemmatizzate, come autoservizio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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SELF-SERVICE
Guardate anche qui, considerando che si potrebbe scrivere buffè (del resto registrato). Dal GRADIT:
~ a buffet loc.agg.inv. $ di colazione, pranzo o cena, in cui i commensali si servono direttamente da banchi su cui sono allestite le vivande, che consumano poi tornando a sedersi al proprio tavolo.
~ buffet all'americana loc.s.m.inv. $ rinfresco in cui gli invitati mangiano restando in piedi.
Nel senso dell’ultima locuzione mi sembra usi molto «colazione/cena in piedi».
~ a buffet loc.agg.inv. $ di colazione, pranzo o cena, in cui i commensali si servono direttamente da banchi su cui sono allestite le vivande, che consumano poi tornando a sedersi al proprio tavolo.
~ buffet all'americana loc.s.m.inv. $ rinfresco in cui gli invitati mangiano restando in piedi.
Nel senso dell’ultima locuzione mi sembra usi molto «colazione/cena in piedi».
Uri Burton
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